Critica Sociale - Anno IV - n. 9 - 1 maggio 1894

CRITICA SOCIALE 131 Maironi, colla sua logge alla mano, rispondo: poichè io vi ho dimostrato che nessuna parte delle imposte si ripercuoto sul salario, voi, signori proleto.ri , dovete starvene nello poltrono a goder~ lo spettacolo: è alfa.re che non vi riguarda. Por crescere o diminuire di tasse e di tributi, ,•oi non mangerete nè una patata ai meno nà una patata. di più. Ma se volete scomoJarvi, doYeto respingere quelle solo imposte che abbiano per effetto di limitare la produzione. Questa unica riserva fMcio alla mia dottrina, e questo solo limite pongo alla vostra inditTorenza. Fermiamoci un pochino e pigliamo flato. Poi lasciami faro le mio ossorvaiioni. Innanzi tutto la riserva si puU lasciare in disparte, perchè Maironi non ci ha detto qual concetto egli abbia dell'imposta o qual funziono lo as– segni. So nel pensior· suo l'imposta ò un prelevamento dal rcJJito, come generalmente si credo ed insegna, sarà. mollo difficile provare logicamente quali imposto non abbiano per effetto di limitare la produzione. Tutto lo imposte la limiterebbero perchò tutte fanno scemare il capitale cho si potrebbe impiegare ni,lla produzione. Il pensiero di ~(aironi dovrà. dunque essere un altro; ma poichè noi l'ignoriamo, sarebbe contrario a tutto lo regolo, compresa quella della buona croanzn, ragionare sopra una teoria o ignota o immaginaria. E allora ri– marrà. la prima parlo della dottrina di Maironi: l'im– posta. non si ripercuoto sul salario, dunque il salario ò in– dirterente a. qualunque sistema finanziario. E chiaro 1 •'• Ed ora ragioniamo su quesla proposizione. Convengo cho l'imposla non si ripercuoto sul salario; anzi allll tloltrina della. ripercussione dell'imposta, noi senso o nella latitudine che le sono attribuiti, non credo troppo. lo concepisco l'imposta come una spesa. di produzione, quindi dobbiamo ricercarla o trovarla noi prezzo delle cose prodotte. Mi spiego meglio. In una società dovo non sieno leggi, giudici e carabinieri, dovo manchino stra.de, porti e canali, in una società anarchica nel senso greco e non odierno della parola, un industrialo cho voglia produrre è obbligato a sposo maggiori. Egli do"rà. 1ortitlcaro il suo stabilimento o assoldare della. gonto che lo guo.nli e difenda, dovrà costruire lo strade so non vuol pagare più caro i trasporti ed averli più lenti o meno sicuri. In ogni caso lo spese sono spese di pro– duzione, come anche oggi ò una spesa. di produzione quolla di un muro di cinta. che servo alla custodia. sol• tanto, o quella. di una. ferrovia nell'interno di uno sta– bilimento. Nello società civili questo servizio di sicurezza o di comunicazioni ò compiuto dallo Stato, il quale non è in definitiva cho la stessa classe dominante stretta. cd organizzata in una va.sta compagnia di assicurazione. L'imposta ò il corrispettivo di questo servizio, è come chi dicesse la morceJo del custode o il sala1•io del carrettiere, cd in quanto ossa ò condiziono per la produzione o concorro ad assicurarla ed agevolarla ò spesa di produzione che si dovo trovare nello cose pro– dotte e quindi nel loro prezzo. So questo modo di concepire l'imposta ò vero, pos– siamo cavarne i seguenti corollari: 1: L'aumento del prezzo dei prodotti, quando ò determinato datrimposta, non ò un fenomeno di riper– cussione più che non sia, quando è determinato dal– l'aumento delle altre spese di produzione. La vera ripercussione può aver luogo solo nello imposto essen– zialmente personali o in quelle cho colpiscono il capi– tale improdultivo. Così è un fenomeno di ripercussione B1b1otec:.