Critica Sociale - Anno III - n. 24 - 16 dicembre 1893

CRITICA SOCIALE 377 altro giorno in Italia, noi possiamo bene dirigerlo al nostro paese, premettendovi l'epigrafe: De te fabula ,ian·atur. LA ClltTICA. la 1 ~u,1:~e è 5 ~fl::, 1 ~tad8!,:a:1ie-t?.~!~~ 6 d~f1 t~~ ~ dai conser\•atori di ogni .risma, non avril diverso effetto nè altro dimani. E una scuola, e una scuola superiore, di socialismo, stata aperta per sollo set• Royer .Collard direbbe: « il socialismo traripa da timane nel bel mezzo del « paese nero». E da chi? ogni lato » E non già il socialismo di « tutti » Ancora dal ministro Dupt1)', che credotto faro me– caotico•qt;anto infantile: che va •dalla riforma del~ raviglie mettendo al servizio delle compagnie mi– l'imposta alla sopp1-cssione del Sonato passando por neral'ie, polizia, esercito, giustizia, la Re1mbblica la separazione d1 una Ohios.'\e di uno Stato con- stessa, o che a\tl'à. cosi tutto compromesso, tutto dannati a vivere - e a mor·ir·o.- insieme; ma il perduto ciò che era chiamato a salvare - le com– socialismo di quei guastamestieri di collettivisti, pagnie sopratutto, che in quest'ora gli bruciano non che ha per fine la propl'iCtà e la produzione socia- so quanti turiboli d'incenso. liZ1.atee per mezzo l'avvenimento del proletariato, Tenuti fuori del movimento socialista propl'ia- così manuale che inlelletluale, al pote1·e politico. mente detto, sem~a contatti col partito operaio. col Chi se n·arniggo e chi so ne consola; ma tutti suo programma e colla sua tattica, i lavoratori del non hanno che una voce 1>0r proclamare questo sottosuolo, i dannati dell'inferno geologico, non ve- « ~~rtacl~ 11 1\~~lpa, e come potrebbe essere altri- r.~~f).!~n~:l~~i ~g.?a ~i~~~~~i~~}:,~~~11~0~: ~1udst menti, mentre sono i nostri avve1'Sari che, aggi un- la legge clell'84, poi fatto solo della loro coesione gendo la loro azione a quella dei fenomeni econo- sostituita allo sgregamento più mortale, avev:1110 miei e supplendo ali' insufficien;,,a della nostra ottenuto alcune concessioni. In occasiono delle loro p1'0pa~anda diretta, si fanno essi medesimi profes- rivendica1.ioni del 1891 avevano ti-ovato - non soi-i d1 rivoluzione sociale, fra gli :tpplausi della indago in quali condizioni e por quali flni - le gente cleéa? autori!.\ favorevoli. Erano dunq_ue,per riconoscen1.a, Quante felicitazioni, dal mondo borghese, all'ex l'epubblicani come i nostri mmistri, come il loro presidente dei ministri Dupu,vper il suo « colpo da preretto, a cui chiedevano il permesso di festeggiare maestro» contro la Borsa del lavo!'o di Parigi! il 1. 0 maggic, e 0011 imaginavano altra bandiel'a che 1'ulta, senza distinzione di partito, la folla degli quella di Sédan, della settimana sanguinosa e di uomini d'ordine, da Cassagnac a Yves Guyot, sali 1;-ourmies. Erano, in una parola, i proletari come con lui il Campidoglio a rendere g1':lzie agli dòi li desidera il 'J'emps, i proletal'l ragione,•oli, non protettori della societ:\ capitalista. Non aveva egli aspiranti al miglioramento della loro sorte che nei tappato« l'antro della sedizione>, estinto il vulcano, limiti della legge - o dei diritti acquisiti dei con- trucidato il mostr·ot cessionari del sottosuolo. Vennero le elezioni pa1•igine ed esse dimostrarono Ebbene! C01·cateli orn, sisrnol'i azionistii cotesti che cosa il ministro Dupuy ave,•a fatto. Ingom- operai modello, cote.:stiminatori di ieri. ipnotizzati brando colla sua polizia e le sue milizie a piedi e nella doppia reliçiono della legali fa borghese e della a cavallo il cui di sacco «sindacale> o « corpora- propriet:\ capitalista. Se ne trovate uno su cento, tivo » in cui minacciava ingolfarsi troppo gran anelerò a racconlarlo a Roma, alla noma dell'enci– numero di lavo1-atori, egli aveva semplicemente elica JJe condilione OJJi{lcum,. respinto nel movimento politico, in alu·e parole Gra1.io al signor Dupn,v o ai suoi aPgomenti ben sp1'0nato sulla vera sh'ada socialista, tutta intera la altrimenli i1·1·osistibiliche quelli di tutti i nostri Pal'igi operaia, co1n•inta alflne che, all'inruori del « agit.