Critica Sociale - Anno IV - n. 8 - 16 aprile 1894
121 CRITICA SOCIALE Imaginato pe1· un istante che sparissero i dazii sui gl'llni e tuue le imposte comuuali o dello Stato, che :,;padsse1'0 insomma tutte le concause cui l'ope– ra10 r>oteva addebita1·e la propria misel'ia; ebbeuo, cìò non servil'cbbe che a !'ende1·e pii, evidente ai suoi occhi qual è il suo vero nemico. Allora il la– vo1·ato1·e capi1·ebbe che il capitale libero lo fa al– frettanto schia, 1 0 quanto il capitale gravato da tasse. . ignol'i, non v'inganni questa pa1·ola astratta, libe1·tll. Libe1·tà pe1· chi 1 ~011 si fratta gfa della libei-tà pe,-sonale, ma tiella libe1·tà che serve al capitale per opp1·irnerc !"operaio; in altre pa1·ole, della libe1·aconco1·1·enza. ... Gii1.,·edemmo che razza di fratellanza nasce dal libc1·0 scambio fra le di, 1 e1·se classi d'uua stessa nazione. Non dh·ersa ò quella che no nasce nei r-appol'li internazionali. Solo alla borghesia può veuir in meute di <1ualifìcare fratellanza lo sfrut– tamento cosmopolita dei lavorato1·i. L'azione distrut– tl\1a della libe1-a conco,-renza di ogni singolo paese aumenta a dismism·a sul mcl'cato internazionale. 1:: tempo di finil'la coi sofismi dei libero-sc..tin~isti, che hanno lo ste:sso valore degli argomenti dei tre auto1·i p1·cmiati, llope. ~lo1·se e G1·t,g. Ci dicono. ad ese1npio, che il libe,·o scambio con– duce a uua divisione internazionale del la\•01·0 e quiudi a specializzare ogni paese uelle p1·oduzioui ad ff•so piu idouee. Non ci-1Jdiate, signori, che il caffè e lo zucchero siauo p1·odotti uatu1•;.tlisoltanto dullo Judie occiden– tali. Due secoli fa, la natu1·ai poco sollecit.a del comnier·cio, non ri produceva né piante da caffè nè caune di zucche1·O. E forse non passeri\ un altro cinquantennio che non \"i ll'O\'et·ete più nò caffè 11è zucchero, pe1·chè l"lndia orientale. ,wmata cli mezzi •di lavo1·O meuo costo:si, ha già cominciato una lotta trionfante conti-oquesta pseudo-vocazione natu1·ale dell'India occidentale. La r1uale, cosi abbondante di r·icchezze natu1·ali 1 va diventando pe1· gli i11~lesi un pe.qo non meno g1-ave di quello dei tessitori di Dakk. che sembr•avan dai tempi tll'eistorici p1·edesliuati alla tessitura a mano. Aggiungete che, dacchè tutto diventa monopolio, vi hanno 1·amip1·tlvalenti d'industl'ia che p1·ocm·a11O il dominio del mercato mondiale alle nazioni che li colti\'ano. Il cotone, pe1· esempio, ha nello scambio inter·uaziouale una irnpodauztl comme1·ciale supe– riore a tutte insieme le altre matede p1·ime che se1·\•ono all'iudumento. I libero• cambish ci fanno l'ide1·e <1uando !:ii basano su due o tre specialit..\ in ogni l'amo d'industria e le coutrapponguuo agli oggetti di uso quotidiano la cui pt·oduzioue diventa tanto più a buon m01·cato <1uanto pH1 l'industr·ia si sviluppa. Non è st1·ano del resto che i libero-scambisti non capiscano come un paese possa arricchi1·si a :spese di un altro, dacché neppure ri~scirouo ancor·a a C.."lpire come una classe al'l'icchisca a spese di un·altra classe. . . . Non crediate tuttavia, signori, che, facendo la critica del libero scambio, uoi intendiamo con ciò leva1·ci a difensori del protezioni:smo. Si può attac– cal'e il 1·e$ime costituzionale stmi'.a con ciò fat'Si difensori ,1e11·assolutismo. Il pl'Otezionismo è un mezzo che serve all'im– pianto della g1·a11de i11dust1·ia in un dato paese e gli ap1·e con ciò la. necessità del mercato inte1·na– zionale e quindi di nuovo il bisogno del libero scambio. li pl'otezionismo s, 1 iluppa inoltre la libera concorrenza nei confini nazionali. Perciò nei paesi nei (1uali la borghesia comincia a rinforzarsi corno Blb 1oteca Gino Biarco classe - esempio la Get•mania (1) - essa s'ingegna di ottenere misure protettive. Queste misu1·e le servono come a1·me conrro il reudalisrno e l'asso– lutismo e agiwolano la concentrazione delle ~ue for·ze e il libero scambio all'interno. In generale attualmente il protezionismo é misura conse1·vatl'ice, mentre il libero scambio agisce come ro,•za distruttiva. Esso distru~ge le \"ecchie nazio– nalit.