Critica Sociale - Anno IV - n. 6 - 16 marzo 1894

CRI1'ICA SOCIALE 03 nelle conditioni descritto. Vo n'ha la cui propriel..\ il libem dn ogni one,·o od ipoleca. Per costoro ndunquo non hanno ,·aloro lo coso fin qui dette, In toro condiziono è non solo buona, ma ro1·tunata, ~i insieme coi propri dovmnno rigenerare gli interessi del nosll'OJ>aeso, ccc., ccc., aggiungendo tutto il resto 1lell'i illio piccolo-proprielario che sappiamo n memoria. . . . Anzitutto, non lasciamoci to11:lierola mano dagli cntusinsmi. Sapete voi dil'mi 11 nume1·0 dei pro– prietari liberi da imposto, cho sbarchino il lunario ~1111\ lo S()Ollrod"una o più cambiali in soffel'cnza? Chi li computasse al dicci per cento andrebbe in Hl dnl vero; chò in ognuno dei nostri villaggi queste arabe fonici si contano sullo dita della mano. (') Ma fossero pu1·0 non il decimo, ma il terzo, la metà; fossero puro ltilli, i nosfri piccoli proprieta1·i, liberi da ogni onero ipotecal'io, sfuggili al pidocchio capitalista; ebbene, nncho dah\ questa ipotesi ns– su1'tlu,O.'i..'lminiamo senza pro,•cn1.ioni, cd alla soln loco dei falli, se la loro condiziono sia proprio cosi degna d'invidia come ce la ,·01-rebbc1'0 gabellai-o corti economisti.. .. troppo ufficiali. e i.:cmigrnzione europea t 'O.SO p ossibile il colossale sviluppo dell'agricoltura a merica na, che colla sua ronoo1·ren1.a scrolla lo basi della g1-andc come della piccola p1'0p1·ietà tc1·1·iernin E111·opn. » Cosi scl'irC\'3110 nell'82 C. ~larx e F. Engel,, e non ò n dire so in quest'alt1·0 decennio la piaga non si sia inciprignita. I non mai stancl1i decantatori della piccola pro– pricb\ nello loro declamazioni non sanno mai n,el• tcro il naso fuori della po,·ta di casa, e anche in casa hanno la \'ista corta. In Italia non sanno ,·cdero che la piccola e la gmndc propriolil colti\'ata coi metodi barbogi. Se osserrasse,-o meglio, si accorge• rebbero che anche da noi giil qualche esperto ed oculato grande p1'0prielal'io ha tentato la coltura irttonsivn, applicando alla ln\"oraziono del terreno macchine, concimi chimici o tutti gli altri trovali delln moderna scienza a~1·n1·ia.E so poi questi miopi inforcando un paio d'occhiali spingos ero un tantino lo sgu:u·do anche oltre i confi111, sa1·obbc1'0colpili da uno spettacolo nuovo, gmndioso. che scombussole- 1-obbc i 101'0 piccoli cer1·clli. Essi ,·cdrebbero le grandi p1'0prietà trattate con una coltura mzionale fruttnro qunttro, cinque e - date certo speciali coltivazioni - mngnri venti volto quello che una egunlo estensione di terreno fruita nella nostra Italia, nel i:iardino d'Em'Opa. Questa vJSta oh! toglic,-obbe 101'0ogni illusione, squarcerebbe ogni benda e li sforzerebbe a 1·ico– noscc1·0 la nuda o cruda ,·ealtà. Gettate sul mercato lutto questo produzioni, fato che si ,·enga alla con– cor11in1.aspietata p1'0pria a11:liStati capitalisti, o poi ditemi come si potrà rcs,ste1-e. Le nostre der– rnto vanno calando di prezzo anno per anno e il contadino si vede obbligato a cedere il p,'Odotlo di ( 1 ) Nel t871 Il debito l1>otec1rlo rru111rero u11 ..,. a F.!)0'.UW.&H lire e dal te;7t Al lf8!):tndò sem1)reaumenlando, ,, che Il 31dicembre tf8l ragglunlfl la romma di 8931.0t7.71!>,11umen11111do nel solo 1889 di :U9.87Utf. Orll, blll.'\Odo1I gull'n.umenlo del IS89 - the 11011 è punto e111ge– rato, nntl normnlmente ln(èrlore nl •ero - All:t fine del corrente n.nno 11nrrlverelJbc nd n,•erl' un debito lpo1euriodl I0.58V04.8t:t. Notl1I che ln 11eu:, l!ommn 10110com1,reae 10!1nn10 le l1crlr.lonl l1>0tc<":lrl11J D<'C<'l81>erthibltl e!:R'èlll.,I,trnlucu1ndo quelle che 11 rJrerl1cono :t debiti e..entunll, che JJUl'1" Al!Cendono fllla aomm:t di !l.!lf8.13l.!tiG. Ttlllo ciò ollre l"lmmane cumulo tll debllo chirografario, umpo 1u cui 11Herclla Il l'fro 11rouln•rclc, libero da ogni oue.rH1.– don• 11at11llt:a •.