Critica Sociale - Anno III - n. 15 - 1 agosto 1893
CRITICA SOCIALE non lo vedi o scappi fuori a domandat'O un po· di ragionamento, un po'di dimostrazione contro l'ob– biezione della legge del salario, menh'O il mio ar– ticolo era tutto una risposta n.ncho troppo razioci– nata e fortificata contro questa obbiezione! Nè, se volessi, mi manche,·ebbe il modo di non lasciar passare 1isciele affermazioni che tu fai sulla cJuestione fra Bebel e Vollmar ('), sui 1·isultati delle ultimo elezioni tedesche, sul mio modo di conside– rare l'mdono lassalliana, ecc. ccc. Ma a che cosa può servire tutto questo? Se tu no hai voglia, io ti lascio $iocare con queste frangio della polemica, e in tutb questi ripicchi secondari ti do ragione, a 1wto,·t, srno che vuoi. Veniamo ai due punti forti del tuo articolo: la too1·iao meglio la controtco1•ia dell'ambiente, e l'annessa denuncia del nuovo mostro socialista-bor· ghoso: del possibilismo. se:~:1~!~ 1 ~t~~,~~ d~~~:t~ 7 ,au~!: 11 ~~t:ad\')•r~1~~ pietra filosofale per la quale ci accomodiamo con ~~!Uf i 1Ov!~tt~·t~~:v~u~~~l:~:n~ ,!l'a~~u 1 ~0(1 1 ~~sg~~t~ nostra bacchetta magic..1 e ciurmail'ico è l'idea del• l'ambiento. - Che cosa non si giustiflc..1con ram– biento1 domandi tu. 1..·ambiento ò il guanciale degli op1>0rtunislie dei poltroni. Ma le C0ll\ 0 inzioni s..1.ldo e prociso; ma le anime rorroo sL1nno contro ram• biente o lo piegano e lo m<Xlificano. Ma qual è di grazia ridoa cho tu li fai dcJram– bionto 1 Per te pal'0 che esso consisU\ tutto nei pro– giudizt e nei pettegolezzi umani. Por noi \'ambiente ò ben altra. cosa; esso ò il complesso dello condi– idoni atto1•nianti un essere e dotc1·minanti il suo svolgimento o la sua vita. Per dire so un terreno ò si o no adatto ad una data pianta noi teniamo conto della sua costituzione fisica o chimica; non dei capi-icci o dei ticchi del coltivatore. Per dire so un ambiente sociologico ò si o no adatto ad una data soluzione di un problema sociale noi osserviamo so il complesso delle condizioni sociali si presenta fa\'Ol'Ovolea questa soluzione; non andiamo a spiare, come pa1'8 che tu creda. da che parto spira il ,·eolo superficiale o mutevole dello opinioni. E sotto quesL'\ forma ride..1 delrambiento è Ìl'1'8rutabilo; la sua fo17.a ò sovrana e ad ess..'\ bisogna piegai-si. Non piegal'si come chi cur\•a la schiena a quella regina ~~i~~I~ a~!tt~1oc1:1~c~s~1uti~~~~~o 0 J.~;~~~~tu1: 'l'u parli di piegare, di frasformn1'8 l'ambiente me– diante le convinzioni salde o precise; ma questo sa1'à l'ambiente aereo dei progiudi;-;'ì,che ha ben poca influen1.a; che ha ben poca forza; J>Orchèspcro che tu non \·O1·raimica pretendere <h trasmutare con delle convinzioni e dello tlSJ>irazioni lo condi– zioni economiche d'Italia, di raro irrompere per la sola ror-,,adei desiderì dalla sua palude morU\ il llume vivo o sonante della vita moderna. Saresti un vero negromante. - Ma via, tu questo cose lo sai benissimo; è solo la tendenza ad antroporormiz~ za1·e,a voler vede1'8 il piccolo rimescolio delle por– sono dovo c'è sopratutto il grande o sc1'0no mo– vimento dei fatti o dello coso, che ti spingo ad abbassare ridea clelrambiento al caso minuscolo dogli inh'ighi o degli accomodamenti personali; che ti fa vedo1·Onei sostenito1·i sciontillci di questa idea, dei mimi compiacenti alle volga,·ità della platea. Rd è naturale che tu, dopo OSSOt'O arrivato sino a questo punto, sii andato ancora più in làj od abbi finalmente visto, nello ideo che io espone\•o, il prin• cipio di una nuova d~~enerazione ilei socialismo. Tonc·e,·a fol'se noi nuo articolo l'idea che il so- (I) Non ce ne 1ll1mooccupati alTittto.1:11mlcollal:agoJI llVlden-- lemenle confonde. (J\"010 dello CI\ITICA SOCIALE). 