Critica Sociale - Anno IV - n. 9 - 1 maggio 1894
CRITICA SOCIALE 137 progressivodell'Jndia.trasrormaronogliabitanti diquegli immensi territori in consumatori di prodotti inglesi. L'Inghilterra cosiassociava il protezionismoall"interno col libero scambio imposto ai consumo.tori dell'estero; o, grazio a questo relicd connubio dei due sislomi,finite noi 1815 le guerre, ossa.ebbo virLualmentoconquistato il monopoliodel commercio mondio.loper tutte le in– dustrie pila importanti. Questo suo monopolio si estese o rafforzò nei succes• sivi anni di pace. li suo slancio cm aumentato di anno in anno. I possibili rivali erano lasciati sempre più addietro. Ormai la sempre crescente esportazione di maniratturo <li,•enne per l'Inghilterra una vera questione ~i vita o di morto. Duo soli ostacoli aveva di rronte: le leggi proi– bitivo o protettive di altri paesi e le imposte gravanti la importazione delle ma.torio groggo e dei generi ali– mentari in Inghilterra. Allora divennero popolari nella. patria di Jobn Bull lo dottrine libero-scambiste della. economia politica classica - dei flsiocratici francesi e dei loro successori d"lnghilterra, Adamo Smith e Ricardo. Il protezionismo in pa.ose torna.,·a inutile a industriali cho ,•ince,·ano tutti i loro rivali detrestero o la cui osistenza. stessa dipendeva dall'espandersi della loro esportazione. Il pro• tezionismo non giova\'& cho ai produttori di generi ali– mentari o di materie grogi;ro,agli interessi o.gricoli,ossia, data l'Inghilterra d"allora, ai porcottori di rendita, al– l'aristocrazia fondiaria. E questa specie di protezionismo era perniciosa agli industriali. Gravando d'imposto lo materie prime si aumentava il prezzo dei prodotti ma– nufatti, imponendo i generi alimenta ri si ele,•ava il prezzo della mano d"opera; e in ambo i ca.si! "industriale inglese soffriva uno svantaggio di rronte al suo com– petitore dell'estero. E siccome tutti gli altri paesi man– davano in Inghilterra principalmente prodotti agri– coli, e prendevano dall'Inghilterra prodotti industriali, abolire i dazi protettori inglesi sui coroa.li e sullo ma• torio primo ora nello stesso tompo un far appello agli altri paesi porchè togliessero, o almeno riducessero in compenso i dazi d'importaziono sui prodotti industriali inglesi. Dopo una lunga e violenta lotta, i capitalisti dell'in– dustria. che erano già in Inghilterra la classe dirigente o pre,•alente, riuscirono vincitori. L'aristocrazia. fon– diaria piegò. l dazi sui cereali od altro materie prime vennero soppressi. Il libero scnmbio divenne la. parola d'ordine del giorno. Convertire tutti gli altri paesi al vangelo del libero scambio, o così creare un mondo noi quale l'Inghilterra fosse il gran centro manifatturiero, e gli altri paesi ne fosser o dipenden ze agricole: ecco il nuovo problema por gli industria.li inglesi e pei loro interpreti, gli economisti. t,·u questa l'epoca del Congresso di Bruxelles o del discorso di :Marx.Pur riconoscendo che il protezionismo può, in dato circostanze (per esempio nella Germania del 1847), vantaggiare gli industriali, e che il libero scambio non è la panacea dei mali dei lavoratori e può anzi aggravarli i Marx si pronuncia per principio ed in conclusione in favore del libero scambio. Por lui il libero scambio ò la condiziono normalo della odierna produzione capitalistica. Solo con esso ha pieno srogo l'immensa energia produtli\'a. del vapore, dell'elettricità, dolio macchine, al cui più. rapido svi– luppo si aceompagnano, conseguenze inevitabili : lo scindersi della società in due classi, capitalisti e sala– riati; ricchezza ereditaria ed ereditaria. povertà; l'eccesso di produzione in rapporto al bisogno dei mercati i la teca Gino Bianco assidua "icenda di prosperità, sovrabbondanza, crisi, panico, depressione cronica, indi grnduale ma emmero rialzarsi del commercio, por metter capo di nuo"o nlla. crisi di sovrnproduziono i in bre\'e l'espandersi dolio rorzo produtti,•o flno a ribellarsi alle catene di quegli stessi istituti sociali onde ricovettoro l'impulso: unica soluziono una rivoluziono sociale, liborl\trico dello rorzo produtlh•o dalle pastoie di un ordino sociale antiquato, liberatrjco dei procluttori attuali, la grnndo maggio– ranza della. popolazione. dalla schia,•itù del salario. E poichè il libero scambio ò ratmosrera naturale per questa evoluzione storica, l'ambiento economico ad ossa più propizio - per ciò, o soltanto per ciò, Marx si di– chiarò in favore del libero scambio. Ad ogni modo gli anni immodialamento successivi o.I trionro del libero scambio in Inghilterra sembrarono cresimare. le previsioni doi suoi pili ottimisti rautori. li commercio ingloso toccò cifro ra.voloso, il mono– polio dell"industria inglese sul mercato mondiale sembrò pili che mai consolidato, spuntarono a centinaia ferriere e tessiture, dappertutto nuovo induslrio allignarono. Una seria crisi scoppiò nel 1857, ma fu superata., o il progresso dell'industria o del commercio si riaccelerò ftno al nuovo panico del 1800, un panico che sembrò fa.r epoca nella storia economica. del mondo. L"espnnsione senza esempio della industria e dol commercio inglese fra il 18,18 od il 1866 era do"uta. principalmente all'abolizione dei dazi di protezione sui generi alimentari o sullo materio primo. Ma non solo a questo. Altri gravi renomoni concorsero. Fu in quel torno la scoporl.a.o l'esercizio dei campi d"oro d'Au– stralia o di California, che moltiplicarono il numerario; il trionfo del ,•a.porocome mezzo di trasporto, dei piroscafi sui voliori, delle rorro,·ie sulle strado comuni foce i trasporti quattro volto più. rapidi o quattro volto mono costosi. Qun.lmaraviglia che, in condizioni così favore• voli, lo fabbriche inglesi animato dal vapore si esten– dessero a spese dolio industrio casalinghe straniero ron– dato sul la"oro a mnno 1 Ma poto,•an lo altro nazioni starsene chete a una rifornta che lo umiliava. a.semplici appendici ngrlcole dell'Inghilterra,« l"officinadolmondu1» Non pote\'ano. La Francia da quasi duo secoli ripa– rava le sue manifatture dietro una vera muraglia della China di protezionismo e proibizionismo ed aveva rng– giunto in tutti gli articoli di lusso e di gusto una su• premazia che l'Inghilterra non pretendeva neppure di disputnrle. La Svizzera, sotto un regimo di perfetto li– bero scambio, possedeva manifatture relativamente im– portanti cui la concorrenza inglese non poteva toccare. Lo. Germania, con una tnriJTa.assai più liberale di quella. di ogni altro grande pl)ese del continente, andava. svi– Iuppnndo i propri opiflci con una celerità relati\'nmente ancora maggiore dell"lnghiltorra. E l'America, ridotta dalla guerra civile del 1861 allo sole proprie risorse, doveva far fronte ad un subitaneo bisogno di maniratturo d'ogni specie, nè il potova se non creando opiftci propri nel paese. I bisogni sorti colla guerra., colla guerra. ces– sarono; ma i nuovi opifici rimasero e do\'ettero alTron– taro la concorrenza britannica.. Inoltre la guerra aveva. maturato in America il pensiero che una popolazione di 35 milioni, raddoppiante inquarnnt'annial pil1,ricchissima. di risorse e attorniala da vicini quasi unicamente agri– coltori, ora. e manifestamente destinata ., a diventare indipendente, si in pace che 10 guerra, dall"industria straniera por i principali suoi consumi. Ed allora l'A– merica dh•ontò protezionista. (Continua). FEDERICOEsmn.s.
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