Critica Sociale - Anno III - n. 14 - 16 luglio 1893

CRITICA SOCIALI!: 221 darsi dell'idea o del sentimento della emancipazione di classe. Quindi ne· Comuni rurali essa, anche per un tornaconto finanziario immediato, non vuol sa• ::~~ 1 1: ~:~idi: : J\ 1 di ~~l~~o:r~:!:!~-~le~~: ru voluta dalla borghosia cittndinn, o che contrasta ~~!;!,~~~1~a 81 ~.~ ~~aglif~~~ai~~ie)~ d!i cura, che sia frequentata o no, d'accordo con il proto, che cerca di clomina1·,·i, non potendo distrug• ~: 1 !pi~bl ':~s~::/a~~ 1 ::1ti n:~r;:~:i;,• I:~~~~ popolare; soltanto che tonta, come gii\ ha comin– ciato apertamente a rare in Milano, di pa1-alizzarne il danno con l'aiuto del catechismo cattolico. I.a nostra scuola elementaro non istruisce, la– mentano gl'ideologi. Bontà di dio! o come volete che sia diversamente T li corso oloment.are obbli– gatorio dum un triennio,(') secondo la legge; a novo turni i coutadinelli lnscinuo por sempre d'oc– cupnrsi do' segni grafici, e non ò da mera,•igliuo se tanti poi, presentnndosl alln IO\'a militare, si fro– vano esser tornati analfabeti. Che tempo, o modo, o possibile \'Olontà d'istruirsi rimane, abbandonata la iscuola oblJltgato1·ta, al colono o al minatore? Cosi il frutto delristruzione elementare appresa nella scuola è per essi nu11oo quasi. E forse è gran cho migliore la realL\ ~r l'operaio della Città? Come dunque rimodiarot F'orse che la bo~hesia può contentarsi di sfruttare un po' meno. pnma e t 0 ro'rs~ r, i;:s:.~~0~ 1 td 0 e11~ 0 ~~n~~u~::ed:l!~tio ~~; di ln,•oro, cho fa il prolotal'into, quella di ottenei-o il tempo di coltivare anche un po' l'intelletto, o ideologi del radicalismo borgheset La nostra scuola elementare non è educatrice, gridano in coro le oche ,•eglianti della borghesia. :;;;f~~~~'';/!~ e r~\ 0 d?~~t>t!, ~~~u~~·;:,~ rendei-e il popolo timoroso di dio e dei padl'oni, laborioso, obbediente, sottomosso,prcoldenle,pronto a vh•ero e a morir di ramo, a beneficio sempre dei sullodati padroni. ( 11) li Bovio direbbe: -Chiediamo alla scuola il protoplasma dell'anima civile; e.... JH'Ondiumopor testo Plut,u'Co! - Che volete che faccia. In. scuola elemont:wo bo1-gho80? Lo disse il Ma1·tini in Parlamento: la borghesia non può edu– cai-o nò dentro la scuola, nò fuori. Alla funzione educatrice concorrono necossn1·iamonto lt-o fattori: la scuola. la famiglia, l'ambiento sociale; la scuola, ~~ <i= s: 0 ~;t: 1 1a 1;~j;11:. :~ecar:~ A 0 ~1~l~ ta1·io quasi non esiste, quando non è teatro di in~ narrabili mi.serie e di "ergogne conseguenti): nella scuola elementare borghese s'insegna al figlio del rai::;1~~ta 1 :ri 1 !~-i~u1:~;t~!~:~a~o~df :~ d ~~ flschial'si altamente del testamento ,•eccbio e del nuo,•o. O gli si insegna la mo1-ale cii;tlc. impor- 1i!1!1d 11 :: !!11~r: 1 ~1:1 ,~~~~~rl~N!~ ~0: % 11 11·~~i~l Comuni rurall ~bbrltblno. con quu10 auuo. del buoni locali, de. 11!111.11ndoll a 1u11·a11routo {perfino ad uso di ca~rma) che non ala drlla ecuo11. la quale retta 1101a1a10Uo un portico o In un.a u •talla. C')Pu I n11ul, l'iotffde. che ~no tNqu.,.ntar• la 1e11ola. ~~r. ~ 1:.