Critica Sociale - Anno IV - n. 6 - 16 marzo 1894
CRITICA SOCIA!,~: salarii segua quello dello sussistenze, è cosh-ett,, a confessare cho « lo mercedi seguono il prezzo dei p1·odottiagral'ii, con clive1·stssfmt oradi clt celc~ ,·ltti • ('). 11 sentirnentalo ma gonfio l'onteyraud, commentando questa esp1•cssione. dice:~ quanto convulsioni non hanno mostralo la lentezza con In quale av\'ieno l'innalzamento dei sala1·ii, o la ra– pidiltt, nl contrario, con cui ribassano negli anni di cn,·cstia 1 Noi 180 I il prezzo del grnno era scel– lini 14,10; la mercede.- sempre 111 Iughilterm - era ad 8 scellini; nel 1817. il prezzo sali a scol– lini 100,~ o la mercede si a1·l'estò a 12; ciò che p1·csc111a un accrescimento di 200 °/. nel prez1.0,a fronte di un 3.3 'I, nello me,-cedi. i n, 1 rc1':\allora, in questo condizioni, il passaggio n metodi di alimento sem1>1·0 pii1 1·cg1-cditi. Nella Irlandn, il premio all'esportazione dei grani del 1783, espandendo la granicultum su tcr1·Omeno produt• tiYO, innalza il costo elci ccl'enli e sforza i lavora– tori ad alimonla,-si di palalo. E c'ò forse bisogno di :uula1·0molto lungi da noi per rintracciare la ripro,·n di questo fattot Durante gli anni in cui l'llalia ò allietata dal dazio di introduzione sui ce– reali, le note della statistica portano la espansione dclln cullum del mais e conseguentemente un in– c,·emento della pellagra. l,'im1>01'0dello leggi cco– uomicho uon soffro eccezioni di spazio nello stesso tempo. Ma non solo in questo modo il dazio sui cereali fa sontiro la sua demoniaca potonzn, poichò, ridu– cendo la facoll,\ di acquisto del lavoratore, rendo semp,·o pili scarso il consumodi tutto le altro me1·ci cosi da coslringe,·lo in \'Cri 1>0riodi di crisi('). 1 hwo1-ntol'ioccupati in questo imlusfrio ne soffrono dil'ettamcnto le conseguenze. A misura cho il pro• fitto delrindustriale si attenua, si allenua l'accumu• lnzione e quindi il rondo di mantenimento <lei la• vomtol'c. Lo categorie economiche sono così inti– mamente connesso da non potersi scindere runa dall'alt1·a. Le crisi dei disoccupati seguono i1n 1 a– riabìlmente, talvolla parziali pe1·alcuno indusfrie, tal"nltra generali, ma pu1·sempl'e si av,·erano con vicenda ineluttabile. .\ questo punto il consumo istesso dei cereali diminuisco. Mentre uel triennio I :;- 7, da noi. il cousumo Ilei grano era salilo a quintali l li.3:i3.308, cd c1'a in aumento di 25 chilogrammi per abitante sugli anni antecedenti; nel triennio ISSi-90, col drudosui cereali a L. r,, il consumodiscese a quin• !ali 100.0~i.389, cioè di 11 milioni o mezzo, ossia di 30 chilogrammi all'anno pc,· abitante. Quosla cau~a conne a al prog1-essiYoesam•imento della tel'rn, do,•ulo alla stessa s1>0cialit:t della produziono a g1>ani,annienta il beneficiodella protezione, fa quale, pc,~serbarsi emcace,ha bisognodi un nuovo inasprimento. Solo così va spiegato il giro sisireo in mate1·iadi politica doganale; dico Engels che. qunnclo uno Stato si é dato alla p1•otezionc, questa Yi aderisce sino alla morte. ... Gli 01ie1-aiperò non sempre si acconciano a sof– frire i rovesci terribili cho il dazio sui cereali loro infliggo e giungono lah·olta a dmbal1,,rlo dirolla– menle sulla classe capitalistica sotto rorma di un p1·O1>01·zionale umento dei salarii. Allora la classe capitalistica, prima di accett..'\1·O questa detrazione gravosis imn dal prop,•io p,-ofotlo. il quale o giil dall'uso del capitalo improdutli1•0 riclotloagliesh-emi, inizia una lotta YiYacissimacontro il lavoratore, questa Yoltasollo la forma di gue1·1-a. l maggior costo del lavoro. Prolungamento di giornate di la• ( 1) lhCARDO, Prlnclr,ll di H;:ONOmla pollllco. Cnp. IX. t'J H:oon,, l,tUrpr/tall!m t'co11omlqut' de l'11l1tol>'t'. cap. XVII. n B1 r o voi-o, maggior uso di capitalo costante (tecnico) n det,·imento ~cl variabile (fondo s.,la,·ii), impiego del lavo1-odi donne e cli ranciulli; ceco il prodotto di questa sonia opposizione, il cui ultimo alto è sompro lo stesso: creazione di un esercito cli risona indu– sfrialo, candidatoallo soflC1·enzo O1Tibili dell'eccesso di 1>opolazione.