Critica Sociale - Anno III - n. 12 - 16 giugno 1893

CRITICA SOCIALE 185 libcrt.i e la prepolen1.n sistematica del loro compor– tarsi, del pari che la suprema puerilità. dei mezzi d'uione ch'essi preconizzano, le ribellioni isolate e violento, Il\ e prop.i.ganda col ratto », ecc., tutto ciò rivela, sotto le forme energumene di una convul– sione perenne. sotto la parodia epilettica della forza rinnovatrice, l'anima profondamente reazionaria del loro partito. Senonchè nella conctu,iono - ch'egli ebbe il torto di collocare in principio a mo·di lesi euclidea - il nostro corrispondente non pare pili quel mede– simo. E, o noi cl inganniamo a J>artito, o casca proprio in un orroro molto affine - se non iden– tico - a quelli che n.sprnmentocombatte: ridurre cioè la rivoluziono n una raso, anzi a una moda1it..1. anatto ostoriorodl SO stossa,o pl'ccisamonte al cozzo estremo volontario, dominato dallo idee personali. Udito: - e la rivoluziouo ò lo s/01•;;0supremo di un pa.rUto por nrrivnro al pote1·e, servendosi di me;;t con.trat·tt aue leggi o alla istituzioni vi– genti.• - Noi doml\ndinmo all'amico gi•egarlo: so questa è la tivolu.:tone, come deOnito ,,oi la semplice rivolta? Lasciamo sta.re quel rinehludor la rivoluzione nel fatto di un p a,•ttto. Lo più grandi rh'oluzioni so cinli - dolio quali lo politiche non sogliono essere che o episodio, o preparazione, o maschera, o coro– namento - si adagiano malo in ah·eo si angusto: a mala pena il lotto ben più ampio di un"intera classo b capace di contenerlo. I partiti so ne dispu• tano l'inb:iativa, la direzione, i vantaggi; ma essa - la rivoluziono - b spos.soassai ph'.1 vasta di loro. Fu il partito dei girondini, o quello dei giacobini che generò la rivoluzione francese? Dito piuttosto che ru ossa a gonorarli, o a generare con essi ::mc– cossh•nmonto molU altri partiti. La caduta detrim– poro romano, J'im•nsione del cristianesimo, questo grnndi rivoluzioni doll'antichitù, ru1•ono esse il fatto d'un pat·tito? r pal'i.iti cristinni cominciarono a na· scero quando il cristinnosimo agonizzava_ I J>..'\rlitipos.,ono ngovolaro una rivoluzione, darle tnlora l'impulso. E lascinmo anche stare se cotesto impulso essi lo dinno soltanto coll'an·ivat·e al po,. te,·e. Un antico cristiano o un moderno anarchico vi rispondorobbel'O ch'essi il potere non lo agogna– rono mai; Il 1>rimolo pone,•a in Dio; il secondo lo "uolo abolito. Ma poniamo pure eho oggi - pen· sando alla rivoluzione presente - la conquista del potere ad opera del prolelarialo (il partito socia– lista non ne b che l'avanguardia di combattimento) si ravvi.si nocossarin alle trasrormazioni essenziali È questa la tosi dei socialisti: essi Yogliono strap– pato Il potere alla classe srrut~1lrioo che ne fa monopolio e rip.1rtito fra tutti gli uomini, divenuti lavoratori, disciplinantisi spontaneamente per la produzione o gli scambll. f: porciò che quei burloni di anarchici ci chiamano « nutoritarii >. ;\In perchò parlai-ci di sfor.;osupremo, di me.:.:i contrarti alle legglt Forse che l'ultimo colpo del piccono sotto il quale uu odincio rovina è pili rirn- luzionnrio dei mille colpi cho ne hanno sgretolato le fondamenta f E non ci ha dello il gret1<o·lo che molto ri,•olu1.ioni a,•,•ongono senza conflìtto, persino quelle talora che depongono un so,•rano srorzan. dolo ad abdicare per semplice coazione moralef Quale logge ha posto rra i mezzi a sè contrarii l'abdicazione del !!Ovrano f Certo, quanto pili una cl38!8 al potere sente pros-– simo il Ono o crescenti le forze an•ersarie. tanto più accumula leggi inccppatrici e moleste che pro– vocano la ,•iola1.ione. No ò Mempio ftagrante la • moderna borghesia, cho non ha ritegno d:ll rinne– gare lutto il suo passato, i principii in nomo dei quali ò sorta o snlitA al potere, connscaudo tutte lo libertil, racondosi aguzzina o ,•ituporatrice di ogni libero moto di dignith. popolnro. Non udimmo noi in questi gio,·nt un ministro idiota o birbone (noi poniamo il dilomm!\ por cortosia: ma lo duo qualità si mescolano assai iiJ)OS."!O, aiutandosi a vicenda) pro– clamare in ambo i rami di un Parlamento, fra l'assenso pi1'1cordiale, che lo società di resistenza di un'intera 1'8gionosono società di mah-h•enti, di « gente che non "uol ltworaro o "uol ,•ivere allo spalle di chi lavora •f Quando si ,•uol uccidere il proprio cane, si gri da che e sso è armbbiato, o la ravola del lupo che acc us.nl'agnello di intorbidargli il rigagnolo ru im•ontata ancor prima della prepo-– tenza borghese; cosi al capisco cho le parole del ministro, che fa un torto nlle società socialiste di ciò precisamente che esso mirano ad abolire (il parassitismo degli oziosi mah·h•cnti cho il ministro tutela). pronunziano una leggo d'eccezione contro il mo,•imento denunziato. Ma il ratto ri,•oluzionario starà esso nella violazione di cotesta legge o di un'a1tra qualsillSI f Rifacciamoci un po' alla sorgente. li concetto di rivoluzione muta di contonuto secondo la natura degli oggetti n cui si applica. So ponsiamo agli astri del cielo - che conoscinmo soltanto corno masse, moto, distnn1.o - In loro rivoluzione è compiuta quando essi hanno girato sul proprio asse. Ma nel mondo dogli organismi, studiali come tali, la ri,•o– luziono b qualitativa; il somplice spostamento e neppure i mutamenti di rormo apparenti non ba– stano. Conviene, per parlarsi di rivoluzione in un organismo, cho il suo runzionamcnto intorno sia rovesc.iatoi 1ia mutato il porno di alcuna o di tutte le sue princip.1li rum:ioni. Pigliate un albero: voi lo potate; m:i esso è ancor quello. Sottoponetelo ll un innesto: la sua forma esteriore può cangiare appena., ma la sua vita in• tima è un'altra i esso elabora altri succhi e produce altri frutti i osso hn mutato persona. ~~ av,•enuta in esso una ri\•oluzione organica. - Osservate il germe nella terra; esso gonfia: evoluzione; esso germina e si allunga in ru.sto: rivoluzione. Il fusto si innal7,a e s'ingrossa: ovolu1.iono; motte rami e roglio e fiori : rivolu1.ione. li bocciuolo si rivoluziona tramutandosi in nore, e il flore convertendosi in frutto, e il rn.itto in seme.

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