Critica Sociale - Anno IV - n. 4 - 16 febbraio 1894

CRITICA SOCIALE 1)3 circa il morimcnto siciliano, non rurono in realtà cho le oscitanze momentanee che precedono sempre, in ogni ambiento collolti\•O, il dote1•mina1•;3i di una nuova orientazione; della quale pe1·ò - nel caso speciale - i nosh'i precedenti, il nost1•0p1·ogi-amma già contenevano od offi•i\ 1 ano tutti gli elementi. Su tulle questo cose adunque - o siamo gii1 a due buoni terzi della lellera di Zolfanello - noi non dissentiamo essenzialmente da lui. Se non forse in questo: che in lui, 1>01•venuto al concetto, di ciò che il partito dovrobb'essere, pe,· la via lesta e piana del pensiero o degli studii, Onaturale un tal qua 1 e poss1mismo nel misu,·are la condizione mo• raie della massa: mentre a noi che, pur fìssando rocchio in uno stesso idealo, dovemmo a cotesta massa mescoln1·cio passo passo far con lei la sua via o lottare di gomita per spingerla avanti senza staccarcene mai; a noi, guru·dando d'onda pal'timmo o misurrtndo dovo ~iamo arl'irali, è concesso il conforto di un po· più di ottimismo. Ma ò invece sulla second• pa,·to della lettera - In quale ci richiama alla vessata questiono delle alleanze - che noi dobbiamo affe1·mare il nostro dis cnso e delenni'tia1·lo con precisione. lmperocchè, badi Zolfanello e badi il lellore; si piglia un e11ol'mc gl"anchio col diro che « secondo la tattica nostra:. fanno male i socialisti tedeschi quando sostengono net ballollag(lt un candidato, d"alh·i pa1•liti, cho sia però ravorovolo a cel'te op– posizioni o a certo riformo essenziali per lo sri– luppo del socialismo. Ciò é presLiro alla « lallica nostra:. conseguenze ch'essa non compo1·ta e mo– strare di non a, 1 01·ne penetrato lo spil·ito. Su questo punto d'altronde noi stessi ci siamo gi:\ tanto. volto spiegati che ci to1·na uggioso il ri– peterci. E appunto in questo appa,·ente de0elloro dalla così detta intransigenza untcam,ente nel caso dei ballot~,ggi, quando cioò il partito socialistt1, come tale, è messo fuori dal campo e, 1·imano1vto a sè, non arrcbbo davanti altro 1:m1•tito che l'inerzia assoluta - è ap1n1111o in questa. eccezione conre1"– mat1·ice, in questa. apparenza d'eccezione, cho si rivela e brilla il caratle!'e vero e sostanzialo della int1·ansigen1... 'l medesima: non puntiglio setlat·io o pe1'Sonalc, ma c.,lcelo meditato e sapiente. Diremo di pili, e non temeremo di scandolezza1•0 gli « inlendimenti corti:., cho abbondano nel nostro corno in o~ni altro parlito: volli poche pagine Zol– fanello e 1e stesse cese lo udiril dal Knutzky gi,\ scritte e stampato. Diremo cioò che noi non troviamo punto socia– lisL~nò sensato (due quali0cati\"i che dovrobbe,·o coincidere) sostenere che il nost,·o partito può < disinteressa1'Si • della ropubblic.,, che tutto le forq,o di governo per esso « si equivalgono >, che esso deve« astenersi :. dal fa\'oriro ogni movimento non ispirato esclusivamente al suo idealo ecc., ecc. Questo può esse1·eun comodo organetto scacciapen– sie1·i, ma non somiglia alla « nostra tattica• pili di quel che una scimmia somigli ad ,m uomo. (') Il partito socialista, appunto perchè il più avan• zato, dev'essere su tutte le broccio che aprono lo vie dell'avrcnire, non deve St.legnaro alcun pro– gresso anche minimo, e ciò sopratutto in un paese come l'Italia, dovo non è ancora ben morto il medio evo e dO\'O t1-opp'acqua ancora dovr.'l rodere i ponti pl'ima che scocchi l'ora del ll'ionro socialista. Ma è appunto questo ch'esso fa, e cen tanto ( 1 ) In determinate questioni - per esempio tn quest:a, che ogsrl al agita, di porre In latnto d·n.ccuu Il Miniatero - noi po1remmo a,•ere benluimo un terreno di lolla comuno ton nitri llartlll. L'accordo riuscirebbe pur sempre tanto 1>h\ nidi, e fruttuoso, quanto più Il .nostro partito roue, JHr Or'lflin, e per co1ulotta gentrak, un partito dlJ1;linto,indipendente. forte e baltagllero. maggiore aufo1·ità ed erncacia, quanto più si afferma indipendente, intransigente. 