Critica Sociale - Anno III - n. 12 - 16 giugno 1893
CRITICA SOCIALE 181 (L. 4i2()al quintale) sariL di L. GO. Fra runa e l'altra tassa spenderò. L. 57,90. Un operalo dunque, che gundagni In media due lire al giorno, dovrà cedere nell'anno al Oo,·emo ed al Co– mune, per tassa del salo o della farina, circa 29 gior– nate di 1alarlo. Altro esempio. i: nelle provincie meridionali, dove la borghesia spatlroneggia sovrana noi Consigli comunali, che reapl'opriationo del salarlo mediante l'imposta si !piega In tutta la su&brutalità.. Scelgo un caso fra mille. A Catania, dove la popolazione rurale è in maggio– ranta (due terzi e forse più), la pasta è tassata L. 8,7J Il quintale, il pane1- 8,3,;;; comedire che un bracciante o colono con moglie ed un ftglio (ed è poco, se si con– sidera. che, anche laggiù corno da noi, i lavoratori non conoscono i freni e le manipolazioni del moralisti bor• ghesl) ed un salario di L. 400 por anno, dove pagare r.irca 00 llro (un quarto dol salario) por solo dazio dolla. ))a.sto.o del pano; como diro un'usurpazione da. J>urto dol poteri pubblici di tredici soltim1Lnedi salario. li Oalltwrosi erodo che questo. terribile co,·vèe colpisca soltanto la popolazione cittndlna; ma ò in errore. Suc– cede lo stesso in moltissimi comuni rurali; anzi peggio, perchè lvi la borghesia. O riuscita a rigettare sulle spalle del la.voratori tulio, dico tutto, il peso dei dazi di con– sumo. Non Intendo per questo escludere che la riduzione del preuo di questi alimenti, conseguente all'flbolizione delle tane sul sale e sulla farin&. non abbia per effetto un proporzionale ribuso di salarli; anzi ritengo che quel gran salasso alla proprietà fondiaria, che è pro– posto colla nuo,·a tariffa sulle successioni, no dolermi• nerà. subito una rorte depressiono. Mn questo non c'entra colla conclusione che dovremo poi trarro da. questi ratU. Il. Non comprendo come il Oallavresi. che è cosl strenuo propugnatore dell"impost& progressl,·a, questa (sono sue parole: ,·edi Critica Sociak, 1892, pag. 280 carroua. omnibu1, comoda e ,icura che condurrà tra cr.ucini mor– bidi di1·tllame11tc al ,ociali11110, nonchè del connubio fra piccoli proprietari o nulh~lonontl, os leggi ora. un pro– gotto elio, Inteso a sollevare contomporaneCLmente lo sorti angoscioso dogli uni o dogli altri, eleva. la. pro– gressione al 32 ·t. por lo ricchezze superiori al milione, mentre la.sci&immuni da tassa ,150 milioni di beni ap· pa.rtenentl a proprietaril minimi. Non import.a qui no– ti.re che il progetto Alberloni non riescirà a salvare in alcu n modo questa minore proprietà; della quale i giorni sono contati per legge inesorabile dell"odierno meceanlsmo economico. Ma.,dl\l ,uo punlo di t;illa, le riforme proposte non do,Tebbero avere un valore tras– curabile, polchè à certo che il piccolo proprietario, che ignora I reconditi processi dell'economia capitalista e guarda solo li suo interesse Immediato, sentirà subito l'importanza. dei ,·antaggi che gli sono J)roposli o cor– rerà volonteroso a. rinforzare le nostre fllo. Meno ancora comprendo come egli possa affermare che la nazionalizzazione dei beni, ideata. dall"Albertoni, non Jla che una lustra pel moth·o che si riser,·ano a quest'uopo le !Ole eredit& oltre il quinto grado, cioè .ollanlo i ~11i di qualclie contadino ignorante delu. leggi che dimenlica.ne di f are il teflamtNIO, Anch'io avrei pref erito la conf tsC &tota.lo delle eredità legittime; ma. non si puè negare che il progetto, cosl com'è, non abbia ugualmente una