Critica Sociale - Anno III - n. 9 - 1 maggio 1893
142 CRITICA SOCIALE Emilio Sax, una delle colonne della scuola dedut– ti\•ista austriaca (la scuola del 01-ado/l~e ai utt • Wd), J>OI' ispicgarc le grandi infrazioni che la realtà proscuta contro il suo sistema finanziario. Il quale. 1lt!i~~.al p~·~:i::n~ri~cirfoo~ta:~~r~!~ tf~i~ produttori di ser,•izì pubblici, gli operai, ed i pos– sessori dl quantità diverso di capitale. ed inoltre la istnntanoa 1-00.zionofra i contribuenti allorquando lo Stato pretendesse pili di quanto ciascuno rosse disposto a SJ.>0nde1'9 per la soddisfazione dei e bi– sogni collotuvi ». 8 « l'aberrazione» degli uomini, che dà ragione delle inrrazioni a11o leggi naturali della flnnnz.'\. dedotte da presupposti non meno .... ro.,li di quelli da cui il liberismo deduce il suo si– stema naturale ('). Avvertiamo di volo. che questo primo r:wvicinamcnto rra lo due scuole. che pare ~~:~1! 0 ;~~?a~~;:init-e se;vi:t ~r~iu;~afu:re~ile– do~l~ti\~~~in~:1~~~,.l;i J~~I~i.f;t{t;!r 1 ~i~a~;1: infrazioni allo !oggi naturali, contraddice ad uno dei p1'0Supposti cfolle leggi modosimo, al terzo p1·osullposto dianzi accennato, che gli uomini sono 1 mig fori e phi coscienli tutori dol loro benessere. V'O conh'add1ziono in termini. E ben so ne avvide, so non erro, EnMco Sidgwick, quando, specie nei 1'0C0uti E"lements of Polfttcs, clo,•a molti e molti dubbi od eccezioni su quella proposizione, che scindo In altre. psicolog1ca runa, « gli iodi\·idui sono pili idonei a proHodo1-e al loro benessere che il go,•orno », sociologica raltra. « il benessere co– mune Omeglio promosso dagli indi,•idui intelligen– temente p1'.0508'uonti i 101-0 interessi p.-1.rticolari ». Ahimè! può darsi cho il Sidgwick, con il suo« in– di,•idunlismo utilitario», di.strugga l'indi,•idualismo stesso, corroso in uno dei concetti rondamcntali! Ma dobbiamo affrettarci a riprendere il fllo del mgionamento, per muornre ai liberisti un'altra domanda, che dalla loro risposta è resa tosto ne– OOSS..'\1ia. L'ignoranza. in,•oro, non può essere una cau.s.1. prima che ci dispensi da ulteriori indagini, anzi essa non può essei-e so non il pili superficiale ed appariscente effetto di altro causo prossimo e remoto. E da che cosa dunque l'ignorau1.a deriva, ~~,:~ 0 ';t~~,. ~:~~rt~~~~\'ttfi 1 g!,~~~1~!.d~l!~ ~i:~,~~ ~oro l'antma del sistema sociologico <lei liberisti, ro1-soloro malgrado, - Noi non conosciamo ri– sposta alcunn n quoslfi domanda tanto legittima, e i1i~~s 0 ti~~g!ti,I!~;,~;~• ~:J~'O~~n~~i~~·rb,';~t SJJOnlanea l'imponeva. Ossor,•inmo, a mo' d'esempio, un renomeno, che ~~~ 1 1acrl~J 0 dimr:~~bi, 1 d~~v::~rin:a1: 1 ì':. 8iUimo 001-ollariod'la teoria stupenda degt scambi internazionali. Ebbe.ne. di r1-ontoa quella sta la realtà. che ne è il contrapposto più spiccato. Perchò cosi grande negazione a un precetto utilitario tanto evidente e sicurof Risponda il Ricca-5alerno. « I pili s.i accontentano di dire, cho la prevalenza doi sistemi restrittivi è dovuta a pregiudizi, a illu– sioni, a corti accordi colpe\'Oli, o sempre a una manchevole o imporrotta cogniziono delle verità. dimostrate dalla scienza. ('). '.\la è ragionevole il credere che possano durai-e cosi a lunlfO, e rinn~ ,•arsi in tempi o luoghi diversi, istituzioni fondate sull'orrore, da cui doriva l'offesa piU grave degli interessi primti o un danno irreparabile per il maggior numero dogli uomini f » CS)- Orbene, (11 v.. 8Aj;, o,-1111(Uq,Mftg der' 1Jtt0,.,1,Jchcn StaOl#IOt,.t•cM{t; wlen, 1887.1'11,r.~JI ('l "· "· DUTAULS, TM Theorr, or htter111tt10,11,l Tradc; Du– bllri. tllt!7. l'Ar, u, e Mr, (') OlOf"ftal, tkQU Bco11 .