Critica Sociale - Anno IV - n. 11 - 1 giugno 1894
164 CRITICA SOCIALE colo nel faro ad essi conoscere, con tale segno, la grandezza del loro numero. Certo, sebbene inconsapevole, un sentimento CO· gnato a questo ò alla radice dell'istinto dirensivo che anima oggi lo classi dirigenti a rinrorwre ogni giorno le leggi di P. S. in materia di riunioni. e a impedire gli aggru\ipamenti e le grandi dimostra– zioni operaie, anc 1e quando, anzi specialmente quando danno ogni garanzia di riuscire ordinate, solenni e paciOche ('). « ASparta i magistrati ordinavano a periodi flssi « la caccia agli Iloti, c1-tptta, a fine di impedil·e e che costoro si moltiplicassero. Questo re1'0Ce in– « carico era affidato alla gioventi1 spartana, cho si « esercitava in tal modo all'astuzia e alla guer1·a. « Di notte tempo gli Iloti erano assaliti e massa- • crali senza pielà • ('). Ma, come era naturale, in coteste soppressioni presceglievansi i migliori e risparmiavansi coloro che una lenta degenerazione avova 1'6Si impotenti alla riscossa e utili ai padroni. « Quegli floti - na rra Ateneo - ai quali la. « natura aveva dato la grande1.za o la boot..'\di un « uomo libero, erano d annati a m orte >. lnollre, come narra Tucidide, g1i Spartani in guerr-d. si (•) A quuto proposito è e11renu,men1e lllrultl•a la alorla della cosldelta llberlA di riunione In quu10 trentennio del nuo,o Ngno Italico. Nomlnalment• garantita dallo s1atu10. ul•o pel luo ghi pubblici, I quali rimasero soggetti :tlle leggi di polizia (a.rl . H), eaaa ru poi, per meuo di queste, mano mano llmi1ata nn o a di•enlre 11011. Irrisione. Non appena Il prole111rla10 cominciò 11,d Orltanltu.ral, le Camere 11 a!T'Nluarono a sancire una legire che lm1lone•a, l!Oll<.' pena di dl•letl e di ammende pel promotori, a qu11l1lnalpubblica rlunlono l'obbligo del preanl10 di uno o ptù giorni e,con un contro1tnl!O che ha del sublime. 11applicò queala norma anche alle riunioni, Jl11.&aeggia1e dl1coral lmpronlHtl ed lmJ)re•edlblll. In J)ra1lca l'obbligo del preanUo ,1 mutò In una rlchlea1a di ,uctorh.i,ufcmc, •enendo 11leuo •lelate le rlu• nlonl mal5rrado Il prunlso • ben"-h#J la legge non lo conaen1a. Per di più •I nnnero dlchlnrando • luoghi pubblici • le 11.ppar1enenu di o.te.rie ed allri luoghl di converno, anche M chiusi al pubblico e noleggiati per unft riunione fra persone oonoacentlal a •lcendft, I teatri di propr ielA prh atA, ecc., e el ellue Il concelto di pub– blicità a tutti I loc11.II 1 Jrintl alquanto v11.1tl. o do•e convenlaaero 11eraoneIn buon numero (11lpreuamen10 at ar&ftrfo <Ulle loro HcullentfeJ quantunque conoscenti reciproche e munite del bi• glletto d"invlto; o dove fouero noettre a.perle o murlccluoll. fuori del quali si poteue origliare ciò che è dello 111U-inlerno; o I cor. tlll prha1I entro cui gua.rdaue qualche nneatra di casa alll– gua, ecc, ecc. I quetturlnl 1pln1ero la tracolanta nno a Hrlncare uno per uno l'ldenU1A.del concorrenti alle riunioni private, rlll• rando eui alla por111. I biglietti nominati•! e procurando1I co1\ l"elenco derll 1111enenull. una ,ccetlone e roua, nella !egre, J>el periodi elettorali, nel quAII la liberti\ di riunione fu proclama111. 1clo1ta da ogni Ylncolo; mo. bentoato, ip:t.lgrado la leg11:e, 1l ,·le• tarono le conre~nte elettorali, ti arre.iarono lll'fl•entlumen!e gll oratori e gli 1leHI candldaU eoclallatl, ecc., ecc. Per di più un •deplorato• dhent.alo mlnl1tro ordln6 che In date epoche(I.• m,ig. glo e giorni Yiclnl) 11.11che d lle riunioni prlnUulme nnlue da10 preanlao 11.1111. ,ollda. Anche q11u111. Yellatlone non è 1ollera1a da 11.lc11n:t legge, ,ua ormai è un:i. groueaca lrorila Il 11arlare di leggi e 11.11che di ~m1>llce 11e11ao comune In fallo di diritto di rlu• nloue nel nostro 1me11e. Ba.ali dire che gll 0111e, in renerale, I proprietari di loull che pouono aenlre a riunioni aooo regolarmente lnlimldlll dalle Quuture - qualche ,-olia Il al conYOcaappotl:t. con circolare - perchè non concedano I loro locali alle riunioni prha1e del 10-– dal11tl, 10tto pena di reYo<a di llcente e allrl 1lmlll arbitrii. - Qualche Tolta (ciò anenne d1 recenle a Uliano) una prhata riu– nione è clreult:, dagll 11genti, I quali d'lmpronlso vi lrrom1>0no e. asnta alcun prt1te1110 nè manda10 di giudice, perqul1iecono 1ut1l l con,·enucl, ne 1rnri;rono In guardlnA buon numero, che 1>ot, 1e non sono 11at1,1rlel luogo, rimandano fra I caublni,rl al loro p11etld'origine, ecC'.,ttc. Quealo metodo è applicato IJ)e• clalmen1e ngll t1.narchlcl