Critica Sociale - Anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1894

10 CRITICA SOCIALE Parecchi giornali di propaganda., non dico di no, nel bandire alle brbo la. buona novella, trasmoderanno benissimo, anche oltre i limiti d'un discreto opportu– nismo - la propaganda, si sa, ha lo suo particolari esigenze; - ma il Momigliano dal canto suo mi par ch'csageri nel senso contra.rio, noi restringere cioè un po· troppo la bocca di quel sacco benefico, che altri vorrebbe troppo allargare. E mi spiego. Il socialismo sciontittco è una bellissima cosa, o ha fatto benissimo quel c'ha. fatto. Ma qui calza un'ossor– va1.ione. Secondo quello che il Momigliano, senza aper– tamente asserire, lascia credere, parrebbe che cotesto carattere di scientifica. sodezza e autorevolezza il so– cia.lismo so lo fosso acquistato per essersi ingegnato di scemare, racendo delle taro da. speziali, quella troppo abbondante somma di rulura rolicitilsociale che l'ingenuo ollimismo utopista non s'era peritato di promettere. Questo pa1'rcbbe, o questo non è vero. Il socialismo diventò scientiftco non per altro che pel nuovo metodo d'indagine, cioè a dire, perchè nel campo dell'economia. J >olitica.al concetto statico della. metafi– sica antica. che M•ova inventa.te le ra.mose leggi 1iatu• rali ed etenie, sostituì il concetto dinamico detrovoluzio– nismo moderno, e nel f3.tnpo delle previsioni sociologiche re· sottentrare l'induzione positiva. al cieco brancolare del vecchio apriorismo rantaslico. Gli utopisti somigliano a quo' tali che Pia.tono nella. sua Repubblica (libro V, c. VII, 458) chiama argoì. té,i ditinoian, scansafatiche intellcUuali. e Costoro, prima d'aver tro,•ato in che modo potrà. attuarsi quel che vagheggiano, mcVono addirittura da parte quosla ricerca per non starsi ad affaticare nella. consulta di ciò che sia o non sia pos– sibilo1 o ritenendo senz'altro come già. reale quello che si propongono, si danno a. ordinare o disporre tutti i particolal'i e si dh•ertono a cnumcraro lo cose che sa– ranno .... • Questo fece, senza averne coscienza, Platono stesso, e questo, no, non è scientifico. }~neanch.e diremo cho al metodo scientiftco si con– formi por osompio il compianto 8. Malon quando nella sua llistoil·e critique cle l't!r:onomicpolitique scri"e dello cose corno queste: e N'cst-il pa.s à. jamais regreltable quo cotto grande, sa.vanto, généreuso école italicnne ait èlC etoutrèo par l'étroite et ègoiste Ccoleanglaise, son in(èrieuro a. tous les points de \'Ue1 Si Beccaria, Verri, Roma.gnosi, Geno"esi, etc, r.waient occupò dans la scienco la. J>laceprisc par Ics Smith, Ics Malthus, Ics Say, les Ricardo, etc., que cle sonff,•a11ces lmmaines Cvitl:es!Que de prov1·ès sociaux 1·ealisl:es! » Ecco qui, con tutto il rispetto dovuto al ~raion, un modo di trat– tare la critica storica discretamente antiscientifico, che fo. sorridere i ponsatori, conio dice il Momigliano, e un pochino anello i non pensa.tori. ì\fa, ripeto, il socialismo non è diventato scionliftco per essere andato attorno co,i le force allo larghe pro– messe dell'utopismo ottimista. Io direi anzi il contrario i io direi che le previsioni sociologiche, a cui il socia– lismo scientiftco conduce, sono qualcosa. di meglio assai, di assai più largo e più grandioso, che non rossero le creazioni dei sognatori, a cui esso socialismo ha dato il crollo. R difatti qual rec.leloseguace di Mar.t non credo che il futuro sia per dare quando che sia alla umanità. qualcosa di prcreribile a quella strana città. di servi o di filosofi che Pia.tono vagheggiò, o a quei così duri o compassati macchinismi che immaginarono gli utopisti moderni1 Il