Critica Sociale - Anno IV - n. 2 - 16 gennaio 1894

24 CRITICA SOCIALE cli uomini diversi di scuola, di studi, di paese, di età. o ~~lt~~~~~ 1 ! 0 sf~~a~~i~~u~~!n~~g~!1i>~tf~~c:iè n~t~lio d~s~~~: rato entusiasmo di tutti i ginnasiarchi sia. rivolto al– l'altissima. meta comune. E" allora l'cducaziono fisica potrà accompagnare ogni generazione dall'infanzia all'otil matura.; allora si for– meranno ciltadini sani, forti o coraggiosi, o l'avere i migliori soldati sarà. il mono, perchè si rh.lurranno ad esser tali con poco tempo, quanto occorro por imparare Il maneggio dello at1mi, il tiro a segno, o la disciplina militare, o la formo. potrà quindi esser ridotta al mi– nimo tempo, col massimo vantaggio della produzione e dell'erario. J bcncflzi cito no ,•crranno al lavoro indi\•idualo e collettivo, all'economia sociale, al carattere ed alla mo– rale sono cosi O\'idenli cho pel bono inseparabile del– l'umanità e della patria ogni buon cittadino do,•rebbe coll'opera sua affrettare il compimonto di questa riforma cho la. Commissiono pienn. di speranza aflhla nello mani del ministro Martini. l') . . . Cosi ragiona o parla, per i suoi organi ufficiali, la sc,ptente ed oneste, borghesia. Un cittadino, per esempio, della Nuo.-a Galles, il quale venisse nel nostro paese, ed imparasse a conoscerlo, leggendo le elucubrazioni della Commissione compilatrice dei lll-O"rammi per la educazione Osica nelle scuole, crederebbe di sognare pensandole elabo1-ate per uso e consumo del felice italo ,·eo,io. Non mi curo def1li spropositi eco110mici e 11io- 1·c,tt della Commissione; mi fermo all'argomento semplice della educazione fisica in ,-apporto al suo scopo Osico: formare uomini sani e robusti. (') Il 1•ecipe fo1•nilodai prog1-ammideve rinçagliar– dire questo meschino corpo della gente italica. Co– minciamo con un esame sommario del soggetto da curare. Nel P1·oemio,tet p,·esidenle della Giunta pe,· rtnclltesta au1·a1•tc, e s,itte condizioni detta classe agricole, (') è detto: e Pessime abitazioni, vitto malsano, acc1uapotabile putr·ida, salari derisori', e per conseguenza pauperismo e malattie; questi sono fatti, cho nessuno potrebbe negare.• I quattr-o quinti almeno dei lavoratori agricoli (pi,ì che otto milioni cli 1·egnicoli) sono, per rorza, veffetariani, e che vegetariani! Quanto alle abitazioni, I Italia offre un ampio spettacolo di tutte le relative varietà inferiori, prrncipiando dalle trogloditiche e dalle capanne d1 loto co~rte di c.,nne. Nella fe1-ace ic,lia intero popolazioni agricole vivono parecchi mesi dell'anno di soli fichi d'india('), nella 'l'erra di Bari i lavoratori mangiano ceci e bevono acqua('); i braccianti di Romagna, quelli ( 1) Rtlt»lone ddla Commu,1on, citata, (') /Wdmr. (1) Atti della Giunta, ete. (Roma, t881). \') Nel ,olume XIV degli Atll della Omnta,eec., 111 legge rlgua.rdo alle provincie di Cagllarl e di Sauart: e L·anmentulone del contadini, aegnatamente nelle monlagne, è l'Cadentlsslm11, se non nelln quantllti, nella qualllà. SI clbnno et!l di pane d·ono con formaggio In abbondanta se Il contadino è 11ll0 ateuo 1cm1>0p111tore; se poi è sempllce conU.dino, Il\ ra• done del formngglo è phl. rlatrel1A e quul 1empre manca; ciò nnehe a seconda del metzl che 11procura col carreggio, Con pane e formngglo e apueo con 1010 pnne Il cont11<1\no11! nutre per set– timane Intere, qunlHIO è nuente da lii\ famiglia J)er la collura delle terre. Quando rientra In fomlgllti, IJ>e(:lenel giorni fe1t1r1, 11 nutre d'al1ro cibo, per lo Jllt'l.com1>0Uod'er!Je 1eh·atiche raccolte nelle carn1>nQ'ne, condilo di lnrdo, 11el}ure In quell"anno è &lato tanto fortunato dll compr11re Il mal:tle e da lngr:uusarlo .... Il pane comunemente usato~ d"oru>j In molli 1>aeelai cibano di pane di cutagna o di ghiande .... 01 rado trovati fra la claHe del lll'fo• ratorl li 1>anedi frumento .... Le patate, lntrodoue or non 100 molti anni da mon1lgnor Bua, portarono un benetlcocambla.mento nell'allme11lt1tlone...