1-eciso.Questa indipen– denza gli è sopratutto necessaria, porchò esso è ,!obolo anco1·a, pl'ima di tutto poi· foi•marsi, poi por acquista,·e vigore. Solo a questo patto e so può rungore, come de,·e, da vero propulsoz•e e stimola– toro degli altri partiti avanzati, da vero donni– lan/ium ea;cub/101·. Se il pal'lito socialista fosse soltanto un po' più forte <li for::a JJ1·ojn·ill, not av,•enimo f/ià a quest-'01•a fn llalia llt ·repubbl'ica, o l'av1·ebbe fondata 1a borghesia per propria di resa, o gin noi a quella repubblica daremmo l'assalto. 1~puerile pensare che al conseguimento cli un dato scopo s, giovi soltanto con l'allearsi a qncl partito che ha inscritto quello scopo sulla pl'Op1·ia bandie... e che vede in esso le colonne d'Ercole. Questo abbandona1'Si alla prima apparen1., delle ceso non é degno del forte intollotto di Zol/"ane/lo. Il pili spesso anzi è per la via opposta che si giunge più presto alla mel,. i:: collo sviluppare e col rinforMro sè stessa che la bol'ghcsia crea le condizioni di vita al suo mor– t_alonemico, il socialismo, e ne procaccia il trionro. E col clichiamro fln d'ora la gue1·ra alla 1·opubblica borghese cl1e i socialisti no sollecitano 1·a,·vcnimcnto o innestano in ossa, già nel suo feto, i germi cli una ulte1·iore o,·oluzione più pronta. Questi pa1·aclossi della sociologia non hanno pili d'uopo di dimostra– zione. La ria delle alleanze invece è irta di pe,~icoli- quella delle alleanze eletto,-ali, che Zolfmiello 1-ac– comanda, è addi1•ittu1·a.J"()\finosa. !\elle alleanze cli questo genero il pii, fol"le assorbo il più debole ed oggi i partiti borghesi, pc1•co1·1·otli o stanchi che siauo, hanno anc ora p oi· sò tutta la fo1•zadell'am– biente borghc o; da.te 101·0il dito, ,·i piglie1-anno il braccio, il torso cd il resto: di roi non 1•csto1·:\più nulla alla luce del sole. i•: nelle :tlleanzo elettorali cho si fa il mercato dello idee o delle vanità - questa peste dissold– trice dei partili - e si preparano delusioni insa– nabili. Ai ranitosi, ai p1·ocaccianti, questa dottrina dello alleanze non ha bisogno cli renir predicata: ossi la sentono con tutto il 101·0 cuore; la 101'0mente O una fucina cli sofismi pc,· ostencrla. )la di fronte alle ma,se. che non hanno vanità ma bisogni, noi s:wommo chwrero ben consigliati a preclic,u·o l'al• leanza coi 1·opubblicani, ment1·0 la f•'1·auciaa1>plica alla stam1>a la detenzione preventira o appiop1>a alla innocua frase di Bròfon due anni di C..'lrce1·ol Da,·,·01-0sarebbe ~11 scelto il momento di alle.'l1'ciai r·adicali italiani, mentre questi, p1-oprio ora, danno tale esempio cli abju1>a.cli flaccidezza e di clisraci• monto che per poco gli sto~i moderati non diven– tano 01'0i al lol'O cospetto! Dovunque esisto 1111 pro– lotai·iato, so noi davvero pii:rliasse In balol'da follia di voler cu1-a1·e colla ti·a~fusione del nosh'o 1>000 ma vi\'Ldo sangue il 101·0senile ateroma, noi sa– remmo rei di suicidio. - Transigenza. di metodi, ma inlransige1ua sui pl'Og1-ammi- insiste Zolfanello. E a chi l'andl'ai a contare1 L'andrai a contare, questa sottile dislinzione, a quei contadini, a.r1ucl 1>opolo. della cui insufflcien1.a di svilupJ>O criiico ti incal'ichi tu stesso di schiz– zarci il quadro quando 1>a1·li ciel mo,·imento sici– liano? Quando avrai piantati sulla stessa piatta– forma elettorale i nosh·i uomini e r1uellidei pnl'liti borghesi, a giuocare (poicho la situazione il più forte dei propositi) di reticenze, di ,·iguardi e di salamelecchi 1·cci1>1·oci, vo1·1-aipoi pel'suadere a11a coscienza popolare, all'tnlttllo popola,·o, che quegli amici dell'ora cletto1-alo sono i nemici del di ap– presso, e che, so il mezzo li unisco, il fino ultimo li divide! Ti udl'[li rispondere che la loro è la fa•

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