(') Nò a questa sorto fatale lenti di sfuggire il la– vorato1·O agl'ario o il fillaiuolo, il <111alo ultimo,anzi, sarebbe contmrio ad una impostadi questo genero como consumatore. in qunnto dO\'l'Obbodare un maggio1·p1-ezzo pe,· le istesso merci, o come pro– d ulto1•e,in qunnto sa1·ebbc CC\strctto a pa~a1·euna mC1·cedo superiore al la,·O1-atoro; poichè le influenzo economiche ngiscono egualmente ullo stesse con– dizioni sociali. E già, del 1·cslo, un sal::u·iomaggioro soltanto pe1·l'operaio dei campi, sarebbe impossi– bile con la conco1·1·cnzn che, p1'0vocando un eccesso di offerta di forza di lavol'O in quell'industria, no ribasserobbo l:i morcedo. Il flttaiuolo poi non può a""antaggia1--sidel cresciuto \'alo1-c dei cercali, perché questo va intero al proprietario come au– mento della sua rendita. Nò mi sembra che il de– putato J:.rnl'C3 abbia di <1uestofatto una chiara nozione, poichè è appunto nell'inte1·essedi coteste duo categorie di produttori che egli in\'cca il mo– nopolio dei ce1·eali « per impcdi1•O l'in,·asiono nel mercato f1-anceso dei cercali p1'0vcnicntida paesi, ove gli ngricoltori 1-iccvonosnln1·ii,come in India, che non 1·aggi11111,O11O i 25 centesimi » . .Ma il Jaurès ò m e1•1·oro so Cl'Cde- interpretando alla superficie la teoria 1·icai·diano•marxista dol 1•alo1-e- cho il rnloro dei p1'0<lottiagricoli si mi• suri dal J}re;:;o del salario agricolo. Fo1·tunatamente in p1'0posito non vi ha pili dubbio fra gli stessi economisti: il prezzodel p1·oclollo agricolo si misura dal costo di p1-odu1.ione sulla lor,-a meno ferlile, che O nece.ssai•io pe1· compcnsal'no la cultura. In paesi, corno in India - ove la g1·ande estensione dello tcr,·o fel'lili non presonla quella di1•e1-sifanei g,·adi produtLivi che presenla inreco laddove lo tor1·O di prim'o1·dinosono tutto appoderato - non necessitando il passaggio n lerre di peggior gr3do, la pal'to che la rendila si ra ò naturalmente più piccola cho da noi o quindi il Yalorodello derrate di mollo infel'Ìore. Questo deduzioni cosi ov,,ic, e puro di indole rigidanlente scientifica, stabiliscono çi:\ di por sè e senza bisogno di ulteriori commenti la negazione più precisa della, non saprei so dire, teorica del Jauròs. La protezione accorciataai cercali nazionali, specie se nella forma odiosa di un monopolio, è solo ,.,u, v,·ote;to11e <lei/eatte ,•e,ulfte aei 111·0- 1n·tetart e ,wn. ce1·to drl /a,;01·0 ,w.:ion.ate, che an:t ne solJ)·edanno. A misura che si imprimo una spinta contraria all'intl'Ocluziono elcigrani esteri, si necessita il passaggio alla coltu1·a cli te1·1-e na• zionali meno p1·odutti, 1 e, cioò si aumenta la diffe- 1·enza f,-a il prodotlo di questo e di quelle di prima qua.lit:\,differenza che si traduce, secondo la bon nota e sicm-a teoria ricardiana, in aume11todella 1-endita delle prime. In roalt:\ a questa vem imposta sui profilti, cui P.ur finalmente si riduce il dnzio sui grani, sollanto 11pr oprietai·io di terre arl'h'a a sottrarsi, il quale non solo giunge a pngaro con l'aumentata rendita, che egli solo percepisco,il c1·esciutoprezzodi tutto lo mci-ci,ma anzi no incassa sempre meglio l'in– cremento. Lo maggiori speso che il daziosui cereali importa alla pr-oduzione, po,· gli aumenti di salario inevitabili, non Yengono,nè lo poti-ebbero,sostenuti dalla rendi~,. bcnsl dal compenso del flttaiuolo. La terrificante influenzadel dazio sui cercali, che
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