Critica Sociale - Anno IV - n. 11 - 1 giugno 1894

170 CRITICA. SOCIA.LE raggio di un impero russo isolato dnl resto del mondo possono andnro a braccetto con quel patriottico luogo– tenente prussinno, cho in una. bottega domandava, non un globo terraqueo o celeste, ma un globo di Prussia. Torniamo all'America.. Vi hanno molti sintomi se– condo i quali il protezionismo avrebbe ormai esaurita la propria aziono a pro degli lati Uniti e, quanto pitì presto riceverà il suo congedo, sarà meglio per tutti. Uno di questi sintomi ò la formazione di ,·it1us o di ti·usls nel seno dello industrio protetto, miranti a srrut– taro più pro(ondamonto il loro monopolio. Ora, ,·inu, e tru1t1 sono in verità insliluzioni americane, o là do,•o esse sfruttano l'icchozze naturali essi vengono generai• mente, sebbene di mala voglia, sopportati. La trasfor– mnzione dei pozzi di Jlelrolio di Pensil\'ania in un mo– nopolio mcdian1o In. Stamlal'tl Oil Comp<W!J è un ro– nomono affatto consono allo regolo della produzione capitalista.. Ma so i raffinatori di zucchero tentano di trasrormaro la protezione, che il paese loro accorda contro la concorrenza straniera, in un monopolio con– tro il consumatoro indigeno, cioò contro quella stessa nazione c:ho ha accordata. la protezione, allora la co~a. muta aspetto. Eppure i grandi rartlnatori hanno tlrmato un trust che mirn. appunto a questo. E il sindacato dolio :zucchero non ò il solo. Ora., il rormarsi di tali ll'U!IJ entro indush'io protette ò il segno più sccuro che il protezionismo ha. compiuta. l'opera sua cd ora ,•a mutando caralterc; cfhe esso non protegge pill l'industrialo contro l'importatore, ml\ lo protegge con– tro il consumatore del paesoi che il protezionismo ha rl\bbricato, almeno in quel dato ramo speciale, un nu– mero bastante, so non eccessi,•o, d'industriali; che il danaro da esso accumulato nella loro borsa è denaro sprecato; proprio corno in Germania. In America., come nltrovo, il protezionismo ò soste– nuto dall'argomento che il libero scambio gio\'crebbo soltanto all'Inghilterra. I.a miglior pro"a del contrario è che in Inghilterra, non solamente gli agricollori od i proprietari fondiari, ma persino g'.H industriali vanno tli\·entando protezionisti. Nella patrin. della e scuola di Manchester», il 1.• no,·embre 1886, la Camera di com– mercio di Manchester discuteva una proposta nella quale era dotto e che, a\'Ondo atteso invano per qua– ranl"anni che lo altre nazioni seguissero l'esempio li– bero scambista. dell'Inghilterra, la Camera crede venulo il tempo di riesaminnro quella situazione•; o la pro– posta era respinta, ma con soli 22 voti contro 21 ! E questo nel centro della industri!\ del cotone, l'unica in– dustria inglese la cui supremazia sul mercato aperto sembri ancora indisputatal Ma bisogna dire che per– sino in quel ramo speciale il genio inventh•o è passalo dall'Inghilterra nll'America. I recentissimi pcrreziona– monti nelle macchino por fllaro o tessero il cotono von• nero quasi tulti dall'America e Manchester li ha adot– tati. Nello invenzioni industrinli d'ogni specie, l'America ha. chiarame!1to preso il disopra, mentre la Germania incalza allo reni l'Inghilterra. Questa si ,•a persuadendo che il suo monopolio industriale b irremissibilmente 1>erduto, che ossa perdo terrnno ogni giorno di fronte ai progressi dei suoi competitori, cho donò. ornai con– tentnrsi di essere una rra le tanti nazioni industriali, o non più, come aveva sognato, e !"officina.del mondo•· t per sottrarsi e. questo rato minaccioso che uomini, che, or sono quarant'anni, non ,•odovano salute che nel libero scambio, oggi in\·ocano con fervore il prote– zionismo pur tentando mascherarlo coi nomi di « com– mercio !calo • o di reciprocità di taritro. E quando