Critica Sociale - Anno III - n. 21 - 1 novembre 1893

334 CRITICA SOCIAI,E centri di manifattura, aboliscolo peno e le rieomponso o .sostituiscoalla famiglia la comunità. I suoi sperimenti pratici non lliedero ottimi risultati. 7. L'ultimo sistern.L non ra parto del noslro pro– gramma o nemmenocompletamento accettiamo lo teorie di Sulnt-Sirnon e di f'ourior: noi, allo stnto dello coso, J)rorcrlluno a. tutti gli nltl'I metodi d1 o.cquisto la. pro, J)riotù lndh•hlualo dei fruiti del J)roprlo lavoro, la pro priofa colloUh·a di tulio il resto. Ocslt.lcriamo, si, che tutli Ja,•orino; e le ra.gioni dei darwinisti aristocratici non sono molto serie. Eglino cl ,·cngono a sostenere cho in natura non si nasco eguali, o che quindi ,·olcr distruggere le ineguaglianze &orlali,voler ridurre tutta rumanitlL ad una sola classe, quella degli operai, è comb11t1ero, senz'altro, la natura. Cercano pro,·are la tesi con tulla la zoologia, o t:rcdono di n, 1 er ,•intoun& bnttaglln. S'ingannano. Tutti gli anlnrnli laoora110; e però, dttrwinismo per darwinismo, tutti gli uomini dcb• t>o110 lavol'are. Solo non ln\'ornno lo IJolvorapaci o i parassiti: orn i nostri scienilnti si 1>1'0pongono fol'SO per modello il lupo, la tigro ed Il leone dell'Asia 1 O sono per loro un tipo di soclabili1~ Il pidocchio o I& tenla1 Le nostre ineguaglianze economiche sono ftglie dello nostre convenzioni e dello nostre leggi: che ci entra qui la natural perchè calunniare Il\ nostn. ma– tlrigna, cui ba.sianopur troppo le colpeelle ha 1 Le altre Ineguaglianzesociali,per esempioingegnoo ,•irtù, hanno bene Il diritto di essere completamentorispettate; ed il collotti, 1 lsmo lo rispetterà. La sclen1.a hn Il dovere di olo\'arc, per quanto può, gli lgnornnO nl livello intel• lettualo del snplonti,i catti\'I al ll\'ollo morale dei buoni; ma, ciò non riuscent1o,considercrh. sempre i sapienti como migliori degli ignoranti, I buoni cornosuperiori ai catth·I. Qunlo discnpito porta qui Il la\'Or"O all'umanità 1 A mo poi piace il la\'oro per una ragione semplicis– sima: l'ozio è il padre dei ,·izi, l vizi generano i reati, o la toclctà ha il do,·ere non solo di punire I reali, ma d'impedirne,quandopuò, l'attuazione. In altri termini: io condanno t·ozio,e però il paranitlsmo, in nomedell'etica o del diritto penale. Dirò nitre ,·olle, como organizze– remo in colletlivismo il nostro capitale; por ora asse– risco soltnnto elio, se il Ja,·oro è, come riteniamo, un bono,noi collotti"isti sen11nmo Il do,·cre di cstend~rlo a. tutti. Il ·111voronobilita., santlnca, educai la scienza. quindi, o l'ratelli oziosi o parassiti, per mezzo dcll"evo– luzione ed anche ,•ostro malgrado, ,,1 nobiliterà, ,·i san– tlftchcrà, "i educherà! A n. A. 01 BELLA. La~rutalità dei 1ilitari fuori della professione Il signor A. llam,on il il. gio~•n1.10 nut~1-edi nu– morosl ,•olumiche rn questi ult1m1 _tomp1 ~loslarono nel mondo parigino un ,•irn o giushO~'\tOmtcre;ssc. In collnbo1-a1.ionc on G. Bachot scr1sso dapprima J./aqonfa (l'una società, l'cquis!toria tutta ratti, tendente a dimosh-are cho In. società attuale, com• posta di classi dirigenti, nlfumato di lucro, al SCt– ,•iziodell'alln nnaoza obl'ea, ò troppo mal 01-gan1z- 1.AIR e do,·1'l\ ben tosto peril'8; poi JlinlstenJ e Jle– Unlle i-accolta di documenti rclati\•i al ramoso pro– cesso' Turpin-TriponO per l'aOilro dclln melinito: inOno la J,"raricfa voliUca e socla~cnel 1890, opc~ cho prosegui da solo, poi 1801, in u_n."olume dt cui dn1·omo conto nel « Bollettino b1bhog1•nfìco ». Pnl'imcnti da solo, egli sta J>Or mollo1•e alla luce l:, f UD un Saggio di