Critica Sociale - Anno IV - n. 6 - 16 marzo 1894

94 CRI'J'ICA SOCIALE - Dunque, quanto gliele paghiamo quest'anno le uve a questi ,·illani? Capite? il frutto di dodici mesi cli sudori o di stenti non ha sul mercato un valore proprio, ma un valo1·e cho dipendo dal capriccio, dall'ingoi--cligia di poche pancio borghesi! Per cui ci tocca vedere nella miseria una popolazione che procluce non solo quanto è necessario a sostentare i suoi indi– vidui, ma quanto basterebbe ad una popolazione dicci volte maggiore! Potrei aggiungc1·e altri ed altri mezzi minori di sfrutlamento, ma i sovradescritti mi pare siano già più che sufficienti a dimostrare quanto sia fosca fa condizione dei piccoli proprietad, e come, se qualcun d'essi potè con stenti e sforzi inauditi man– tenersi lontano dalle un8'hie dello strozzino, dovrà puro un di o l'allro lascaa1·Yi )a pelle. E allo1·a 1 Allora il fatto a, 1 rit dato ragione a Prampolini, o meglio a quella legge che domina sov1-ana in tutla 1a pl'opriclà borghese; la piccola proprietà esister{\ ancora in apparenza, ma in realtà sai<.\del tullo scomparsa, poichò a toglierlo questa larva di vita baster·à un atto di volontà dello strozzino, che - Gio, 1 e da commedia - agitando la chioma rada e stinta, farà tremare l'Olimpo economico. (') ... La conclusione a cui siamo giunti 11011 ò vol'a– menle fra lo più consolanti o tu1·ha, o almeno do– vrebbe turba,·e, i sogni di coloro che nella piccola p1'0pl'iefa vedevano la sola c\ncora di salvezza per l'Italia. Inutile però sarebbe il cercare riparo a questa co1·rente, anzi a questa fiumana che ci porta ad un fondamentale rivolgimento economico. La storia, come la natura, va- soggetta a leggi ineso– rabili, anch'essa deve passare attraverso a processi altrettanto crudeli quanto ineluttabili. Ma, precisa• mente come nel regno nalul'ale, anche nella storia ogni periodo non è fine a sé stesso, ma è prepa– razione ad un periodo futuro, po1·ta in sè i germi d'un periodo nuovo. Cosi l'accumularsi dello ric– chezze nelle mani dei l>Ochi, cosi lo scomparire della piccola proprietà, o tre che avvicinarci sempre pii, al collettivismo, ridesterà nelle assopite coscienze dei contadini, ins~emo coi pt'OJW'iinteressi. l'istinto e la coscienza di classe sfrutlata e del'ubata, di classe che oggi ò nulla, ma che domani potrà e dovrà essere tutto. E da questa giovane coscienza sorgente in una popolazione giO\'ane o vigomsa dovrà scaturire la no,•ella società, che 1-aJ>presenter·.\, quasi direi, una nuova generazione nel gran processo storico del– l'umanità e cho segnerà il trionfo della giustizia, della verilil, della scienza. Adoperiamoci ad affrettarne l'avvenimento! ROCCA PILO. (') Le ,•endite d'lmmoblll per espropriazioni rorr.&teInnanzi al tribunali, da !86l che furono nel t881, 1ttlirono a 3iH nel 1888, oula da 9,89 o~ni 100.000:i.hltanti a 13,!9. K nella cifra di 3SU dell'Anno 1688 Il Piemonte, dove impera ,ipeclntmente la piccola proprletlt, figura per la rl!pettablle cifra di 714, oula !O, !3 ogni 100000 abit.11111; e siccome soltanto un de– cimo circa degll abltantl in llalin sono 1>roprie1arl fondiari, si verrebbe ad averti una media di :.::O· oe,·esl l:iollre tener conto delle vendite gludiilarle di Immobili presso le Preture per mancato 11agamento d'lm1>01te,che nel sud• dello anno arrivarono a U.193. Sono dunque 180!4 piccole pro– prietà che scompar\·cro nel ISSS.secondo I rlsullatl dello stati• stlche ufficiali: ma quanto questa cifra sia lnferloro al ,·ero si 1m6 facilmente capire solo ché si 1>ensial numero, mollo più grande del precedente, di es1>roprlazioni private, cxiragludlzlall, di culle statistiche 11011 ponono tenere conto. Bib 1oter.a Gino B1arco PRETI, CRISTIANESIMO E SOCIALISMO < 0 Il. La Chiesa e la proprietà. Sul principio la società cristiana fu comunista. E la moltitudine di coloro choa.ve, •ano creduto, a.,•ova uno stesso cuore, oJ una stessa. anima; o niuno diceva alcuna cosa, di ciò ch'egli avoa, esser sua; ma tutte le cose erano loro comuni. E gli apostoli con gran forza.rendo van testimonianza. do!!.