e nn11e chiamato dal glornall: it ct'11- #mt'11to dt:glt 011archict. - :son è che In Ruula che 11polrebbero forl!fltrovare con&uetudlnl 1lmlll, ma cerio, dtus. la cOf!Htuzlone di quello Slalo, non altrettanto lllegall e meno aprege,-oll. ( 1) lbidt'm, 11ag. 8J. B1bllotec~Gino Branco facevano 11iutare dagli Iloti e, a llne di stimolarne il valore, promette,•ano la liberlà a quelli di loro che si segnalassero nelle battaglie. Ma guai all'Ilota che conseguisse questo premio! Il governo spartano, poco dopo, lo raceva segreL,mente assassinare. Anche in Atene, ove tutti i ricchi facevano for– malo giuramento « di essere sempre nemici del « popolo e di fargli ogni male possibile • (a quei tempi non s'era ancora trovato necessario di inven– tare la teoria dell'armonia delle classi), non potendo distruggerlo in masse, ne faco,•ano assassinai-e i migliori. Questi fenomeni si riproducono, supergiù gli stessi, in tutte le cilfa della Grecia. A ~ma è nota la sorte toccata a Spartaco e a tutti gli altri ribelli della classe servile. È nota la sorte che toccò ai Gracchi, che volevano con le leggi agrarie evilat'O alla repubblica discordie mag– giori. •'• Cotesta soppressione dit'Otta o indit'Otta dei mi– gliori si opera, coll'aiuto della Chiesa, durante tutto il medioevo, quando la schiavilll assunse forma di serviti, della gleba e « l'antico padrone scomparve per essere sostituito da un'altra arpia,da un vam• piro non meno sitibondo del sangue dei vinti, il , 'ignore • (I) - il quale diceva del ser,•o: « quo~ st'uomo è mio; io po so bollirlo ed arrostirlo.• - « li povero popolo del medioevo - esclama Dòcha– « nel - non ave,•a nulla per sè; il suo corpo appar– e teneva ai Signori, la sua anima ai preti, in vita o « d,opo morte. • E quindi naturale che, allo1-quando lo sviluppo dell'industria creò il proletariato moderno e lo sfrut– tamento del lavoro-poté divenire automatico e quindi assai pili conveniente peì domjnatori, i quali pro– clamarono la liberL.1\ eh cui i nuovi rappo1•ti eco– nomici avevano assoluto bisogno - è naturale, di– ciamo, che nelle classi proletarie il servilismo si fosse Ossato e radicato per modo da lasciare agio all'accumulazione cnpitalistic..'l di compiere la sua funzione storica o di attuai-e un maggior grado di concentrazione industriale e sociale, nectl5sario a p1·epara1'0 lo fo1·me future della società. E anche 1ie1·questo che potò avverarsi nell'epoca moderna 11 fenomeno, stranissimo a prima vista, che pro– prio dalle classi proletarie SH\ dni&o il massimo con– tingente alle file di un rormidabile esercito, cho è dfretto essenzialmente a tenero in freno le classi proletarie medesime, a sottrarle a qualsiasi velleità di ribellione. (') ( 1 ) Ibidem, p11.g. 104. 1 1) Che neuuno •I lucl Ingannare dalla 1,arola Ubt-rtd che cl utcl dalla penna, Jlet Hgulr l"uto, poche rl,the phl sopra, quando pllrl:1mmo dello 1fru11amento automatico del la,oro. succeduto nlla •chfrteftH antica e alla"'""'" del medio e•C'\ ~ ben chiaro che non è codesta ae non la llbertd d dlo •frwtta mt'11to, e che l1111thll1.• ,11u, ceuata nel aen10 ghcrldlco. OHl:t.nel aemo mentognero, rl• · mnne sempre lnYulner11.111. nel aen10 t'conomtco, oula nella e:oatanta dello cose. 1.11. coaldet111. llberu\ economica non è che un siatemi\ di gçhlavllù :iutomallca, e quindi un 11l1 ten11, di e:chl avllù lllù eco,. nomlco pel p:1.dronl,tome quello che 11 1 guardl:1.no • nll:t a(ttrtll, the cotrnano ue:al, 101111ulact la fam e. che n?n costa se non JlOCO piombo per domarne gli ,.cattl. Il 11aa1agglodttllo schiavo 1111I dominio di un 1logolo padrone al dominio di 1u11a111 . t 'la.ue pro;irielarla organlu:ua, non fete the esonerare I 1lngoll 11 adron l dalla reaponaablll!à dl:!Iauo m:i.ntenlmento. La •0111anta della 11chl11,.ltù non con1l11e nella ferula; Clii/\ è c11.r11.1teritza1a, come ben dice lo S1>encer,e come ancor meglio gli rinfacci!\ 111,ftfar5euu In una tonfutatlone di euo che di ~cente pubblicammo 11ell11. Crutca Soclolt" (N, tOJ,• dalla qu:intit:\ di lavoro che lo schiavo è fvr:t:uo a fornire a beneftclo altrui•; dal fatto che Il luoratore funziona tome merce e 11ret1,am,nte come 11rumen10 di Ja,-oro 11. Mneftelo altrui, &enta che Ti 1!a alcun r:1p1>0rtorazionale ,d umano frll Il lavoro e 111. retril,uzlone, fra Il prodotto del la• Toro e la mercede di dii lo compie. l,a ferula non è che un meuo per la tetratlone del la,oro non pagato; Il padrone lo abbandona
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