Critica Sociale - Anno III - n. 18 - 16 settembre 1893
B CRITICA SOCIALE 281 csompio, in fante zitellone, nelle malmaritate., nelle istel'icho - oppure finom (diciamo /hlOJ'll per pru– denza) la stessa scuola positi,•a non ha mai pensato a dichiarai-e che l'isterismo sia un equivalente del delitto. La nosh·a domanda categorica. quella a cui Fer- 1'0ro ha dimenticato di rispondere, fu cosi fo1·– mulata: « il fatto che lo donne delinqnono meno dei maschi nncho laddove il preteso dcrivatirn della prostituziouo non ser,•o loro di sfogo,dimostra - ci sembra - che esso delinquono mono poi· sè stesse, J)Cl'Chè sonomenoportato al delitto (sia poi da condi- 1.ioniantropologiche o sociali) - o allora do,,e ne va la pretes:requivalenza psicologicnf Che significato le rimano f Chi direbbe che la vita ono3t..'\ è un equi• valente dcli:\ criminalità, pcrchè, ccc., ecc.?»- L'a– mico Fel'roro scinde quest'ultima frase dalle pre– cedenti - ·ossia da quello cho la spiegano - e vi fo sop1·a lo l'isate allegro. Alleg1·e, ma non concludenti.· Egli dice: « ma fra galantuomini e criminali v'è appunto la diffo- 1-0111 ... , che manca fra criminali o prostitute ». Qunl è questa differen1.a T- « I galantuomini lot– tano per la vita con me,.zi, che sa,·anno anche Infami, ma che l'opinione pulilJUca ,wn tlisap– prova .... » - Il fondamento delronost..1, per la scuola :mh'opologica, sarebbe dunque unicamente la vi– gliaccheria? Ma e allora come si assimila al delin– quente quella tale ol'izzontnlo fortunata, atlulala dai giornali, t·ii;e1·ila dai signori, ccc., ecc. 1 Che sospetto può aver essa che In sua condizione sia « infamante » 1 Lasciamo andare questi crite1•ì da pretore urbano, anzi da onesto barbie1·e. Noi speriamo, più ancora, noi pensiamo fermamente che la scuola antropo· logica veda fra criminale o galantuomo qualche ditroronza piit sostanziale che non sia il rispetto fo1·malo della legge - questa creazione di classe por l'asservimento di una classe - o il timo1·e pili o men vivo della pubblica opinione, lo sfidare la quo.le fa ugualmente gli eroi pili sublimi e i delin– (1uenti pili abietti, ~econdo cho cotesto coraggio ò volto ad uno scopo altruistico o ad uno scopoanti– socialo. Ma la questiono non è qui. La questione, ripetiamo, è nel saper~ so le analogie cho accade di trovare fra delinquenti o JH'OSlilule sono inge– nito od acquisite - se costituiscono un·equivalen, .. 'l psicologica - se nella prostituta siano dipendenti, o non lo siano, da un determinato assetto sociale. Ma codc.~ta ricci-ca pare sia inutile secondo i con• celti dell'amico Fe1·1-01-o. E ciò per ragioni così ge• nerali o aprioristiche, che, se son vel'c, ,·cndono inu– tile ogni lucubrazione o quindi anche ogni libro sul• l'argomento. Innanzi tutto lo « presenti condizioni sociali » non devono essere incomodate, perchè « sem1n·e il buttar.sì sopra un lotto sarà meno fati– coso e quindi, per legge d'inerzia, p1•eferito al dare coltellate ». Qui sbuca ruoi·i il solito faL'\lismo mo– nocol'de o monòcolo di quegli antropologi che com- Gél 1.;11ro e c.1 1.M battiamo. Ma la p1-ostituziono non esislO\•acerto nei primissimi stadi umani, nel 1-egimedella 1>romiscuil:.