Critica Sociale - Anno III - n. 11 - 1 giugno 1893
174 CRITICA SOCIALE E poi a quell'epoca ora. stato già.pubblicato quel mani. resto del Partito comunis1a. (allora i socialisti si chia– ma.van così per distinguersi dal partiti borghesi) o,·e si leggono delle parole corno queste, che riverberano una. luce prorotica su quello che sarebbe divenuto il mondo cinquant'anni dopo: « Lamodernasocietà.borghese,nata sulle rovine della. • reudalc, non tolse gli atlrili di classe; creò soltanto e nuove classi, nuovo condizioni di oppressione o nuoYe « formo di lotta in luogo dello antiche. e L'epoca. nostra 1 epoca. della. borghesia, si distingue « tutta,•ia per una semplificazione nella. lolla di classe. « Tulla la 1ociel<i 1i 1chule 1empt·emeglio in cl1,e w.Jti « campi 11e~~lici,in clue c.la11i che ,i fan110 fronte; la « Bo1-ohc1ia e il F'l·olcta>•iafo. ,. Questo maniresto, dovuto a Marx o ad Engels, che venne pubblicato in francese J)OCO prima dello giornate di giugno, Mazzini o Snffl dO\'Ovanoprobabilmente co– noscerlo. Eppure qunle povertà. di contenuto economico in tutti gli atti lcgislnlivi di quella repubblica! Del resto dal punto di visla storico ci guardiamo bene dal muo– verne rimprovero a quegli uomini. La repubblica ro– mana è un ratto patriottico, un grande ratto che, come lo. repubblica veneta, torna ad onore della italianità. Ma volerne cavaro qualche cosa di pili vasto sarebbe un ralsarne il signiftcato storico. Probabilmente, se la repubblica. avesse potuto resistere e dh·entnre repub– blica italiana, non avrebbe cessato di essere una ema– nazione della cln.sse colta od agiata della nazione, ossia della borghesia. Questo diciamo, non certo per soste-– nere che non rosse da J>rororiroal reggimento monar– chico sbocciato su dal moto del 59. Riteniamo anzi che il consolidamento della rorma repubblicana del 49 avrebbe risparmiato molte sciagure o, probabilmente, una rivoluzione. Ma torniamo alla conrcrenza. Como dicevamo, lo svol– gimento della parto che si rirorisee alla. questione so– ciale è la più povera ed oscura. cosa che si possa pen– sare o scrivere. Quasi c1uru;i,leggendo il programma economico dei radico.li logulitarii, c'è da consolarsi al paragone. Già il conreronziere s'è messo in testa che in tema. di questione sociale ci si debba. riraro dai docreii della. repubblica. romana. So noi lo conoscessimo, gli suggeriremmo di recarsi al p1-ossimocongresso inter– na1,ionale operaio di Zurigo, e di propon·e la. cosa. ai delegati dei vari paesi. CheolTcttone ! Maandiamo a.vanti. Qual'è la solu1.ionedel problema come la p1-oposoSa.ffl, e che il Jnlrlito mazziniano dO\'O propugnare oggi1 Udito, 1t1dite. Egli premette. e Noi in questo momento stiamo sai– « tabeccando, sostenendo ognuno che la soluzione del e problema. è o quella o quell'altra: mentre dimenli– c chiamo che intanto l'ora presento cl opprime o ci ri– e due(' a maggiori angoscio delle passate. » Qui si allude a.i ,·ari metodi 1>ropugnati dai socialisti circa il runzionamcnto della proprietà, colleUivismo, comunismo, ecc. cce. Ma. la botta non ci tocca. Noi so– cialisti, ottimo De Andreis, non contendiamo più da un pezzo sulla scelta di un sistema da prcrerirsi a un nitro, sappiamo troppo che la. scienza cammina. e che il tempo può modificare e correggere. Per cui, da anni parecchi, nello manircstazioni socialiste si afferma niente più che la socializzazione della. terra. o degli istrumenlì di Ja– "oro, e senza. darei la briga., per ora., di dire se questa debba avvenire eollottivisticamcnto o comunisticamente. Ma stia corto, che su questo punto i socialisti di tutte le scuoio ,•anno c1·aeeordo all'unanimità, ed ò dav\•ero 8 bllotf'ca G no Bianco