~~'!: r ~-::f'• ~:~.::::~ ,~~n:a~:i!; o l'Nlrema mlNrla l()fll• ad tue f: capadtl d'Intender-e l'ati- 111.t. o I• nec.. lt.i della ~uola. 18)TOIJrOda uno Krluo di unii mantra elementare coivcna- == ;,:or:~ 1 1::è~ta,.,,~~l1:;,;y:~_!e~~~n:~:o,cl:ol:r:ei'}!;~7~ uaa aola lnfllll potrebbe Infondere, 1nc.hen•I meno ruoritl dalla aorte, un po' di aalutare amor vm11rio, Il rl1pen.o reciproco e per ~l~~1::,•~r:~r~;~:::i: 17eJ,}::~~}0~:11a vlrti) e nelle illltu• B1bl l;il o ts1 n ninta sul sacrosanto interesse assoluto dei beat! J>OS· :!'~fr::· ~ .. 5 ~~iruo 1 J 0 ,~~~-~~rt\;: i legislatori, formanti il tipo superiore sociale, pec• ;:.iJf~. i~:~~:m~1~ 1 ~ho 08 ~~zf~~t~~o e~C:11: ,•olontàdolln nazione siamo lutt' liberi. felici, uguali, o poi ogni giorno nella famiglia, noi mondo. la realtà pii1 brutale gli chiarisce. cho libertà. egua- ~~:~tc01' fl°~Wo u;:i ~::O~~~~:~ ~:J! 1 ~· I~~~•: padre carcerato, condannato come m<dfatro,-e, solo perché si permelten di appartenere a un Circolo di principi extra-canonici, o la rnmiJJlia sprofon– data noi dolore e nella mise1-ia. e som-o la ramo; e sente raccontare che i commendatori rubano, e altri commendatori giudici baciano a· primi la mano. e che il governo fa poggio ancora, o so qualche ladro altolocato vien messo, per lustra. in gabbia, i fi– gliuoli godono fuori Il fl•utto del furto paterno. 'l'alc fa scuola, tale l'ambiento sociale. Lo stl'idonto dis– sidio tra la 1>1·edicn e l'esempio bo1·ghosocomincia per il figlio del proletario sui banchi della scuola. e via via, lungo il calvario della vita. matura, in– sieme col resto, nella sua coscien1.a il sentimento della dignith ribelle. che per la borghesia è crimine. F. tristo lui, so un'intima energia non gli sorreggo l'animo! Lasciando gli argomenti d'ordine esterno, certo è che la scuola popolai-e non può a,•01-e una fun– zione educatrice se non in una società di eguali (eouagltcm::.a non nel senso borghese). Fondamento della funzione educativa è l'amore. e tra srrutL1.ti e sfruttatori l'amore non è possibile. Aristotele, uno ~r·.:t~r~:~n~~ti!~'ie°;,,?1~ 1 • 1 ~~r:t~~a ~!i~\~ ghese sincero: « Por il ~polo la morale è una pa– l'Ola: il codice e i carabmieri. ecco la morale che ci ,·uole! » Solo tra eguali 1>uòessei-e amore, per- ~~~~ ~~l!rasom:~~~J!U~ fe1l~l~it~\!1.1!~ se:~~~~~ quindi il sontimento morale. La morale non è che la spirituali1.1.azione di un interesse. La momle che la borghesfa impartisce al popolo è la maschera di un interesse di classe, e cosi riesco in ofl8tto una specie cli osti-atto concen– trato noi vuoto. La moralo nella socioth. socialisL'\ sarà. la. 8pfritualizznziono dell'into1·csso di tutti, e sai;~ l~~or: 1 ~;)01~~~ s,t:;it~c::~i;•~~~ 8UI\degna im- portt\117,ll soltanto con il prevulore dolio tendenze socialiste, come non può altrimenti aspirai-e ad ot– tenere dignit..\ o benosse1-opari all'ufficio il mae– stro, che ora dalla bo1:ghesia è considerato e trat– tato ben poco f!lO:gliodt un addestratore di schia,·i. Il pro\'&lere dell'ide.'L socialista soltanto può dare Ì~~~u~u~lr J~~~~io~es~u~es~r~~~;i~~~~ rre Un indizio di quanto amwmo l'abbiamo nel fcno- d~~1~i~t~tf it~~!~~~i~:1 iP~i~ ~u~~~~~;~:\~ dello Stato borghese non è libo1'0 di sviluppare l'aziono pro1>ria, come gli convengo.. Non gli è per– messo che di manifestare dello tendenze. Or bene. ecco il Comune do,•o l'idea socialista p1-e,•ale e i ~~) 0 d~r 80 t:to~f~~u~f: 1 ~1:S~e~t::: u:i ,.~~i~~ ratiere d'istituto sociale. Là non è più la classe bor– ghese che largisce l'alJtci al proletariato, cho gliene

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