\ e porta agli estr·emi rant.agonismo fra pro– le~,riato e borghesi~. li libero scambio atrret~, la rivoluzione sociale. E solo in questo senso, o signori, ch'io sono libero-scambista. CARLO MARX• (') t."autore 11 rlrerh·a alla Germania del 18H 91111ndola bor• g"ht!lia (;>dPIJC:I a,·eva 11pp,.nnf'Onqul1q1to Il\ 11ropria lmll1>en•tenia come claue. Lo IJteuo concello $.arel.Jbe nppt,cabll1:J a11·111,1ia odlernat (Notti della CRITICA SOCl,\LBl. PRETI, CRISTIANESIMO E S CIALISMO V. I Vangeli. Venian:io alla legge del Cristo, a.i Vangeli. Ancho qui non devo tener conto dei risu 1 ta.li della critica. in1orno alle quattro raccolte che si riferiscono agli apostoli '.\latteo, Marco, Luca A Giovanni; ma con– siderarle dal punto di ,•is1a religioso cristiano. Cosi non starò a preoccuparmi dello relazioni tra buddismo, essenismo e cristianesimo. La. religione ammette la. legge del Cristo contenuto. nei Vangeli in sò e per sè, in parentela soltanto col Vecchio Testamento l 1 ). Uno dl.ii caralteri fondamentali della. dottrina cri– stiana ò la esaltazione della povertà .. Dice il Cristo : Beo.ti, o po,•cri, perciocchè il regno di dio ò vostro. Bea.ti voi, che ora ave10 rame. perciocchò sarete sa– ziai i. Beati voi che ora piangete, perciocchò voi ridereie. Ma. guai a. voi, ricchi! perciocchè ,•oi a,•etc la vostra consolazione. Uuai a voi che siele ripieni! perciocchò voi avrete rame. Guai a voi, che ora. ridete! Perciocchò voi farete cordoglio e piangerete. ; Benedite coloro che vi maledicono; pregate per co– loro che vi molestano. So alcuno ti percuoto sur una guancia, porgi ezìandio l'altra; e non divietar colui che ti toglie il mantello di prender ancora la. tonica. .I-: dà. a chiunque ti chiede; e se alcuno ti toglie il tuo, non ridomandarglielo. lLuca, VI, 20, :?.I, 24 1 25, 28, c'9, 30). Oh! 'lllanto malage\'olmente coloro che hanno delle ric– chezze omreranno noi regno di dio! Pcrciocchò, egli ò più age,•ole che un cammello entri per la cruna d'un ago, che non che un ricco entri nel regno di dio. Io ,•i dico in verità, che non vi è alcuno che abbia lasciato casa, o padre e madre, o fratelli, o moglie, o figliuoli per lo regno di dio; li quale non no riceva molti contanti in questo tempo o nel secolo a "enire la vita eterna. (L1tca, XVIII, 24, 25, 20, 30). . Se tu \'uoi essere perfetto. va., vendi ciò che tu Ila, o donalo ai poveri, e tu a\'rai un tesoro nel cielo; poi vieni o seguitami. lo vi dico in verità, che un ricco malagevolmente ontrer-J. nel regno dei cieli. E do. capo vi dico: Egli è più agevolo che un cam– mello pa~si por la cruna. di un ago di quello cho un ricco entri nel re~mo d1 dio. (.1laUeo, XIX, 21, 23, 24). Vendete i vostri beni e raiene limosina.i fa.levi delle bon:e che non invecchiano i un 1esoro in cielo, che non ,•iene giammai meno; O\'e il larlro non giunge Oli O\'O la tignuola non guasta (Luca, Xli, 33). (1) l)lce Il Crl1to nell'E1:a11gclo, eecondo Maueo: « Non pensate ch"io 1IA Tenu10 pe,r annullaN! la legge e I pro(eti; io non ,ion ,-enulo J>erannullarlt; anzi per :idempierll 11. v, t7,
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