~risurrezione elci Signor Gesù; o gran grazia era. sopra tutti loro. Conciossiachò non vi fosso alcun bisognoso fra loro; perciocchò tutti coloro che possedovan poderi, o caso, ,·endendolo, porta.vano il prezzo delle cose vendute; E lo metteva.no a' piedi dogli apostoli; e poi ora. di– stribuito a ciascuno, secondo ch"egli ana. bisogno. Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (il che, interpretato, vuol dire: Figliuol di consolazione), 1.0,·ita, Cipriano di nazione; A,•endo un campo, lo ,·endò, o portò i denari, o li 11osoa· piedi degli apostoli. (1) li comunismo inizialo cristiano non era la collettività. della proprietà. o dei frutti del la,•01-0,ma la comu– nione in una. improvidonto o spensierata dissipazione . La ccclesia non era per quei proseliti e che una tenda passeggera, che serviva di peristilio ai tabernacoli eterni.:. l') Il fenomeno perè, non ebbe lunga durata. e La comunanza. dei beni cessò di es ero opportuna come la Chiosa ru dilatata.: e i JH'osoliti poterono con• servare i loro beni ed aumentarli ciascuno col trartlco, l'industria, lo eredità, solo obbliga.ti a soccorrere i fra– telli poveri, o faro una offerta, nelle obdomadali o men• sili adunanze, pel culto o i suoi ministri, o pe1• opero di pietà. • (') Costantino imperatore riconosco a.Ila Chiesa il diritto di possedere come persona mora.lo . Il diritto barbarico completa l'opera. Nella lcttor,1tura. patristica s'incontrano do' passi co– munistici come i seguenti: Qual è l'ordino naturale slo.bililo da Oio1 f~ cho la tel'ra sia il possesso comune di tutti, e tutti abbiano un diritto eguale ai suoi doni. I.a natura ha. voluto la co– munanza; l'usurpazione dell'uomo ba creato la proprietà indiviclualc. SANT'AMBROGIO. Lo ricchezze sono ingiuste, pcrchò non potendo es– sere possedute dagli uni senza spossedero gli al1ri, non hanno altra sorgente che la ingiustizia degli uomini. SAN GEROJ,,\)(O. L'uso di tutto lo cose dovo essere a 1utti gli uomini promiscuo, perchò soltanto la più manifesta. iniquità. ha potuto far dire: questo i.: tniOi e da ciò ò scoppiata la discordia. rra i mortali. SAN CLEMENTE n'A1.ESSANJJIUA. La Chiesa tuttavia riconosco il sacrosanto diritto di propriofa indh•iduale non solo sulle cose, ma.anche sulle persone, tenute come oggetto di diritto patrimonio.lo . ('t veggasl Il numero )>recedente. - Cogllnmo l'occulone del rlrhiamo 1Jeranertlre che nella prima parte di questo studio, e precisamente a png. i8, colonna!.•, Uuea !3 dell"ulllmn C,•ltfca, è trascorso un errore tipogranco. Dove è scrillo: « Una t1ut1uone ucrto·chtca (r:1. le chieriche ml lascerebbe lnditr~rente », de,-e leg• gersl: « una O'llt.ttlon.e 100lale rr:i. ecc.,. I.. °' corredone del resco era suggerita dal l!enso del verlodo. (:Yota della DIREZIOSll). PI Fatti degli apoatOlt, IV, S!-37. t•) m,rotre du Chrfatlant,mc depul• 10n o,•igtne Ju.rqu'à "°" Jour.r pnr tT18SSR CIIASTBL, Paria, 1885. Tome ,, chnp. Il. {•)c. CANTÙ: Sto,·ùt 1mù:cr.rale. Torino, ISS\, Tomo 111, libro VI, ca1J,XXIX.

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