-itol'i »; g1-azieallo manette dei gendarmi, alle govel'no conquistato dalla classe operaia, non v'è lancio dei dragoni e ai mesi di prigione di una sal,utc, non v'è emancipazione poi lavoro. magistratura a sistema Lebel, eccoli ll'asfol'mati; E cosi: quando Dupuy, risoltosi ad essere l'uomo eccoli uomini nuO\'Ì. vi garantisco! di fer1'0, ha fatto il suo due dicenib1·e sui nostri fn pochi ~iorni, sotto la tempesta di al'bilrio o sindacati, espellendoli, come una semplice assemblea di ,·iolen1,a che si scatenò su di essi e sui 101'0 1 la nazionale, dalla sede dolio loro clelibe1-azioni,v'era luce si è fatta sotto quei cranii bianchi cd oggi ogni ragiono di temere che il movimento operaio, sanno quel che noi aHemmo impiegato degli anni sedotto dalle Borse del lavoro sorte un po' da per loro: che il diritto di sciopero. come tutto e dalla virtù attribuita alla l01·0 federazione, dil'iUi riconosciuti dalla legge ai senza- rimanesse impigliato nella rotaia professionale. Vi na menzogna, peggio, è un tranello; i~ii•o ~~~m"t:1~~ 1 ~tt~n~IÌn~fas:O,f~l~~:l: :i1! ~~Ò i ~~~nit~i~~\\~~~:;~'~aTTo ~~:e~~~i! 1 tdat~~~~, 1 ~: avere successo che sul terreno politico. Noi tlVe\'amo a centinaia, colo1'0che non h,,nno altro mezzo di un bel gridare: all'erta! - un bel denunciare l'im- vive1·e che il lavoro - non è pei salariati se non menso «aborto> delle Trades Unions inglesi, in- l'obbligo di lavo1·are a qualunque patto; che la vocare John Burns costretto a dichiaral'e egli stesso Giustizia è agli ordini della ror1.apubblica, 1a quale che « il tempo degli scioperi è finito>. Chi sa se a sua volta è agli Ol'dini - e allo stipendio - del la nostra voce sarebbe st.-ita intesa o se non av- capitale; che l'esercito detto nazionale, che è na– remmo dovuto passare per un periodo, pH1o meno zionale infatti nella sua carne o nel suo sangue, non ~~~~ti1i _:oi~~d{!~m~he~n?~~~ll~":,f ifa~~rr! !u~.Sl:ss!f :r::g 11 e de~ebe~d~il~~ ~~~!~~oe~~~ nostro parole, i nostri go\'Ol'nanti si decisero a possiede perchè tutto ha preso; che tutte le forze, ~:i;;:~\6nidf~~:l~!~ 0 i! ~/ait?::~,t~t ::,!!~j~s:1~ :~ S~-itfa~~~~~v~ti~p~~bfl:ss~,•c;n~: 1 ~/~~:a~ scongiurato. Davanti a' nostri corpol'ativisti ad ol- sono e rimarranno di1'8tte contro la classe prole– t1-an1,anon rimase pili altr'O,di aperto, che la grande taria fin che questa non sia divenuta lo Stato essa strada del socialismo, quale la avevano eroicamente stessa - dt\ classe governata classe governante. tracciat..'\ al pr9ietariato mondiale le 8'iornate di E un'altra cosa ora sanno quegli inchiodati alla gi~gno o la Comur;e; ed eccoh in marcia, come un sotto-gleba; che cioè fra lavoro e capitale non c'è sol uomo, all'assalto dei poteri pubbhcl - con qual accomodamento, non c'è transazione che sappia. successo, lo sanno I Floquet e I MauJan e tutti i tenere; che fosse1'0puro concluse sotto gli auspici bocciati dalle recenti ole1.ioni. ' e colla firma de1la Repubblica (come quella di Arras, 8 bl1otecé:1 G no Bianco

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