Critica Sociale - Anno IV - n. 4 - 16 febbraio 1894

CRITICA SOCIALE 55 per 11na necessUà lneso1·abile limitata al mante– ntrne>1tonecessa,-10tn uso net popoto. Ques~~do· fìnizione ha due diretti: 1. 0 è. troppo vag~\; 2.~disco~ nosce il fatto reale, palpabile, della d1ve1·s1tàde, salari, che ò spesso assai l'ilevante. l . 0 ,;• l1'·011110 vaga, e per vero nessuno può esse1·ein grado di dire in che consisla il mante– nimento necessa,•io. Secondo che un uomo sarà condannalo a stai' seduto in una poltrona senza spende1·e in alcun modo la propria energia, o in– vece clov1'c\ stai-sene quindici oro al ~iorno davanti a un telaio, o cal'ica1·ee scaricare continuamente pe– santi sacchi di g1·ano, val'icrà il quantitativo della sua alimentazione. Ma Yi ha di pili: il manteni– mento necessario varierà ancol'a in ciascuna di questo occupazioni secondo che interessi o no ga- 1·:.rntire al hworato1·e una vita di du1-ata normale. .La indeterminatezza del dato: tnantentm,ento ne· cessa,·io, non è rimediata dall'aggiunta: 1n uso nel JJopolo, pe,·chè questo uso fisso,cosL,nte, nel popolo non c'è, e non c'è per una ragione sola, chij - mentre, stando al concetto di Lassalle, parrebbe, con questo uso del 1iopoto, che il proletariato possa in qualche modo far pesa1·e J1ella bilancia che de• termina i sala1·i le necessità fisiologiche dell'uomo - noi sappiamo, per quanto abbiamo detto sopra, che il lavo1·ato1·ee i suoi bisogni sono completa· mente estl'anei alla fissazione del saggio del salario. il quale è determinato unicamente dalla logge del minimo mezzo applicata dal ca1,italisla secondo il prop1·io interesse. 2.• Disc,,nosce tl fatto della dloe1·sità del sa– la1·i. E per vel'O, data la legge lassalliana, riesce incomp1·ensibile come un macchinista rerroviario guadagni, ad esempio, sei lire al gio1·no e un fila– to1·e una lii-a e anche meno. . .. Se la legge b,-onzea, come l'ha formulata Las– selle, non ci soddisfa, ce1·chiamole un'alt1-a cspres• siouc, 1·ifacendoci alla conclusioue dalla c1m1loci siamo per un mom!!nlo allontanati: il salario è la spesa che 1l detento,·e dt cap,tale Incontra a fine di pote,· ttsw·e <letta (o,•;;a di lcw01·0che Oli alJt,isounae, verchè ,,11esa, tl detentore di capt– iate tenta 1·ldw·ta tl J)i!Ì possibile - o to,•niamo all'esempio della macchina. Da quali e quanti elementi ò costituita la sposa che gntva per la macchina sul bilancio dell'indu– striale? P1·iucipalmente da due: uso e m.anuten– zfone. L"uso della macchina l'ichiede che gio1·nalmente la si -;atolli di carbone, po,·chò runzioui; la manu– tenzione l'ichiedc che si 1·ipari ogui guasto, si prnnda ogni p1·ecauzione, si usi ogui 1·igua1·doaf– finchè la macchina abbia la m:,ggiOI' dm·ata possi– bile. Queste due necessità hanno naturalmente un limite. Pe1· la pi-ima il limite è segnato dalla quan• tità di forza che si vuole sviluppare. So 100 chilo– grammi di carbone sono sufficienti a cla1·mi dieci cavalli e non me ne abbbisogna di più, io limite1·ò il consumo a 100 chilog1·ammi. ln quanto alla se– conda il limite è determinato dal prezzo della mac· china in questo senso, che la spesa pe1· la manu– tenzione uon poti,\ mai esse1·e supe1·iore a tale prezzo. Infatti supponiamo che la macchina da mo aclope1·at.c1. possa durare. senza che nulla le si spenda attorno per manutenzione, s(n,ttandola, pe1• dir cosi, un anno e mi costi milio lire. Con una ma– nutenzione accurata, invece che un anno, posso fal'la dura1·e duo. Evidentemente a me convel'1-à.Hggiun· gel'le questo supplemento di vita in un caso solo: che tale manutenzione