Critica Sociale - Anno III - n. 14 - 16 luglio 1893

CRITICA SOCIALE 219 mensa sp1'0porzione: ne scoppia una battaglia ac– C.'\nita, continua, intensissima, in cui naturalmente trionfano i più fo1·ti. I deboli, essendo eliminali, non lasciano discendenti; cosi ogni nuom generazione ò fatta dei discendenti dei più forti, con un miglio- 1-amentodella razza; questa lotta e questo stermi– nio dei deboli si T'ipetono ad ogni generazione; e cosi la razza avan1,a su la strada ascendente del progresso, abbandonando sul margine di questa le sue forme inferiori; e da lotta a lotta, da genera– zione a generazione ,•ien fuori un manipolo clivitto– riosi sempre più perfezionati, di organismi sempre più complessi e più forti. Ma si ponga mente che per questo 1·isu1tato il fattore della eliminazione è indispensabile: se per un complesso di leggi differenti da quello in azione i deboli vinti non fossero eliminati e si riproduces– sero; se ossi gettasse,-o nel fiume dello generazioni il 101•0contingente di Ol'ganismi in istato di immo– bilit.\ o di règressione; questo rapido progresso, questa foggiatura di organismi supel'iori non si avrebbe, o si avrebbe al pili un flusso e riflusso di progressi e regressi senza risultato; e le specie si immobilizzerebbero in un equilibrio senza sviluppi e perfeiionamenti ulteriori. Ora nella società. questo fattore capitale della eliminazione, tranne i pochi casi imperfetti e senza risultato, del resto, di isolamento dei pazzi e dei criminali, manca compleL.1mente. La sospensione di questa legge della eliminazione dei deboli non è d'al– tronde un fatto subitaneo che si esplichi bruscamente nella società come un'applicazione artificiale; esso stesso ha, e non è stato osservalo, una p1-ofondara– dice biologica. Il fenomeno è importante e mer-ita una attenta osser\'azionc. Ho detto cho negli animali c'ò una rip1·oduzione 1 sovrabbondante, che è essa stessa causa della lotta per la ,•ita e clella eliminazione; ma anche negli animali questo fenomeno di sovrariproduzione, con le sue conseguenze di lotta, di eliminazione e di selezione organica 1 ha varl gradi. li massimo della sovrariproduzione e della eliminazione si osser\'a negli animali inferiori: in certe specie di pesci odi insetti ogni individuo depone migliaia di uova, di cui a. pena. due. o t1"0arri\•ano allo sviluppo com– pleto ed alla ripro<luzione: il 1"0slo è spaZ1..atovia dalla eliminazione. Lo stesso fenomeno si osserva per ogni classe: i mammiferi sono prolifici in ra– gione diretta della inferiorità di organizzazione e di posto occupato nella natura. Ma man mano che -si salo verso gli organismi superiori questo feno– meno di sovrai>iproduzioue che, corno ha dimostrato lo Spencer ('), non si ha che per supplire alla eli– minazione, e i fenomeni concomitanti della elimi– nazione e della selezione, si attenuano e vengono meno. Qual è la causa di questo ratto? ì~ che 1'01·– ganismo, che è superiore a tutti gli altri organismi del suo ambiente, resta dominatore de11'ambiente; per esso il coefficiente maggiore della eliminazione, · la lotta con gli altri organismi, viene a mancare. (I) La Blologk. Parls, 188&, p. lii. Bm, .J t:: , u11 u c,c>,,u È vero però che in questo C..'\.50 ·1a lotta por la vita ripullula in un'altra forma; diventa, da lotta esterna, lotta interna, da lotta di una specie contro le altre, lotta fra grindividui della stessa specie. E questo perchè un animale superiore, che non ha pili ne– mici esterni, tende a. l'ip1-odursi anche al di 1:\ del suo ricco fondo di sussistenza. E stato il caso del– l'uomo: e cosi si spiega quel doloroso fenomeno umano della lotta feroce degli uomini fra di loro, che ha insanguinato tutto il cammino della sua sto– ria e che non t1-ova analogie nello specie inferiori, anche le pili crudeli. Ma questo è un fenomeno transitorio, e cho si esaurisce per sè stesso. servendo di coefficiente alla evoluzione sociale. Dunque nello stesso mondo biologico, quaudo un organismo domina su tutti gli altri, per esso la lotta indh•iduale per la Yita e la eliminazione tendono a scomparire. Cosi questo attenuamento della cli• minazione non è tanto un fenomeno sociale: ò pre– parato lentamente e largamente dalla natura e, più che essere un prodotto della socieb\, ò esso stesso un coefficiente della formazione sociale. L'elimina– zione e la società sono due fenomeni contraddittol'l; lo dimostra il fatto che nello pel'fette società ani– ma.li l'eliminazione ò scompa1"saassolutamente, e che nella socief..l'i. umana. essa è propria dei momenti di dis– soluzione sociale. Questa coincidenza fra l'attenuarsi della lotta per la vita, fra la conservazione di tutti gli individui e il nuovo fenomeno della fo1·ma• zione sociale, ci fa vede1·e che fra !"uno e ra1t1-oc"è una relazione profonda: e forse il fenomeno sociale non è che una trasposizione ed una trasformazione delle energie prima disperse nella grande lotta fra gl'indiviclui solitarì. . .. La società non è dunque sotto un certo aspetto che la conseguenza cli questo arresto della lotta pe1· la ,,ita che domina nel mondo biologico; arresto naturale derivato dalla azione stessa di questa lotta: la formazione sociale si riattacca cosi intimamente al complesso della vita della natura. Con la sospen• siono dello stn,ggle {01· li{e vengono meno le leggi concoroitanti della seleziono, della eliminazione o del perfezionamento organico. Così si spiega che nello societ..\ umane la elimi– nazione dei deboli sia scomparsa. Anzi questa man– canza della eliminazione, che è il gran fatto domi• nante del mondo biologico, diventa, per il contrasto, il caratte1"0 saliente d~lla società. Nella società c'è una conse1•vazione assoluta di tutti gli individui: la societ.\ ha 1a tendenza a conservare ed utilizzare qualunque genere e grado di forza indil'iduale; con– ser,•azione ed utilizzazione re.so possibili da quella slrao1xlinaria divisiono del lavo1-oche vi si produ'ce o per la quale nella specie umana organizzat..1nella societ..\ si ha questo fenomeno, della immensa va– riet.\ t.legli indh•idui, della specie mista di individui ad attitudini differenti. Non solo; ma questa con– servazione è necessaria, porchè nella viL.1 sociale queste attitudini diverse sono intimamente colle– gate fra loro e lo sviluppo di una non sarebbe pos-

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