•• e tuorl dellll lt>,Je. (Nl'I 1889 1·aumen10 del debito tpoceearlo In Piemonte r11 di itl.UO.t')i, dt cui 19.lii,i~ M I) ,obi proYlocla di Alt>nandrh) Gino B dodici mesi' di fatiche J>C!'un ~rezzo pl'Oprio insuf– ficiente alle suo uccess1t.\. Gli s1 fa balenai-e rn– Jlllnzi,ò vero, ora un trattnto di commercio, ora unn modificazione nei d:izi internazionali, ora una convcm:iono di ttu·iffo cho debbono nprire ai nostri paesi sbocchi nuovi, nuo, 1 0 vie di esportazione, nuo,·o j>iazze di smercio. lnuti mente! lo sorli della nostra agricoltura non dipendono nò da un trattato, nò da un rimaneg– giamento di larifle; ~on dal libe1'0 sc'.unb,~ o ~• un dazio p1'0telto1-o.E la sf1-onata, la 1r1-es1shb1lc concor1·enza straniera cho intrnlcia ogni tcntalh 1 0 di 1·isorgimenlo nella nosll':I p1'0duzione agmria, ò , 1uella concorrenza della grande p1'0prielà a collum iulcnsim che da noi ora ò inapplicabile per In ll'Oppa suddivisione della pl'Opriotà stessa, e quindi pc1· la mancanz....'\dei capitali neccssarì, macchine, concimi, ecc.... Nò ò questo il pe~gio. Il 11101.1.0 più sfacciato 0011 cui si sfruttano e si derubano i contadini é il sistema di cambio, 1•e1·eforche caudino alle quali 11eppu1-e uno dei piccoli p1'0dutlol'i ngrnri può soltm1-si, è sotlo cui lascia la miglior parte di sè stesso, del– l'opera sua, della sua p1•oduzione. Marx dimosll'ò luminosnmcnto la divcrsit..\ tra. Yaloro d·uso e \'a- 101·0 di scambio, ma certo in nessun campo ossa appa1'0 la1\tOgrande qua~to per_la p,~uziono agri– cola. JJash dii-e che ne, nosll'1 111e,, sopratutto viniro1·i, il vino dai nc~o1.innti si paga 15 cent. il litro, mentre essi, dic~1o venH cl!ilometri in_ I~. non lo rivendono mai a meno dt 80 centesima. Donde tanta dilforon,., 1 t,: tutto un sislema artificioso di spogliamento esoreilato dai negozianti capilalisti per me1.1.odel loro codazzo di media tori. baghorini, sensali, agenti, raccendie1·i ,mcz1.ar. ;,o chi più n'ha ne mell..'l. E il conta dino, neH asua 1"01.1.a ingenuw,, si presta meravigliosamcnlo a s_imili_ giochetti. )lolte. volto an1.i, 1>0r quella necessità d1 concorrenza cm non può sollrn1-si, po,·ge egli stesso mansuetamente il dorso ai suoi tosatol'i. Basta ave,· passato u11t\ solJ gi01·nata n~l scttom~ro sui colli del Monrerrnlo « por vendommta re tanh >, allorchò i lunghi filari 1'0sscggiano o ne11iggiano del bel frullo quasi maturo, e avern o ermto 11 ,•orgognoso, il furfantesco mcl'calo che ,·i si fa, non solo del p,'Odotto, ma nncl1e della semplicili1, della schiotte1.1Adel contadino; basta cenoscero anche suporficinlmenle i nostri morcali, por doYer ~n– fessa1-o che il Jll'Odolto del lavo1'0 del contad1110 \'iene rubacchiato, insaccato, dilapidalo dall'ingor– digia cnl>itnlista. E qua ora lo dormtc non sembrino abbastan1.a a buon prezzo, i c..1poccin fra i comp1-atori, i èosi deU! dominatori del me1·cato, prot~t.ando mancanz..i. d1 richiesto, o di danaro. o insurricicn1.a di mezzi pe1· alloga1'0 la merce comp1'tlla, dicono di non poter più compmre. • . . . Subilo ottengono renetto desiderato! I contnd1111 non to1'1ano nil abboccare all'am~ (come noi tareb– be1'0 dato le strettezic in cui \'Cl'Sano!). Accorrono i di;f;1'aziati a 1':l.ccomnnd:1rsi ai sensali. agli inc~a- 1·icnh,ai baghcl'ini, p,·egnnd~, implorando, scongrn: rnndo cho vogliano prendcr"SI quella poca.uva, quo1 pochi bozzoli, o altl'o, al p1·ozzo che vogliono. Oh nllo,·a. non dubitate, che lo richieste ricom– p:1iono, cho i magazzini si ~llargano S?1i~_urat_arnenle: cho i denari saltano fuo1·1numerosi prn dm rungh1 dopo un'abbondante pioggia. ~!'accadde pii, di una volta di senli111, qualche tempo prima cho comincinsso la ,·endemmia, ti-eo quat11·0 pe1.1.ig1'0ssi del mercato, a conciliabolo fra di !01'0,dii-o colla pii, g,-,111dc indilfe,·enza:

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