Critica Sociale - Anno III - n. 9 - 1 maggio 1893

l:::S CRITICA SOCIALE 131 Ma daccbè le stesse T1·ades Untons, ammaestrai.. dall'esperienza, si sono « pervertite > e hanno fatto clamorosamente il salto fatale;ai nemici del socia– lismo italiano non rimane elle mutare cavallo di battaglia e invocare l'esempio dei partiti socialisti dello altre nazioni. Ma qui è davvero il caso di dire che il cavallo - anzi l'asino - casca loro di sotto. . . . Non si offenda Napoleone Co1ajanni di questi rav– vicinamenti che facciamo e del nostro gorw> bQl– tale. O piuttosto - noi sappiamo che egh se ne offenderà, ma f.i• come altre volte, finirà col ~r– donarci, perch , all'infuori di quella suscettib1lit.1\ che gli rinfacciò Dario Papa o di quell'innocente romanticismo per cui gli piace esser chiamato socia– lista mentre non ne ha nè le convinzioni nè il tempe– ramento, egli è anima coraggiosa e sincel'3.,amico di & 0 :~!~r~~~f 0 c1!~ ': i~l:~~: c~,fi~ri!: 1 ~ t~~~ ~ : opinione personale, poco amici dello disputazioni accademiche, lo lasceremmo in pace. Ma pur troppo, ripetiamo, i sofismi e lo confus1oui in cui egli cade sono l'appannaggio di una quantit .. -\ di suoi settatori ed amici politici, fra i quali egli à doi pili autore– voli, e finiscono a creare fra gli ignoranti una leg– genda che bisogna sfatare. Vedere per credere. Ecco quanto scri\•e Colajanni nel Secolo del 26: A sentire certi socialisti italiani, cho sono stati incon· sciamente i migliori alleati dei vari ministeri che si sono succeduti nella penisola dal 188.2 in poi, la condotta del partito operaio beige.,guidalo da uomini tanto colti od intelligenti, quanto pratici ed energici, non farebbe una grinza per qualunque partito borghese, porcl1è riesce a conseguire dello rirorme essenzialmente politiche e bor– ghesi. Ma so siano meglio consigliati i belgi o gli ita– liani lo dice au·e,,idenza la storia. Cosi Colajanni pone la sur1. tesi. E continua citando lo polemiche del Bissolati col Luz,,,tti e dcll'Engels col novio, av,•enute nella Ortttca Sociale (questa non •ò menzionata uel Secolo, pe1-chà il signor Ro– mussi non vuole), dell'En$els che, secondo Colaianni, ~i~~-i~ d:t~i~ ~h:~r::atfstt~g~1tl1~~~òf~::1i~ repubblicani », e citando - senza vanagloria - una sua confol'enza, di lui Colajanni, a Milano, che« al– lora, da certi valvassori del socialismo, venne ac– colta con sorrisi d'increduHt..\ se non di compas– siono •· 'l'utto ciò per venire a concludere che i socinli~U italiani - egli parla di ce1·U socialisti, ma è facile capire dove mira - non hanno il savio z:netodo,seguito in America, in Francia, in Ger– mania, di « connettere la questiono sociale a11a ~litica », ma e volendo staccat·e l'una dall'altra, ritenendo inutile, bo,•ghese quanto ha attinenza colla prima, non possono essere che socialisti cesariani e nient'altro», e J>et'domanda1'Ci: « che no dite, di fronte a tanta unanimità di consenso dei socialisti stranieri f • So noi amassimo le figure retoriche diremmo che a leggere tutto questo trasecolammo. Ma non di- J!fd~0 1 l;et~~fe~7ehtd~~~jf,\!i t!:11J!~)~f~i= fa un suo articolo in una Rh•isfa straniera nel quale, tratteggiando il socialismo in Itnlia,dimc.ntica\·asem• plicemente che vi fu un partito ot>01-nio, che v·è oggi un p..