Critica Sociale - Anno IV - n. 11 - 1 giugno 1894

174 CRITICA SOCIALE messo il puntello di qualche milioncino di cedole. Allora, come ora, nella pianura, ben coltivata; ivi sono i campi e i prati meglio tenuli del paese. Nella collina è quasi tutta boschi e in piccola parte vigne mal tenute. Da queslo esempio parmi si possa dedurre: I.' La grande proprietà nel Monrerrato mal si sostiene se non è sorretta artificialmente eia altre rendite e ciò indipendentemente dalla regolatezza del proprietario. 2.• La grande proprietà viticola ò mal tenuta quantunque il propr1etariosiaabileedi buona volontà. 2.• Esempio. - Grande proprie!,\ della famiglia Rossi-Scoffone. - Origine clerico·rapinesca. Morto l'autore principale di essa, il canonico Scoffone, essa venne disputata dagli eredi Rossi e poi ven– duta direttamente, per convenienza per tre quarti, e indirellamente pe1·debiti l'altro quarto (la cascina Caminalo di cui parla nocca Pilo). Fu comperata in lotti da piccoli proprietari che pagarono la pit', parte a contanti o dopo poco tempo. Qualcuno deve ancora pagare la tcr1·a o forse la. dovrà lasciare; ad ogni modo io credo che in tal caso { 1 errà com– perata da un altro piccolo proprietario che la pa– ghed1, perchò il nostro contadino, se è mollo avido di te,·ra, è però anche mollo cauto nel comperare a mora: conosce per esperienza il pericolo ed ha per principio: non fare il passo più lun$0della gamba. La proprietà Rossi prima del r,·ar.1onamento era discretamente coltivata nella parte pianura, ma nella parte collina era tutta boschi. Ora non è rorse migliorata nella pianura, ma la collina si è converlii, tutta in bei rigneti abbastanza produttivi. Da ciò parmi si possa dedurre: l.' Che le grandi proprietà non sostenute arli– flcialmente si sfasciano; 2.' Che le grandi proprie!,\ viticole, frazionan– dosi, aumentano di produttività. 3.' Esempio. - Propriefa collettiva del Comune. - Restò tale fino al 1869,anno in cui vennè divisa in tanti lotti e distribuita un lollo pe,· capo di casa. Prima della divisione era tutta boschi; dopo, in meno di YCnt'anni, si converlì iu belli imi vigneti. Il lollo boschi fu valutato L. 215; ora il lollo vi!lna, malgrado la cl'isi, può valere da 2000 a 3000 lire. Qualcuno ha già venduto o ipotecalo il suo lotto. Per questo terzo esempio mi paro di pote,· con– cludere che: I.' La proprietà collettiva viticola dà risultali nulli; 2. 0 Il Comune fece bene a distribuire i lotti, ma fece male a da1·li in pl'oprietitassoluta; doveva man– tenerli inalienabili. Dal complesso di quesli esempi mi pare si possa concludere che, se il piccolo proprieta,•io incontra molle difficoltà ad accrescere o mantenere la sua proprietà e qualche volta è costrcllo a lasciare le terre comperate a mo1·a, qualche altra a vendere quelle che ha per pagare i debiti, la piccola pro– priefa in sè stessa però, come sistema di coltura, è per ora gmndemente 1•italeperchè è l'unica possibile. Insomma, se pe1· piccola proprietà appai·ente il llocca Pilo intende piccola proprietà sf1•ullata fino all'osso dal si loma capitalista e tale da melle,·e molte volle il piccolo p1•oprietario in condir.ioni peggiori dèl giol'naliere, falta la debita limitazione def male, io sono d"acco,·do con lui; ma egli deve anche ammellere che <1uesto sfruttamento, per quanto graYe, non ha Yirtù, senza lo svolgersi contemporaneo dello strumento di lavoro, di rico– stituire la vera grande proprietà fondiaria, para– gonabile colla grande industria e mati-ico del col– lellivismo.E<1uesto mi pare il noccioloclellaquestione. /Jr1mo (Jn•or. cli A 1u1a11drla). GIUSEPPE BONZO. Bib ioteca Gino Biar ~ u La sconfina della piccola coltura nel Veneto (ApPf.mdlce 11l'arllcolo: $0CUUSKO t: l'IC(,'OU l'ROPRlt.'TÀ.) Intitolammo Socialismo e piccola 1woprietà lo scritto inserito più sopra, perchò in effetto vi si parla dello vicende della piccola proprietà. terriera o perchò nelle nostro vilifero prealpi la piccola proprietà. ò la forma di possesso prevalente. Ma intendiamoci bene: tutto ciò che il nostro collaboratore n.trormacirca rinfluonza dolio strumento tecnico o circa la maggiore o minore ,•italilà. o produttività. delle aziende, non alla. 11iccotap1'oprietlt, come tale si riferisce, ma soltanto alla piccola coUw·a; la. quale, se nel Monferrato ed altrove coincide molto spesso colla piccola proprietà., non vi è però connessa in modo indissolubile. Infinite sono le grandi proprietà. che si spezzano, per l'esercizio, in numerose aziende agricolo (per esempio, colla mezzadria); e ciò av\'iene, nel regime della proprietà. privala del suolo, quante volte pnre al proprietario che ciò convenga al suo interesse personale, spesso in contraddizione coll'interesse gene– ralo; molto più potrebbe avvenire, con elTett.ie per ,•isto di generale interesse, quando fosse istituita la proprietà colletti"a, in quei rami agricoli nei quali an– cora. la coltivazione frazionata. fosse più produiti\'a della grande collura. Il collettivismo, che il sig. Bonzo dichiara non ancora applicabile alla piccola viticoltura del Piemonte, è dunque il collettivismo della produzione, non quello della proprietà. li suo articolo lo dice; è però opportuno insistervi, onde non nascano equivoci d'in– terpretazione. )la. anche l"a.ffermazioneche la viticoltura riftuti, oggi come oggi, la produzione collettiva, ò già suscettiva, ere• diamo, di attenuazione. Il sig. Bonzo ha sott'occhio una condizione di fatto in cui lu.piccola viticoltura, benchè alleata con la piccola proprietà. di cui sopporta. tutti i danni, è tuUM·ia migliore, non diremo già della grande Yilìcolturn, la quale non vi esiste, ma della viticollura esercitata. nello grandi proprietà. Sarebbe forse più esalto dire, non che guella sia migliore, ma che questa è peggiore di quella, percllè è esercitata in modo ancor meno razionale e scientiflco. Corto la coltura estensiva, diremo meglio, la mancanza di coltura della stoppa, lo squallore dell'agro romano, sono inferiori alla piccola coltura anche del più misero mezzadro: ma ciò non prova contro la grande coltura, prova unicamente contro la coltura estensiva. su questo proposito ci giunsero parecchie lettore di persone che, so non hanno un g1•an nome scientifico, hanno però qualche cosa che in questa materia vale ancor meglio, la competenza. che nasco dall'esperienza dei fatti, ignota troppo spesso ai nostri scienziati di ta– volino. Non possiamo pubblicarle tutto perchè la nostra non è una rivista. tecnica e meno ancom enologica. Os• serviamo soltanto che il signor Bonzo,por sostenere la. sua tesi, hu.dovuto, in qualche modo, separare ideai– monte la viticoltura dalla.vinicollura, due industrio che sono molto prossime in ordino tecnico e non ci pare possano staro molto lontano in ordino economico. Che in enologia la produzione collettiva sia. di gran lunga superiore alla. individualo lo ammettono, col Bonzo, tutti coloro che ci scrivono. Il signor Giovanni Garrono, nota.io di Moncalieri, persona che di coso agrario si rivela. espertissimo, ci seri"e di un progetto di cantine sociali ch'esso già da. tempo ebbo a racco– mandare al Comizio agra.rio di Vignate o (tempo da.Y– vero sprecato!> alla. Camera. dei deputati, come un'a.s-

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