una grande rortuna per rom presente. Proseguendo, egli riconosce che a rendere posslbilo la soluziono quale la intendc,·a Ma1.1.ini, occorro che lo classi agiate e ob– bediscano a un concetto di do,·cre » che le persuada e a ridurre il tempo delrOJ>era. a. crescere la. rotri– c buzionc.. a rendere gli strumenti del lavoro accessibili e a tutti, a costituire un credito pel lavoratore dotalo e cli facoltà e di lmo,ie i,itcn.:io11i. » Lo parole non sono suo, sono di Mazzini. Ma non guasta nulla. Ora, so il nostro giornalo avesse il rormato della Tribuna, 1ivremmoqui da.dire un mondo di cose. Come 1 il vostro socialismo sta tutto nel rare della. prop!iganda in mezzo allo classi ricche, perehè si persuadano di codesto e dovere » o si In.scino andare a.codeste e con– cessioni »' 1-: erodete sul scrio che lo classi possidenti ed industriali si lascino commuovere dai vostri senti– mentalismi, quando sanno che vi è una leg1e della coneorre111.a. che lo obbliga. a tenersi saldo noi pro1>rii diritti, sotto pena di cadere per non più rialzarsi 1 La. verlfa è, che questo belle coso si leggono anche nel– reneieliea di papa Leone, H quale appunto si srorza di dimostrare che la. soluziono sta appunto nel rar sl che i ricchi si ricordino dell'idea. cristiana: quod 1upere1t date pauperib118. Ma questa è enrità.,por dio, nient'altro che carità, e il 1>rotetariatonon ,·uole più nè concessioni nè carità: ma vuole rivendicazioni. Im·eec, secondo i mazziniani, parrebbe che, so non si ottengono dallo classi agiate codesto concessioni, la so– luzione della questione sociale non si possa conseguire dai lavoratori. Benone. Inutile che diciamo che la soluzione, il tocca. e sana inrallibilo, per i mazziniani, non per i repubblicani d'Italia che ormai ridono di questi spropositi economici, ò il seguente: e Il lavoro a.ssoeillto, il riparto doi rrutti del lavoro associato, ossia. del ricavftto della. vendita dei prodotti tra. i la."oratori, in proporziono del lll,,oro compiuto e del "alore di quel lavor'O.• (Ma:.=im). Orbene, quando mettiamo a. fianco di queste parole la.proposta. di co,titull·e 1m creclito pcl tavo>-ato1·c do– tato cli facollli e cli buone i,1teu:io11i, ci accorgiamo subito che negli intendimenti dei mazziniani non c'è l'intenziono di toccare l'arca santa della. proprietà. pri– vata; che tutt"al pili i lavoratori ))ioni di buone i11ten– :io,ii - un'inflma minoranza. dello loro classe - po– tranno avere un credito por acquistare gli strumenti cd associarsi. Non senza. aggiungere che ci vorrà. una commissiono scrutatrice della ru.eoltà.e dello buone in– tenzioni degli operai, eho vorranno essere ammessi a codesta strana rorma.di sconto. Diodegli dei, che mulTa di vecchiume! Paro 11ppcnaerodibile che, per quel par– tito borghese nell'anima e che si inalbera quando noi sinceramente lo appelliamo talo. il mondo debba ancora essere trattato come al tempi del •19,come se non ci separasse qua.si mez1,osecolo da quelrepoca. Conclusione. Il De Andreis, quanto a questioni eco– nomiche, ò sempro ruomo della lettera. ai eollottivisti rorlh·osi. Allora scrisse che non pote,·a diventare col– lettivista., perchò non sapeva. convincersi che il tavolo sul quale scrivc\·a. tlo"esse essere non pili suo ma della. collettivitt'\.. Qua.ndo si attrìbuiseono alla. scuola socia– lista. cli queste sciocchezze, bisogna proprio ammettere che non si è aperto neppure un libi-o eho parli di eco– nomia.. Ci correggia.mo: si sarti. soltanto letta. qualche opera politica di ~la1.zini o di Snffl. Ma questi maestri, quanto alla questione socialo, si sono re1·mntisrortuna• tamento alla repubblica del 49. ('"'')
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