grande Importanza soci&le. Molti sono coloro cho non curano di rare testamento B o questo non succede perchò ignorino le leggi. }~un curioso fenomeno che le succeggioni legittime stanno a quelle lostamentarie come 2,5 sta ad I ; rorso trat– tasi t1·un&leggo della. psiche umana, d'una. specie d·i– nerzia. o di viltà intellettua.le di r'ronto a.I problema della morto. Fallo ò che in Jta.ho, sopra una media di 140 mila successioni por anno, 100 mlla appartengono allo oredllà legittimo o 40 mila alle testamentarie. Il fenomeno è costante. (Dali 1tati1tici ,tei Dtma11io, 1891, pag. 55.5). Non ho olomenU bastanti per rare un calcolo esatto: ma non credo di allontanarmi mollo dal ,·oro affermando che le erediti\ legittime oltre il quinto grado ammon– tano a non meno di IO milioni all'anno. l"uno por cento circa dell'atth•o netto ereditario (gli stessi /Jali). Comunque sia, questo ser,·o 11. dimostrare che non si dove discutere di questo materio por vl11.d'impressionì. lii. f: da. lloploraro che l'Albortoni e gll !\Itri firmatari non abbl11nopubblicato, assieme al noto progetto, l'altra. apposita. logge lvi 11nnunciala (art. O), che riguarda ap– punto la nazionalizzazione del beni; legge che de,·oh·e a. proftlto dell'anocia.:ione o pa1·tito dei lat:m•atori ila· liam' anche i cc11ti milio,ii cho guadagna lo lato col• l'aumento della tassa di ricchezza mobile sulla rendita e delle tariffe di registro. }: desiderabile che questa legge venga subito pubblicata perchè si possa vedere quale inlluenia nella determinazione dol salari abbia la riforma nel suo complesso. Por ora ogni dlscussiono su questo punto ò inlem– peslin. )fa quel poco che ho dotto intorno alla parte del pro– getto che è nota, cioè la trasformazione tributaria, mi pare dimostri, ed è cosi che concludo, che come tattica di partito sarebbe per noi un grave errore trascurare l'occuione por rare una vasta. agitazione in paese. Il& un bel dire Il Oallavresi che ~,· fare propaqa,ida effi· cace cli 1ociali1mo bisogna far co,utalare al lavoratori I' a,tuta perfidia. deUo ,{,.ttllanumto o che ,la meglio quc,ta 1:n-OJXJ{!tmda virile di'.quella in faro,·e del p,-o– gello Alberto,1i. Ma egli dimentica. che duo sono i modi dolio sl'ruUamonto: quello, dirò cosi, dirotto dol prole– vtunonto enorme oho fa. la borghesia. sul prodotto del lavoro, o quello indiretto ma non mono iniquo che sì cola sotto la. rorma. dell'imposta. F:d n mo sembra che porro alla luco del solo anche quost."ultima. maniera di spogliazione che ò meglio ca.pila, che ricltied8 1ni11or 1/or•o iclealioo, sia un potente 00 utili imo mezzo di propagando. socialista, pcrcbò vi spicco. in singolare ri– lievo l'astuzia e la frodo della. eluse domin11nte e dei poteri che la puntellano. Poichò lnftne le' due forme dello sfruttamento non si escludono, anzi si completano, farebbe cosa del tutto oziosa chi ,·elesse dimostrare la preminenza. dell'una sull"altra. C. VIZZA~'I. Abbiamo pubblicato iolegralmouto t..1nlol'articolo, di ordino generale, del ~falagodi. quanto lo sobrie osservazioni del Ycz1.ani. Ci astenemmo anche - e quanto all"nrlicolo del ~lalagodi non fu senza qualche fatica - dallo bro,•i notorollo in calco, che ì1..-itano, ci si dice, gli autori come lo inter1"l11.ioni di un lmbriani della piccionaia ii'dlano gli oratori m88'1io allentHi, o cho c,ualcho,·olta - anche quosto cl si assicum - quando non sono proprio necessarie a chiarimento. sembrnno uua grnn soccatm·n anche
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