\, nei gruppi di famiglie mall'ial'cali, nella semplice vil.'l pastorale ecc.; e non esiste oggi in mollissimi individui e ceti remminìli (vi ò ancora qualche donna non p1'0Stiluita nella società capiU\lisL'l !) malgrado che la polll'One1·ia eserciti anche su essi il suo uni– versale impel'o. Il buttarsi sopra uu lotto è meno faticoso del d,u'Si a stabilo lavoro, precisamente come lo ò il rubare, il frodare, il vendere la J)l'OJ)l'ia coscion,.a, tutto cose assai meno f,\ticoso del fa.re il grassatore o l'omicida. Eppure lo tendenze umane e lo cil'COsla.nzesociaH fannoeleggoro a molti anche le vie pili faticose. D'altronde la legge del minimo sfo1·zo non ri– guarda soltanto lo sror'/.0 muscolare; vi ò uno sforzo mornle, u11a 1-opugnan1.a morale che la donna de,·c ,•incero por di\'entare J)1·ostituta: a fai· ch'essa possa vincerla o no influiscono essenzialmente e sona– tutto lo« condizioni sociali ». Il Colajanni nella sua Sociologia crhninale (voi. Il, § 70) ha dimostrato, con un cumulo di cifre molto attendibili e coll'in– ,·ocazione di autorità 11011 sospette, quali il Bodio, il Messedaglia, il DNbisch, occ., che « la delin– quenza della donna varia da p.1oso a paese e di anno in anno. anicinandosi o i\llont..1.nandosi da quella dell'uomo a misura che le condizioni sociali in cui vive la p1·ima si allontanano o si aHici– nano a quelle del secondo >. Così nei g1·andi paesi manifattu1·iori e dovunque la donn1t ga1-cggia col– l'uomo noi laYori commerciali e industriali, do\'e insomma si assimilano fra i due sessi le condizioni della dta o lo forme dello slntggle (o,• li/e, ivi vm·ilms co•tcris, si assimilano anche le due dclin– <1110111.e. Non ò che allora il « butta1'Si su un letto» dh•enti più « faticoso » che 1>01' l'addietro; ma ò che c1·escono gli stimoli « sociali » alla ,•iolazione remminile della legge penale. Non sappiamo con p1-ccisio11e(ci mancano i dati poi' asserirlo) se in p1-oporzione di quell'aumento di criminali(:\ scemi poi la p1·oslituzione; la cosa ci sembra probabile, appunto pcrchè, aprendosi alla donna altro vie di sostenta.mento, le sue condizioni sociali si avvici– nano ,•iepii1 a quelle dell'uomo, il quale di regola non si prostituisce sessualmente nel pieno senso della parola, ossia uoi rapporti sessuali accidentali ed cfllmeri tlà ordinariamente e non J)rende de– naro (1). Ma una cosa dunque è evidente: che ove le vie di lavoro o i salari della donna fosse1'0 pa- \u~lo:~ ~ 1 \ 1 ,!~ 1 :.. :~r:;•j:~\ e ~!': 1 :t!~i I~ r~ 0 1~f~i:1~ ~~~~1 ;1 r nrg:~~ ~~ll~1!:~\•!;~:vJ1,1:~,[ii'!o•~~111%C:r~:~o .":!~ ~/:~z~g~~"! ~~~ 111e~ : d:illa J)roBpelll•a di \'In• cimento tt'Ut11le o della od effimeri, ,ucgellall l 11:,::i:"~ ~ fc':f:~i~~~ :;!~~::: !h' ~1 r~;:;:r,.c~'a: co~:::rr,~~,"o:,. 1l 1 , :.~~u;~~·~1:l della v11ae l'intere,u - Soltanlo un regime aie dei due ogni n:110 hi.1udderà av,•ero "B'nl form:,. d1 prolliluzlone, anrhe quelle forme di pro– lllluilone cronica - e sono le più numerote - che 11celano og11:i aotto Il ucro velario ddlll eotldtltta • farnlglln legale• e nellfl <1u11II ali 11n1ro1X>logl non al aogn:1110neppure di cere.ire gli equl– \:1h:ntl ddl:a tldlnqueni:a.
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