=i Gino B1arco quello pel quale il mutuante addossa al mutuatario l'imposta di ricchezza mobile sugl'intercssi del capitalo dato a presi ito. 2." In un senso generalo si può dire che nessuna imposta. limiti la produzione e che tutto qua.nte la limi– tino. La produzione non è limitata dall"imposta, perchò J"imposta ò una. spesa necessaria por ossa: la produ– zione ò limitata. dall'imposta, perchè l'imposta. è un capitale che s'impiega imp1'ocluUioamenle. L'imposta. potrà. dirsi un male, ma ò un malo necessario corno il s.ilario. 3: L'imposta non ò un prelevamento nè Jalla ron– Jita. nò dal profttto. Questo o quella non scornano, flnchò ritroveranno nel prezzo dei proJotti tutto l'am– montare dell'imposta. Ho detto jinchè, perchò vi sono duo limiti. L'uno ò costituito dalla concorrenza. estera, l'al1ro dallo ,·icondo del consumo interno. So la con– correnza. estera è forte ed attiva, il prezzo delle stesso cose prodotte all'interno dove diminuire: so il consumo interno scorna. per !"altezza doi prezzi, i prezzi debbono scemare a lor volta. Nell'un caso e nell'altro questa diminuzione dei prezzi, gia.cchò l'imposta si devo sempre pagare nella stessa misura, si opera. a danno del red– dito, o può essere o diventar così grande da assorbirlo tutto. Nell'un caso o nell'altro l'imposta vien prelevata in parte o in tutto dal reddito, o per dirla con )tarx, dal plusvalore. Nell'un caso o nell'altro, o in questi casi soltanto, si avrà. una vera limitazione nella produzione o si potrà. giungere flno alla cessazione di essa. Questa io chiamo limitcionc specifica della produzione. L'im• posta. ha dunque dei limiti nel suo sviluppo. Essa. do– vrebbe arrestarsi al punto noi quale incomincia. la limi– ta;ione specifica della produzione. Questo punto, rap– prcsentatC'oda una funziono molto variabile, sogna il confino di ciò che vien chiamato potenza couti·itmtù,a di una nazione o di un'industria, e in llnlia l'abbiamo varcato da un pezzo. •'• Le cose che ho dette provano la. vel'ilà. della pro– messa Maironi:cl'imposta non si ripercuoto sul salario•; ma provano anche la. falsità. della. illazione: e il salario ò indifferente all'imposta •· In buona sostanza., il sa– lario non si sah·a da un colpo di tra,•e1'So so non por averne uno diritto. L'imposta non si ripercuoto sul sa• la.rio ma lo percuoto; non si tratt~ di ripercussione, ma. d'incidenza, il che, se non è peggio, è corta.monto la stessa. cosa pel lavoratore, il qua.lo vedrà. sempre diminuita la potenza d'acquisto del suo salario, o la vedrà. diminuita tanto più, quanto ò maggiore la quota d'imposta incorporata nelle cose cho ò costretto a com– prare.,E disgraziatamente ò proprio cosi. I generi di prima necessità, che sono il solo lusso cho il lavora– tore si possa pcrmottcro, son colpiti durante la. loro produzione e dopo, son colpiti da imposte dirotto od indirette, da imposte erariali e comunali, ai contini d'ogni Stato e ai confini di ogni terra. Il capitalista, da uomo furbo, ha preso il lavora– tore per la sola parte per la quale poto\'a, lo stomaco, e gli ha detto: tu mangerai, ma dcvi pagarci il prezzo della nostra. generosità. La sola. imposta diretta non era sufficiente a. coprire le speso d'esercizio dello Stato. Aumentarla non si poteva. senza. destare fa concor· ronza estera. e mettere a rischio la produzione del J)lus• valore. Allora è ricorso all"imposta indiretta., a questo ingegnoso ritrovato che gli permetto di addossare a tutti una. buona. parte del premio di assicurazione o nello stesso tempo gli dà. modo o pretesto di dil'endero

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