Momigliano parla di piaghe indissolubilmente ine– ,·e,iti alla 11aturattmaua. Or qui è lecito domandare: questo cumulo di dolori cho vi figurate debba. sopra.vvi- Biblioteca Gino B1arco vero a qualunque trasrormazionc dell'umano consorzio, a. qualunque pcrrezionamento dello sta.Lo economico– sociale, questo cumulo di dolori che l'uomo dovrà. ro– ·carsi eternamente sul dorso quasi nuova specie di ba.sto concreato o immedesimalo con lui, di che natura sarà 1 Saranno sofferenze materiali o peno morali i Un prodotto dell'aziono esterna dell'ambiente o un velenoso frutto della psiche 1 Se si ha a intendere che si tratti di mali materiali, io non capisco davvero perchè non si debba ammettere ch'essi si ridurranno a. poca cosa in un assolto d'eco• nomia socialistica, quando la struttura sociale sarà cosl larga ed armonica da permettere lo sviluppo di tutte le energie, quando il processo evolutivo sarà riuscito al completo adattamento della razza umana cosl ne· rapporti intrinseci corno negli estrinseci. Date a. un organismo, vh•onte in un aggregato, piena poss'i– bilità. di sviluppo e un adattamento perretto ai fini della sua conservazione, e gli a..vrotocon ciò dato la rclicità. Questo nell'ordine materiale. Restano i mali morali. M'immagino che non s'abbia a. parlare de' dolori ordinari e pa.sseggeri cagionati via via dallo passeggere e ordinarie vicende della vita i chè di quelli ognuno finisco per consolarsi agevolmente. Dunque1 Si vuol forse dire che nella. psiche stessa. umana sia insito un che di irrequieto o tol'mentoso che non avrà. posa nè requie mai, in perpetuo conlra.slo con sè e col mondo1 Ma qu~sta è o mitologia o palO· logia: in ogni caso, un'anormalità.. O si vuol dire che l'uomo sarà. clernamento, o vanamente sempre, sili– bando dell'inconoscibilci Rispondo: non si concepisce una. società. tutta quanta di metaftsici, o anche por questi c'è la cura idrolorapic:a della storia naturale o della psicologia positiva. Insomma, un dissidio genera.le, norm:lle, costante, rra lo stato interno della coscienza. e lo stato esterno del• l'ambiente non è scientitlcamento ammissibile. Ben ha. dolio loSpencer con a.ro1·istica. brc,·ità: « La ,•ila ò il con– tinuo adatta.mento dolio relazioni interne allo esterne.• La coscienza. è anch'essa un prodotto dei (alti, i quali la vanno atteggiando o conrormando a sè; e se anche non riesce possibile ora anti\•edere e descrivere quali nuovi adattamenti di coscienza sia per determinare un assetto sociale affatto nuovo, una. cosa tuttavia pos– siamo avventurarci a dire, che cioè insieme coll'equi– librio economico anche l'oquilibrio psichico si comporrà stabilmente. E qui finisco colle parole con cui lo Spcncer chiude le sue nasi clella Morale: « Non vi ha. altro limite al progresso che il raggiungere il più alto grado di ciò cho interamente socldisraccia alle esigenze.• Mi perdoni, signor Direttore, la chiacchierata o mi creda .tUodevotissimo SAVINO VARAZZANI. Quanto - a noi, se dovessimo aggiungere un nostro pensiero a tutto quello che hanno detto cosi_bene - giostrando sul tema del pess1m1smo - 11 Mo– migliano, il Graf, il Varazzaoi, non soggiungeremmo che questo. Non stiamo a confonderci, anzitutto, astrologare sul quanto di felicità che avremo o non avremo, ossia non noi ma i nostri figliuoli, nella società so– cialista. Qui si arrischia d'infllal'e troppe corbellerie, tanti sono i dati che ci mancano. D'alti·onde sarebbe altrettanto poco cauto e filosofico il crucciarsi no da ora degli eventuali sopraccapi futuri - a 1:ischio di sciupare il corruccio - quanto lo sarebbe 11ral– legrarsi in prevenzione di gioie che, cammin fa-

RkJQdWJsaXNoZXIy