gli B1b1otecaGino Branco industriali inglesi incominciano ad nccorgorsi che il libero scambio li ro"ina o domando.no nl governo d'es– sere protetti contro I concorrenti dotrestoro, e.lloro. è \'enuto sicuramente il momento per questi ri,•ali di rendere la pariglia buttando a maro un sistema prote– zionista d"ora innanzi inutile e di combattere il cadente monopolio industrialo dell'Inghilterra con la sua propria armn, il libero scambio. Ma, corno già. dissi, voi potete ra.cilmontò introdurre il protezionismo, ma nbn pototo sbarazzanone con pari racilità. L'assemblea legislativa ad'oltando misuro pro• tozionisto ha ratto sorgere grandi interessi, dei quali de"e rispondere. E nessuno di questi Interessi - i ,•ari rami dell'industria - è egualmente preparato, in un dato momento, o.raro fronte ad una aperta concorron~a. Alcuni si troveranno in arretrato, montro allri non hanno più bisogno della terapia protezionista.. Questa differenza Ui condiziono rarà sorgere lo solito congiuro di antica– mera, cd è per sè stessa una sicura garanzia che lo industrie protette, so11 libero scambio ,·enga adottalo, ,·orranno abbandonate davvero molto facilmente, come accadde all'industria. della seta in Inghilterra dopo il 1846. t questa una cosa ine\•itabile nelle attuali con– dizioni ed il partito libero-scambista dovrà. sottomet– tel'\'isi ftnchò il mutamento venga adottato por principio. La questiono del libero scambio o dol protezionismo si agita inter.a.monte nella cerchia del sistema. presento di produzione capitalista. e non ha quindi interesse di• rotto per noi socialisti che voglinmo farla finita con tale sistema. lndirottamente tuttavia ossa ci interessa in quanto noi doLbiamo desiderare cho il presento si stoma di produzione si svolga o si espanda liberamente e rapidamente quanto è possibilo; poichà insieme con esso si s"ilupporanno nncbo quei fenomeni economici cho no sono le necessnrio conseiuenze o cho donanno distruggere !"intero sistema: miseria doIla gran massa Jo\·uta alla sovraproduzionoi dalla sovraprolluzione pe– riodici ingorghi o crisi industria.li o commerciali, accom• pagnate da panico, OHero un ristagno commercialo cronico i divisione della società. In una esigua rlasso di grandi capitalisti e in un'altra ,·nsta classe condannata o.Ila schiavitù del salario, schia,·itll praticamente eredi– taria; un proletariato che, mentre cresce di continuo, ò nello stesso tempo costantemenlo sostituito da mar.– chino economizzatrici di lavoro i in brO\'O una società sospinta in un cui di sacco senza uscita, se non so ne rimodelli tutta In. s1ruttura economica rondnmentale. f'u da questo punto di ,·ista che, quarant'anni rn,)lari: si pronunciò in massima a favore del libero scambio, come il sistema più progressivo, come quello cho spin– gerà 1>iùpresto nel cui di S.'\CCO la società capitalista. Ma so fu por questo che Marx si pronunciò pcl libero scambio quo.lo misura ri\'oluzionaria, non doHobboro dunque i sostonitori dell'ordino presente, i cittadini ben pensanti, dichiararsi pel protezionismo? Se un paese oggi accolta il libero scambio non lo ra certo per compiacere i socialisti. Lo ra perchè il libero scambio è diventato una necessiti" por i capitalisti delle sue industrie. Ma, quando puro adottasse il protezio– nismo ondo eludere la catastrofe sociale attesa dai so– cialisti, farebbe pur sempre bpera ,,ana. Il protezionismo, essendo una rabbrica artificiale di industriali, lo ò anche di salariati. Quelli suppongono questi. 11salariato seguo dovunque lo orme deU'indu– strialei e somiglia al triste affanno d"Orazio che è se– duto in groppa col ca.,•aliere e che quest'ultimo non può levarsi d'accnnto dovunque egli vada. Non cl è

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