richieda una spesa inforioro a mille lire; se no e evidente che a fine d'anno B1b1otecri C,ino B1arro sa1·à mio interesr,;e sostituire addi1·illu1·a la vecchia guasta con una nuova. Facciamo 01-a il caso cho a fine d'anno si possa avere semp1·e gratuitamente una macchina nuova. Chi può c1·ede1·mi tanto cattivo amministratore da spende1·e più un contesi mo pe1· manutenzione? . .. Posto che, come la macchina, cosi l'uomo è nella produzione capitalista. nient'altro che un generatore di rorza e l"indush-iale non de, 1 e nè può, come in– du ·triale, avere maggio1·i 1·igual'Cti per l'uno, che non abbia per l'alt1·a, applichiamo ai salal'i lo con– clusioni alle quali siamo venuti trattando delle spese che la macchina 1·ichiede. In Yia astl'alt.c1.dov1·cmo di1·0che il sala1•ioconsta egualmente di due fattori: spe a d'uso e spesa di manutenzione . Da quale c1·iterio sar:\ segnato il limite della prima1 Dalla quantità di fo1•za che giornalmente l'industriale ha bisogno sia sprigionata dalla mac– china uoìno, quantità che è tliliersa secondo le occuJJa~ioni. Quindi sai-;.\anche divo1·so il saggio cli questo pl'imo elemento del sahu'io, secondo che l'industriale debba prov,•ede1·e, por 1·ico1•1·e1·0 all"e· sompio di poco ra, al mc.rntenimento di un tessiloi·e, che stia tutto il giorno in piedi innanzi al telaio con non alt1·a mansione che quella di attacc:.u·e i fili spezzati, o invece al mantenimento del facchino che con:-;uma la gio1·nata nella rude fatica del ca– rico e dellv scarico. Veniamo alla spesa di manutenzione: qui l"inda· gine è semplicissima. Quanto costa all'indush·iale la macchina-uomo? Qualche cosa come zero; la natura si incal'ica cli fornirla g,~atuitamente. Quindi, per quanto abbiam detto più sop1--n,a zero ò riclolta necessa1·iamento la spesa di manutenzione e pe1·ciò (1uestoelemento di salal'io, che abbiamo ammesso in via astratta e che nella eço>10mtae, schiavi è une, ,-ealtà, si ag– guaglia a ze1·0 e cioè scompare nella economia ca– pitalista. Non dh 1 er:;ame11te può spicgiu·si il conti– nuo abbas:;.amcnto al di sotto della 1n'-!diafisiologica della vita me,tia delle classi lavorati-ici, ment1·e la società capitalista perreziona il 1wopl'io 01·ganismo. Dopo cio l'iesce faclle fo,·mulare una legge del sala1·io: Il s110010del sa1a1·io111oont tndttsli·ta è dete,·– niinalo cla ciò che è strettamente fndt?i11en~a1Jile, 1ie1·chèalt'i11dustl'/ale sta garantito l'uso <letta quantità di (01·.c, di tavo1·ò, che oli abbisogna; e da questo tnu-re il coi·olla1·io che alv1·oleta1·iato è conc1:sso in cnnsum,o solo quel tanto dt 1·tc– che;;a che si ,-;eh-tede,ve1·citè sta fon11ta atta classe capttattsta llt fo1·;a di 1avo1·0che te abbt– souna. Quel tozzo di pane e quel tanto di vita insomma che son concessi al p1-oleta1·iato,lo sono unicamente ncli'interesse della borghesia. li. Abbiamo fin qui considerata la socie~\ capilalisL, come un 01•ganismoproduttivo, prescindendo da ogni conside1•azio11edi ordinamento politico. E abbiamo veduto come la società capilalista sia costituita in modo, che tutto il prodotto nello, in grazia del pre– vilcgio economico, va ad ingrassare i detentori del capitale. ~fa, se è vero che una tale devoluzione del prodotto netto ò una conseguen,.a fatale cielpre– vilegio economico, questo previlegio economico non è in sè, nè fatale, uè necessal'io o si regge, sta in piedi solo perché lo sorreggono gli interessati, co– stituendosi in rorma politica. Cosi abbiamo che la ragione fondamentale delle islituzioni politiche è la tutela del previlegio, tutela

RkJQdWJsaXNoZXIy