Critica Sociale - Anno IV - n. 4 - 16 febbraio 1894
CRITICA SOCIALE 61 ha migliorato in un secolo raspollo ciel mondo. È natnrnlo che il socialismo p1·econizzi redditi gigan– te chi e quasi inclistrutlibili da una colletlil'ità lavoratrice e Ol'dinatn. Ma avverrà la netta scissione in due campi della borghesia o ciel p1'0letariatol F. la vittoria di qao sl'ullimo, produm\ il lipo sociale unico! Hiusciril il socialismo vincitol'e a creare una classesola, esclush•amentecomposta di lavo,~atori, a domare sotto il giogo dell'azione collettiva gli infiniti, dispe1-sielementi della famiglia umana? I\', Schiavi e lavora.tori. L'esistenza delle classi è po,· alcuni un~ faL,lit/1 sociologica; per alt,·i, un fenomeno transitorio della evoluzione. Appena v'è un rudimento di società l'animalo non lotta pili a funzioni integ1·e, ma assume il co– mando o soggiaco all'obbedienza. 'l'rn le formiche, per esempio, v'è conquista e schiavitù, abitudine d'ozio e di lavoro, nonchè asservimento d'altt·i ani– mali: tutto come tra gli uomini, pur che non si badi all'abisso Osiologico. li Lubbock inoltl'e ci ai·– vel'le cho lo differenze di struttu1·a rra le fo1·miche guerriere o le fo1·micheserve sono enormi, c111ali non è possibile trova1·e fra noi noppul'e fra la mzza bianca e l"australiana. 1 'l'uttavia non si può negare che anche nei ,·emoti confini dell'animalità. lo as– sociazioni per la conquista e per la difesa produ– cano effetti analoghi a quelli della civiltà umana: le razze vi nte, ass oggettate al lavoro, ~i sviluppano; mentre lo ra1.ze vincitrici, di\ 1 onulo parassita1·io, decadono. Nelle fo rmiche il parassitismo da origino alla ma.,sima inedia: la mancanza dello slimolo della fame. Non semb1·i strnno parlare di formiche, a pro– posito di socialismo: la scienza model'na vedo ro– la1.ionida pe1· tutto, e infatti nessun o:iempio offer– toci dalla ,iatu,·a ò disp,·01.1.abilo. Per altro è meglio anelar cauti nel citare i fo1·micai e lo colonie di zoofili corno a1•gomenti irrcrutabili in sociologia. Lo nostre preoccupazioni si specchiano dappe,·tutto o la nomenclatura nnh'Opomornca fa il resto: cosi parliamo d'una regina dello api e di passeri repub– blicani! I teologi e gli asceti non hanno vcdulo forse in ogni renomeno di natura i benencì della divina p1-ovviclenza,mentre la scienza vi scopre l'o1·ribilo lotta per la vita? Limitandoci alle notizie storiche. assai più sicure, vediamo che fin dai tempi 1·cmotil'uomo ru assog– gettato all'uomo cogli stessi sistemi con cui si do– mano gli animali domestici. Ogni lavoro ru com– messo agli schiavi presi in guerra, ai servi della gleba conquistati dai baroni. ai nogl'i razziati dai m01·ca11ti,come oggi esso ò impo~to agli operai srrutk,ti dai capitalisti. L'asservimento dell'uomo ru praticato con ogni mezzo: coi ceppi, coll'evi1'8zione, colla sferza. colla compressione intellettuale; le piramidi d"Egitto, il traroro del Cenisio e il canale cli Suez sono costati torrenti cli lagrime e di sangue. Un elemento quasi inaspetk,to ha ratto però la sua apparizione nel campo del lavoro: In macchina, la nuova schiava che non geme sotto la srerw, che solle,,a pesi da naccare un atleta. che rnove traini da spaventare gli elefanti, che ghermisce e mani– pola gli oggetti meglio delle dita di un chinese. Colla macchina la rorza muscolal'e è caduta in discredito, rra poco sal'i\ la volta dell'abilità manuale. Si può dire senza andar e1·1-atiche non lontano O il tempo in cui, industrialmente parlando, nulla