Critica Sociale - Anno III - n. 19 - 1 ottobre 1893
204 CRITICA SOCIALE prolotarl, o ,·ero libcmle è chi ,·uolo,come il socialismo ,·uolo, garentire 11. ciascuno Ilcompleto nolgimento delle fllcoll& In condizioni uguali, senza. I privilegi e le pre– potenze, che le nrio vicende storiche hanno assicurato ad alcuni contro di altri; non chi ,•uolo inizia.la a danno di genti ronatamcnle Inermi una lotta destinata a ,·ol– genl a tutto r,worc di quelli che, corno che sia, pote– rono fornirsi delle armi phì potenti e piò micidiali contro degli allri. Onde la teorin liboris1a ha un valore tutto critico, che ser,·e solo 11. dimostrare come nè In essa. nè nel !IOCialismo di Stato, possa mal trovarsi una soluzione sociale. l. .'un sistema ~ Iniquo o l'altro è ingenuo: en– trambi Impotenti o con1raddilorl. 1.·uno predica la libertà, m o si a.vvalo di tut1i gli efToltldi energie accumu lo.te no'socoll con sistema ar. rutto dh·orso. J..'altro protendo l'Olgcro a nnl o.llruistici una socielà, che non do,·o cossnre 1lnll'c!!scromossa da impulsi egoi– sllcl o dlll trovare In cui lo. sun. rnglono di vlla. Questo voler conciliore l'ucqua cd Il ruoco, dio o il diavolo, In borsa cd il cuore, Il dlsln1crosso od il gua– dogno, costlluls co ro.uurdl•ù d el 1oclo.lismo di Stato o chiarlsro la sua lmpo1en r.aa risoh·ero ogni più gru·e problema quando esso si pono cornopunto di arrit"Oo non come una possibile taJ)pa. 1-.:, bonchè il nomo in parto comune possa racilmenle Indurre In equiroco, in rcaltl Il socialismo di Stato è e rimano una co1a ben dislinla dal socialismo demo– cratico. Il socialismo di Stato è un movimento semplicemente ri(ormaton!, ohe, lasciando Immutati I principi ronda~ mcn1nll della socio1l moderno, ,•uole s,·llupparo alcuno Istituzioni, accentuare sempre pili rortomcnte alcune tandonzo, comprlmerr.o certo nitro; senza. ba.dare so è possibile, al tempo stOISO, spostare lo condizioni di equlllbrlo o mantenere rnnflco centro di gravità. Il socialismo democratico è un movimento aperta.– mento, enenzil\lmen1c, irrovocitbilmcnto ,·ioolu;ionario, o non scrnplleernento rirormntore, pcrchè ,•uole spo– staro Il centro della gr3,•1til. dcllll societl in cui cresco o si 1,·olgc,mutarne i cri1erl dirotlivl dello. ,·Ua. in tutte le sue rnnnlresfnzionl economiche, sociali o morali, e balr.ar ruorl <laipassato, che lo contenne in germe, rom– pe ndono Il guscio o non compiendo di m10,•olo strano mlrncolo di uscirno lnsclandolo Intatto. (Il lC(JltitiJ al p,-ouimo HU111Cl'O). f:TTOIU! CICCOTTI. Conlim lade1olizlone diRo~erto Malt~n Oall'illuslro ceonomis1a,proressoro all'Università di l'adon, Achille l.orin, rloevommo la lettera clu, segue, non potuta 1 per diretto di spniio, Inserire nello scorso numero: f:Oreuto e caro amico, A ,•endo letto col più ,•h-o interesse le considera· r.iont ingegnose, che imi temn della spopolazione frnncese furono s,·olto nella C,-fttca da to. Sergi, Larargue e Mnrlignetti, mi permetto di soggiungere in proposito questi brO\•isshni cenni, a cui !!pero vorrni consentire l'usatn ospiL1lità. Mi sollecita a scrh·orll il dissenso, cito mi sepa,-n da voi sopi-a 81bl ')t a Giro è1 n o alcuni punti essen1.iali, e l'opinione. eh' io sento saldisaima, che gli a'l,romenli da ,·oi addotti non colpiscono per nulla la tooria di Malthus, la quale da ben allre osservazioni si tron inRrmata e di– velta. Io credo che Malthus rodivi\'O potrebbe tenero a voi tutti ti seguente discorso: « Finchò l'attuazione pratica dello ideo di uno scrittore snrà consldc1-atacome un trionfo di queste idee, non giil come In loro negazione. &.'lràsempre a.s.,urdo di opporre alle mie tesi il fenomeno della spopohu:ionecho la F'1-ancialamenta e che costituisce di quello tesi il più glorioso suec-OSSO. Che cos'è, infatti, ciò che io ho 1-nccomandatoad ogni istante della mia ,•ila, ad ogni pagina de' miei libri, so non precisamente che si rroni la procrea1,iono entro i limiti consentili da1la cir,·a dello sussistonzeT Eb– bene, ciò oh'lo ho tanto ponnto n filr comprenclero ni miei inglesi, o che <1uosti, co1·to in omnggio alla ·Bibbia, non hanno mni voluto praticare, i li'rancesi l'hanno inteso ed attuato; il che dev'essere por me argomento di giubilo o d'orgoglio o lo stu'8bbe da\"– ,·oro, se qualche circostanza aggrannte non so– pra,•,•eniMC a scompigliare il risultato. e lmperocchò non posso lacero cho i pronipoti di \'oltairo hanno dato allo mie teorie un'applica– zione csageratn, pen·ertita o che ne allontana., an- 1.ichè p1-omo,•el'lo, il legittimo obbietto. Io ave\'O raccomandato cho ~i limilasso la popola1.ionoenfro l'orbita dolio sussistenze, ed i Francesi la frenauo in ragiono anche maggiore; io a,·e,·o consigliato che si f1'Cnasso la popolazione morcò i matrimoni difforili o la castilh, ed i Frn.ncesi invoco ricorrono, per consoguir'Ol'intento, a... ad altri metodi, i quali, oltre che n me, 1wstore nnglic.,no, appaiono con– dnnne,•oli o turpi nd ogni uomo non bestiale e neutraliu.nno completamento i risultati bcnéOci della limitntn J>Opolnzione. Io sognn"o una popola– zione nurnol'icnrncnto circoscritln con metodi cho no accroscorobbol'O por sè stessi la vitalih\ i la Francia fl'enn la popolazione con metodi che no compromellouo lo energie, cho minano In snlute dei genitori o dei figli, che ioRno non sottraggono quelli e questi ad una morte e,·entuale per fame so non condannnndoli ad una moi·le h1c,·ilabilo per vizio o per degenoraziono. e Ma se l'applic:uione francoso dolio mio dottrine è indubbiamente deplorevole, essa però nulla prova contro la loro intrinsoca ,•orit.\; al contrario, C!sa dimostra, colle suo stesso per\'e1-sioni od intempe- 1-anze., a quali luminosi risultati si giungerebbe, so a quelle teo1•icho si desse l'applicazione 1-azionale, che io pel primo ho additata. • 1'nlo snrebbo la risposta di Malthus, ris1>0sta,a mio an-iso, logicnmento ineluttabile. Ma il profes– sore di Jlaileybury non saprebbe, credo, rib..'lllere con altrettanto successo due ben divorso obbiezioni, che l:idemog1-nflnfrancese suggerisce; o son queste: i.• La limitazione del numero dolio nascilo in P'rnncia ò un prodotto della minol'e iueguaglian1.a
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