81 JIIUL va IIV ,J a V cialismo italiano dO\1C avviai-si pe1· le strade possi· bili scn1,a 1u·etcnde1-edi rnlcr s.1ltaro dovo non arrirn la sua forza? - Dunque, tu concludi, voi siete dei possibilisti. - Sicuro. - Dunque rni smi– nuzze1'8le il socialismo pe1· renderlo vossibtle a tutti i gusti, per insinuarlo a tr~wo1'SO le foglio sen– sibili o pomrnloso di tutti i ,,..ogiudi1.f, per farlo trangugi:u·o agli stomaci delicati o tisicuzzi. Niente affatto: ecco che tu ric..1dinel soggettivismo ombroso, e che sotto questo punto di prospettiva falsi la nostra idea. 'oi. vogliamo adatU\re la nosti'a aziono socia– lista alle condi1.ioni economiche del nosh'O paese; noi vogliamo che la nostra azione pratica sia inti– mamente connessa alla sua viULooonomica, segu.\ da presso lo lince dei suoi bi'°S'ni, porchò solL1nto in que~to modo si può riuscire a scuoto1'0 ed orga– niz7,.'l1'8 le forzo di cui abbiamo bi~ogno. Sicuro: noi ~~~l!~~~~ ~i:~l~:;1o'~~.e1~n~l~u~~ssI~N~s!~f ~ di insinuarsi a traverso a tutto lo condizioni più varie, di sh'inge1·O tutta la \'ila dol nostro paese nell'amplesso tonaco delle suo milio ramificazioni, non 1:ie1·rend01•lo abile a faro inchini a tutte lo velleità e i ticchi personali. l\"oinon ci v01·gognamo di dove1'Cipiegare alla forza dolio necessita. dei ratti o dello cose i ma arrossiremmo quanto tu di far salamelecchi ai pre~iudiiì cor1'Cnli.Vedi dunque che fra noi o il veccluo possibilismo rranccso c·è di mezzo un abisso: il possibilismo francese tras– curando, non avvertendo il rumore dolio grandi cor1'Cnti sociolo~icho dei falli, si 1>01'Cle,·a nell"al-– chimia impossibile di rondero tutto lo opinioni, di conciliare lo ideo socialiste con tutti i pl'egiudiz'ì vegetanti dal molle terreno della bol'ghcsm; voleva essere intc1·nazionalista senza 11rt..'l1·O i patl'ioti, col– lettivista senza scontenla1·e i bottegai o i piccoli p1·opriot..1i-i;scientifico o pur buono anche 1:ier i ri~!tt~v~v~li~'U~n°peta~~~~ ari~~~i~ (;~a~\i,~! nodosa e potonto, a pianticella odoi-ifera pe1· vasetti da llnestra; il famoso Soctaltsme inlCqral c1-adi– ventato res1)1'ossionedello piccole ideo o dei piccoli sentimenti della mediocrità. Sta tranquillo; gli italiani hanno molti diretti, molti \•iz'ì i ma a queste delicatezze francesi essi non ci arriveranno mai. Si può motto,· la mano sul ruoco. . .. Raccogliamo le reti. Como si vede, noi in quosU\1>0Iomica ci h'Oviamo in Jaccin duo tendenze. Da una parto stanno gli idealisti (è idealista il Galla,•1-esinel suo SO$nO della i-iscossa italiana; à cosh'Otto ad esse1'0 idoahsta, rnle a diro a dare una grande importanza alle ideo ed ai sentimenti, il Turati per \>0tcr criticare o com– battere le mio osservazioni ; stanno tutti quelli ~l~ts:~!~ i~~i;fl~~-!p~~nil:t~ (!~o~~!:r~~tir~~ realtà, pe1· getta1·O sovra di essa, corno i rumalori ~~pr~~'Q ~,~f~~~~ida veste dolio imagini b1·ulicanti A questa tendenza io OJ){>Ongo la nccossitll.di ren– dersi conto di queste h>istt condizi oni italiane , di adattarsi ad esso, di metter mano alla costi-uzione dei primi mattoni e di la.sciar da parte per adesso l'idea dei grandi palazzi. Volete ostina1•\Ti a chiamare questo opportunismo o degcnerazionef Accom<Xla– tevi i ma soffrite poi di senlir\•i diro che i rnstri sogni vanno a bruciarsi lo ali al lume netto e chial'O delle teol'ie stesso del ,·ost1'0 maestro. Xon è stato il Marx a mostrare che gli avvenimenti non pos– sono \ 1 iagginro con le nuvolo delle ideo, ma de\fono battere i sassi della realtà? Questa potente indu– zione, so deve valore pe1· noi noi casi buo11i 1 dO\'O
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