·u•tito socialista dei lavoratori, o deplorava come una sventura la conquista. del Consolato Milanese ad opera dei socialisti e faceva l'apologia della pro– paganda secolina - nulla ci può più sorprendere, che osca in questo senso dalla sua penna. Sono 01101•. mità, quelle che egli scrive, cho bastoPobbo rilO\•aro I,,:, u 1df O senza confutare. Noi ci limitel'emo ad una impres– sione e ad un ragionamento. . .. L'impressione è questa. an~~-a~~: ! lll:~t~{O f~r't% 0 va~m!e~,Ì~l?r~fto si~i~ sono coi dirigenti di quel Partito Opo,•nio in tutto le quostioni più intime della propaganda, che al Congresso di Bruxelles come 1101 pr1\'ati conversari ci sentimmo e un cuore ed un cervello>, per usare una frase marxista, coi socialisti belgi, americani. tedeschi - noi che ogni altro giorno si accusa di e copiare servilmente» dai tedeschi - noi che da quei contatti ci sentimmo rinvigoriti nella nostra iutransigen1.a, nel nostro distacco dagli elementi • spurì, democratico-sociali, repubblicani puri, socia– listoidi, ecc.; e li udimmo giudicare da quei nostri compagni con cosi fiero disclo~no quale non ru mai usato <la noi i noi che ad oglll occasione. <lacchè ci alTel"mammo nettamente, riceviamo gli incoraggia– menti dei socialisti stranieri, che prima avevano pQ1'la poltiglia socialista italiana un compatimento rnflnito - oh! to', com·ò ora che s..wemmo agli an– tipodi eia ossi 1! Com"è cho il Colajnnni, che non fu :~1i1;\~~~1~:'0cl1~ 1 =i 1 1Ji~i:~!:wa ;~rf:~!:~i~~= gheso e la sua medioevale Cast1-ogio,•anni, che fa sua tribuna del Secolo, è lui vice\·01'St1. che ò d'ac– co1-docon 101-0, ò lui che s'impanca a nostro pro– fossoro di socialismo inte1·nazionale e marxista! Che razza di burla ò questa f A chi si dar,\ a ere· dc~~c\~5!tb~:t-..\~\~r~l'~o~ ~1~ 1 : 1 b:~~tto i uosh•i scritti pieni cli entusiasmo per la condotta, la tat– tica, la compattezza dei socialisti belgi in queste ultimo battaglio, i nostri voti poi 101'0tl'ionfo - che noi si giudichi bo1·uhese il 101-0contegnof Quale abisso d'ignor,rn1.a clorn il Secolo su1.1por1-e nel suo pubblico per sballa1ili castronerie d1 fale calib1-o? La verità à quosfa ~equi rnniamo al ragionamento) cho, voi, Col:ijanni, m buona fede, e il Secolo, che vh·e qui e che, lui, non ha l'attonu:inte dello igno– ranze vostro, col perfido gesuitismo, cho ò tutfa l'anima ima, giocate su un equivoco di pal'ole che tutta la nostm p1-opaganda ogni gio1·no smentisco. Porchò vogliamo che il proletariato, costituito in pa1·tito cli classe, faccia la :i-ua p1''0JH""ia poltticr,, non. la vottlica det suoi avve,•sa,·f, voi dite che noi « stacchiamo la politica dalla questiono econo– mica•· Dopo anni ed anni che p1-cdichiamo poi giol'llali e nei Congressi il nosh'o concetto, che col postulato « della conquista dei poteri » pro,•ochiamo ~:~l1i~t\,~~ r~ !~C:: ~:;,~ 1 i:1 1 ~h 8 ti ev~~i socialisti astensionisti da gran tempo morti e sepolti in Ifalia e dappertutto, e come quegli uomini clicui parla Cl'isto, che h:inno gli occhi o non vedono, le 01·ecchio e non odono, vi C('lmpiaccte O~ura1-ciquali non siamo, por conclude1·e cho non siamo quello che dovremmo essere. La vcrit..-\à che voi, Colajanni, non ci capite e non ci potete capire. La verità è che nello vostro arcaiche catogor1e mentali il concetto che muorn noi non è riuscito ad cnlt-a.1-c. Ah! non fu perchè 1wcdica.stola connessione della politica col p1-oblema sociale che i « vah•a.ssori del ~ialismo » sorrise1·0 di un vosh'O di~cor'SO: ma 1)Crchòquella connessione, oudo ,·ai parlavate, era bambinesca e sbagliata; era il vassallaggio ciel so– cialis1no scientifico al pseudo socialismo democratico o bottegaio, che ,,a bono poi lettori del Secolo. Falo pur erodere ai vostri elottol'i di Caltanissetta che Engels e ll0\ 1 io sono d'acco1"tlofra lo\'O contro di uoi. Ma badate che non a1·rivi a Caltanissetta

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