mc Bianco avr,_\ meno valore dell'ope1·aio. Oiil. oggi, quasi senza isfrnziono o tirocinio, J'al1ligiano sceso dalla sua baita ·o il contadino uscito dalla sua stalla vengono applicati alle macchino. Ma questa nullihì, che è l'operaio. diventa noi medesimo tempo una poten,., terribile. Egli può colla chiusura cli un tubo dar luce o immerge1·0 nelle tenebre un quartiere; con un moto di leva ar1·estare un conroglio, con un taglio di ci11~hia ro1·maro la vita d'un 01>ificio, con una percussione far esptodero una mina. Già On d'ora la borghesia si p,·eoccupa per lo scoppio di qualche chilogrammo di quelle sostanze onde ha riempiti i suoi arsenali e di cui vorrebbe ese1·citaro la potenza distruttiva soltanto sullo carni del popolo. Se la vendetta dinamitarda di un deli– rante per fame o di un pazzo glorioso le dà. tanta pnu1·a,che cosa far,\ il gio1·no in cui ved1•ài suoi soldati voltarle contro i Cucili e le bocche dei can– noni, e i suoi oporai lavo1·aro poi· la rh 1 oluzione, dalla miniera al cantiere, dal totegraro alla stam• por·ia 1 Si di1'\ che il popolo è ben lontano da ciò, che esso è l"ete1·noschiavo, il fratello degli animali domestici. Lo è inratti, e lo sarebbe somp1·0,quando rosso leggo pe1·la r,1•ancle industi-ia l'isolamento o la clis1>ersio11e dei i:.wo1•atol'i-. Invece essa li t1·ao dallo pili 1•emoto località por sr1•uttal'li, li ammucchia nelle ortlcine, li uguaglia nel lavoro meccunico, li fa potenti col dar loro il gove1·nodi ogni ror,.a. la mani1>0la1.iono d'ogni materia. Dtl ultimo li am·a– tella colla til'3nnia dei salari, li rende indipendenti col disprcz1.0,e ribolli colla disoccupazione. Quali espedienti ha escogitato la borghesia por ammansa1·0 l'inso1·gonto logiono dei lavoratol"'i, uguale iu tutto il mondo pe1·sentimenti, non divisa da interessi antagonistici come la borghesia, non spaul'ita dal timore di perdere una libertà che 11011 gode. di cimentare una l'icchezza che non possiede! Abbiam gi,\ ,·e<luto i disastrosi espedienti coe,·ci• !ivi dello Stato borghese. All'incontro, nel brulicame operaio. fra le vagho aspi1~azioni, le redomzioni infantili, gli scioperi in– consulti ed i programmi conrusi, va racendos1strada la dottrina ciel socialismo. Non ò nocessal'·io ch'io tenti formularla meglio di un C'arlo Marx, o rias– sumerla in poche l'ighe, giacchè dilaga per le ri– visto, pei giornali, per gli 01>uscoli, si ra largo nelle cattedre o nei parlamenti. Io non faccio eco allo declamazioni sui diritti ciellavo1'0.sulla 1•ipartiziono cli Cclicità, ccc. Son queste le voci di buona novolla piuttosto che le armi di con<1uista.Anche le pro,•i– sioni ottimiste sull'uomo noi regime socialista non entrano nel mio argomento, che riguarda la pro– duzione industl"iale della ricchezza. Resta inteso che, a 101'0volta, le pappolate bo1·– ghesi a p1'0posito di morale, religione. e dolci sentimenti domestici, ecc., sono un ruor d'opera: è inutile soffermarci a questo declamazioni soporifol'o dell'egoismo 1>repotente e soddisfatto. (Contfm,a). POMPEO BETTINI. IL SOCIALISMO ALL'ESTERO J,a nnzlo11nli1.1.azlone delle miniere. L'argomento, discusso a lungo da.economisti e finan– zieri che si sono dichiarati contral'i 1 caldeggiato sempre dalla. stampa socialista, richiama nuo\'amento la gene– rale attenzione. Allo Camere legislativo di Francia o d'Inghilterra. sono sta.ti proposti duo note"oli disegni di logge da. Gobl ete Ke ir Hardio, coi quali si intondo
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