• » (') E chi non sa del poveri cotoni della Puglia, che do\'eltero rl~tere li doloro,o gemilo vlrglllaao e t10.t palrtcr /htu, et d1dci1t 81b 1oteca Gino H1arc9 dell'Emilia stentano in un continuato digiuno; più su c'è la pellagra. Intorno al colono de' pingui campi lombardi il dott. A. M. Gemma diceva nel secondo Congresso della Federazione delle Società italiane d"igiene: In alcuno epoche dell'anno il lavoro colonico è ne• cessnrinmcnto cccessi\'O. Ciò a"viene nel termine della r-~~~Va8~~tc~i~l:.ar:;~:Ctj 0 jt:~;~~;~'::nt'eu:~j~roa~~~l~:i scono più facilmente !"organismo. In maggio, giugno e luglio si accumulano gran parto delle aziende agricole. Il maggio si può considerare il più faticoso dei mesi pei nostri contadini. In quest'epoca difatti il lavoro colonico comincia. allo 3 oro ant. e si prolunga flno allo 8 pom., ell in tutta. <1ucsta lunga giornata. il con-, tallino non ha di riposo cho un'ora. dalle 9 allo IO del mattino cd una. dallo 2 allo 3, che egli dedica. ai pasti. Sono quindici oro di la"oro sotto un sole ardente. Supponiamo per un momento, ciò che non ò, che il nostro contadino fosso pro""eduto di quella. alimonta- !i~~:, dl1in.!0~6~~i~: 1 ~~ir to~~:uf~~~ii~ c~is::r:: ~r 0 ~~i godono i lavoratori americani, questo la"oro _sarebbe sompro OCCCSSi\'O. du~~ i~ 0 :tiO si;:nfi 0 1!~~·~ i~ar~~ ~en1&~~ 0 èfiit~: grammotri di forza senzn. stancarsi, e questo si potrebbe considerare il limite fisiologico del lavoro. Può ogli ancora. prolungare il la"oro stancandosi quando sempre sia. con\'enientemcnte nutrilo, ma tlnalmente CV\'i un limite, oltre il quale non ò più possibile un lavoro at– ti\'Oi limito che i tisiologi chiamarono la forza statica dei muscoli. Chi "uole sorpassare questo limite, chi "uole contra.– staro allo leggi naturali cd ottenere dall'azione muscer lare una forza maggioro di quella. cho può sviluppare, 110 ~1~~lp1~:s1~~ 0 c~~ 1 :adi1!aè"iurt~! 1 1irg~fi!i\!~ 1 u!:trito. e quanti studiarono la sua raziono giornaliera la tro– ,,arono assai det!cionte. Secondo l'illustro Lussana la raziono ,::iornaliera del contadino sarebbe mancante di ~~i3:,n~ic~:~ i i n~~~l~' cV1~r:, t~:s:ad~i!:~trezfa ~~n~:~ ~fogu:1~~-,~~~!: tf~~r 1 !ft!ii ci'~ :,b~~~i~~t~~~ !f~fi: 0 è appena. sufficiente por una discreta alimentazione, men• fre, per a"ero una nutrizione proprio riparatoria e ri• storatrico per l'uomo pnrticolnrmento cho la.\'ora, si ::t:~~1~ ~!c~ 1 ~~~ ~ft 1 :t,1ieb 1 ;~,\-~!~~1':i ~1~e a~~~:mro~d:L Lombroso per dimostrare elio il nostro contadino i ab– bastanza nutrito, la cifra necessaria sarebbe di 151,99 ossia 23,•15d'azoto. Si noti però che io ora per non di· h1111arminon parlo della insufllcienza. fisiologica che ha 11nutrimento del nostro colono, così bene dimo– strata. dal signor Clodomiro Bonfiglio. Ora, secondoilfruttodello csperienzodi Andrea Sanson, la mancanza di un grammo di sostanza albuminoide negli alimenli sogna la deficienza di 4000 chilogrammetri di forza, por cui il nostro contadino sarebbe in diretto di 68,000 chiloJrammetri di forza, la quale, tradotta in la"oro meccamco esterno, darebbe tre oro di meno di la"oro; per cui il nostro colono in corte epoche del– l'anno s1 può calcolare che la"ori duo volte di più di quello che dovrebbe lavorare per le proprie forze o per le proprie condizioni economiche. llnoµinnu ano», cacciali a torme dal nicol Ne' prolegomeni delle Coti#ldtradont #l(ICag,1cOlho·a del regno dl iYaJ)oll, da •er– olre 11Ct' ata:iamento aua legi.tlc,::ioneeconomtco-r1wale del reqtto (1818),11ntrermava: • Avvi•.. unn generale miseria, che preme Jn Ispecie le lnnme claHI. • (1-'dt·lamemo ll"apolltano - Camera dei Deputati - Commtnto11e clt 011rtc0itto-a,b1dtulrla e commercio - Stulone 1848. - Nopoll, 1tamperia. delle Camere legi1hl.1h·e). E le.~tè Il borghcelHlmo genatore Pasquale Vlllnrl 1 parlando {Doce a11atamon del laYorn1orl delln Sicilia e della plebe di Napoli, scriveva.: e l..a Commlnlone mandata per esaminare e render conto al Otov~rnodel fatti di Xapoll , Indagò che cosa a.nva ratto Il 11re– fetto, che cou aveva ro.uo Il quellore, e tro"ò clu, I tumulluanll erano genie 11enz:ae ntlmen to d'onore nè di pa1rla.; ma. 11011 olO dire che nome spettava. a 1101, I quali, dopo avere per trenl'ancl '{Ol"ernat.oIl pane, Il abbiamo condotll al delirio della fame.•

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