vs1e-01ou1a del 111111tare v1-ofes,fona1e. del ,,uale ci usn.Incortesia di mandarci gli stamponi. Noi,scorrondoli, pensammoche non snrcbbo sgra– do"olo ai nostri lettori a"c1-e.n loro ,•olta.o a titolo di p1•imizio, un saggio del Saggio. E ci siamo fer– mati sul cnpitolo: Bnitalftli (ttart llella.1n·otes– sione. Analizzata in altro pagine In b1•utalitàmili– taresca nella pt-ofcssionc, il signo1·llamon passa a h-ntta,·o quostaltro aspetto dol soggotto suo. },~intanto che loazioni criminoso l\Vl'engono nella pro– ressione,esse hanno per ,·ittimo i •1c/Jo1'(li11ati o giil. ne analizzammo la genesi ed i fattori. Portate fuori diessa. un nuo,·o fattore si •ggiungo agli altri: lo 11>Nlzio più o meno intenso per gli es1ranei al e bel mestiere delle armi». Un simile sentimento esiste, più o meno, In tutto le grandi categorie sociali e prorosslonall. Ma. giganteggia nel mll\101·0, cho rn1•prosen1n 1 nelle sociotù. nttnnli, il guol'ricro d'un tompo, t}uolguerriero cho n)lpartcnc"a semJ)ronlla casta nobile, superiore cioè di J>Osiziono socio.loalla comune dei mortali. 1-~ra I nostri arca,·oli della preistoria.,. come rra gli odienli selnggi, il guerriero occupava il primo posto; lo stesso a\'\'eniva nel periodo greco-rommno,malgrat1o il ramn.-mento della ch·iltà greeft e lo niluppo che ,·i ebbero l'arto, la politica, la ftlosofta,,·lluppo ben presto attenuato dall'egemonia di Romll sul mondo o..sialico– europeo. Nel medio-c,·o e ni tempi moderni il mestier dell',mnl rimase !"appannaggio della sola nobiltà, con do! morcenarii per inroriori; tnlo prorosslono ru per gran tempo Il solo modo di ncqulslal'e la.nobillh: . cotesta 1uporiori1à sociale del guerriero sugli al!r1 uomini trasrorh·a di necessi1à nelltLstessa proressione dello armi untLsuperiorità corrispondente. Ne ,·enne che II fa.ltosolo c1·esscr,•iaccolto creua una premi– nenza. 11 mcs1ierestesso nobilil&va.Talesentimento si trasmlso sino a noi. Concorse a mi,.ntenerloIntegro un ratto, che a prima vista può parere lnslgnlftcante, ma che è in\'eco assai gra"e: l'unirorme. Questo co,tume speciale, che distinguo e separa gli addotti a quella determinata prorosslono dulia. mol~i~u– dino degli altri, ebbe por elTettodi rlnrorr.nre lo spmto di corpo e di alimentare il concol1o llelln. superiorità. di coloro cho hanno diritto di portarlo. i:: quosto l'er– rotto costante llella dioi,a. o ne trova1e 1raccio nella. ma.gistMltura;ma nell'esercito Mlggiunge Il suo massimo, porchè lvi la dh•isa segue il e prorcsslonmlo » por tutto Il tempo della SUtl ,·ita. Mentro il magistrato non se no rh·e te che nell'eser– cizio Jella. funzione, il militare vi è don1ro sempre. Scm1>ro ha la sensazioned'essere qualcOSI\ didh·ersodnl res1anto degli uomini, ,·csliti in modo ,•olgRre,mon~r~ 111.. sutLllh·lsa non può e&seroindosso.la.che da uomrn, superiori come lui. Alla. dh·isa 1JI agglunge la.spada, eh'<•glisolo può portare, como un tempo I nobili .... Nel tempi J>rcistorici, romani o modloe,•ali,questa superiorità del guerriero poto,·a sino a un certo segn~ giustiftearsl. Egli ,wen1 1 non meno ~ho tra 1_ s?h'agg1 contemporanti. un uOlcio sociale 1mpor11111t_iss1_m~. la protezio,... del pastore, dell'agricoltore, dellaM1g1ano. f: ,·ero che Il 1fruttu·,, ma com1>ensa.,·a in qualche modo Il suo sfruttamento, il suo parnssltismo di non produttore, mercè una relati\'a 1>rotezlone del produl– toro. Questa protezione appa,·if:a più ulile della pro– dmdono medesinm; di qui la maggior conshlerar.iono nttribulln al JH'Otcttorio il conseguente loro orgoglio di castn.

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