• aprite, 18'1, - Pili• n~-6, e pa11irn. G B que!ti dubbi, cho il rorte economista slciliano-rire-– tisce alle infrazioni di una parte della dottrina liberista, si debbono rirerire a tutta quanta, specie a quelle leggi naturali, da essa assunte. che anche piU direttamente do,·1-obbero ossero comprese. anzi senl1te, da ogni uomo. Si ossorvi, inoltre, in che cil'colò instricabile ci h-o,•i1:uno conrusi non appena tcntinmo, a lume di ~0 e,:~~o~:-asr~r~;i~1:~~o:t!o 1 :uri:, 1 ·::s:r~;ÌI~ natura. L'ignoranza, è e,•idente, non può derivare ~~~ \~~~a~t°~~i•cJ1:t;:ldi:icfn~g~~~ c!To;::: da ciò che non è nella natura dell'uomo, nella natura normale. almeno, che ha dato vita a quelle leggi immutabili. L"ignoranza. sarà il prodotto di tatostncrqstc indi,•iduali, di parziale perversione dell'umanità. Ma. in questo caso, veniamo ad am– motto1-o che pochi uomini e di tendenze anormali abbiano proval::10 sui pH1 o pet' giunta normali, porvortondo l'ol'dito naturale della società. Cadiamo, portnnto, in cont1'0sonso, violiamo tm assioma della meccanica dolio ro1•ze. Che so vogliamo negare il conh'Osonso, allom, ammettendo cho un nucleo di uomini possa imprimero noll'insiemo della società leggi dh•c1"$0 da quello che noi diciamo natura1i, affermiamo cho sono naturali non già quelle che diciamo tali, ma quelle altre, cho otfotti\'amente hanno regolato o rc~lano il consorzio sociale: le leggi dei liberisti. d1verrebbc1'0 nè piU nè meno che una utopia! R chiaro, dunque, che la nostra ipotesi, immaginata per solo espediente di ragi~ na.mento, non può essere accolta dal liberisti, perchè porta all'assurdo o alla negazione della 101-0 teorica; sonia badare poi, a ciò, che, so ammettessimo quella ipotesi, rosto,-obbe sempre da dimostl'aro perché mal una parte d~li uomini snrobbo riuscita ad imporsi a tutti gh altri. - Lasciamo, la.sciamo questa stcpp,1. soh•aggia di stoMli ragionamenti! Rosta clunrit o, per tanto, che l'ignoranza dei li– beristi, causa ma.lt tanti, alti-o non è cho un re– nomono montale. e non ha cause esteriori che l'abbiano provocato o mantenuto. Ad ossa dove ranno<Ja1"$i l'immano rete dei re– nomoni o dello istituzioni cho si 6 distos.'\ al disopra delle !oggi naturali. j.; Ui volontà, l'<o-btlrto del– l'uomo, i;lìe C eleoata tndtretlamcnle a C€iusa v1·tma. e dom.tnanle. Onde sono logici i liberisti - o con ciò confermano o chiariscono quanto noi abbiamo Ol'a rilevato - quando aflòrmano che im1>01•ta. gire sulla intelligenza o la volontà del– l'uomo por dil'igerla ed illumino.rio.. Anzi a questo llne soltanto. secondo I<'. Ferro.i-a, è diretta l'Eco– nomia politica, la quale non avrà ragiono d'essere c1uando la libertà umana. abbia trionfato nel campo economico. ~on ,•'è chi non vogga ormai corno la dottrina liberista consti di due parti rra loro contrastanti. Tanto vero. che alcuni lo hanno considerate come teorie indiJ)Ondenti, le quali rannodassero i rono– meni o solo all'Interesse personale o solo all'arbitMo umano, o dolla dottrina stessa hanno veduto solo l'una o l'ultra pa,·to, come so stessero da sò e rormas. so1-o un tutto, dimenticandone, in realU\, una metà. l)apprima si afferma una teoria. che, nella sua sll'uttura logica, non solo ò sciontillca, ma è anche grandiosa.: O la dottrin a de llo lcg~i naturali. Di poi, si riconosce che il r.as, sato od 11 presente ne– ~,ano, por grande parte, 1I concretamento di quelle le~. a t..'\lonegazione s'attribui.sco l'origino delle miserie dolla società, o se ne dà. por causa prima, un ratto doll'uomo, della sua volontà, l'ignoranza. Siccome, però, niuno spiei:tn da cho cosa mai nasca l'01•ro1'0, (>Orchò sussista l'or1-01·e puro in tempi e
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