Critica Sociale - Anno III - n. 9 - 1 maggio 1893
CRITICA SOCIALE Ul ciare la conrutaiiono d'una dottrin~ che. in fondo, e)evaa domma sciontlflco,su\)l'emo ed assoluto,per nspetto allo Stato, il provorb o che e l'occasione fa l'uomo ladro • T Certo se può ossore un abilo mezzo di polemica ~f!~rocres:i~ ~.r::i 1 :! 1i~ ~ dtP:~r\f~ come. ad es., degli scandali banca.rii, alla circo– stanza immediata e più appariscente che 1i accom– pagna, quale sarebbe. noll esempio citato, la cor– ruzione clegHamministratori. ccc.. niuno però de\'"e ammettere che codesto sia il metodo della scienza d~~-i~i~ :n:~ii!" "~g:!"~ nS::r~:\fu?re:: meni, senza IMCiarsi illudere dalle forme con cui questi si manifestano, dallo circostanze accidentali e ~:d~~~e~~t '=~: 0 1{"i~~\~~~::-, cl;e in altri ;:~;~\t~~~ft~!tn: 'l~1'.~~. ~ ,!~ 0 ~~l~tosl: i! 1 ~!~ ancora numerosi seguaci. 1t su di ossa, pertanto, cho ora noi dobbiamo fo1·ma1'0 li\ nostm attenzione. Il. l,a toorla liberista ortodossa. Per quanto la qutnlessen;a della dottrina libe– rista ortOdossa (non classica, si badi a questi te,.. mini) sia somplico. tuttavia è stata spesso frain– tesa. Eccola in pochi tratti. Le leggi onde si regola l'economia sociale sono il prodotto della ttalura dell'uomo, e più propria– mente dell'tnleres&c penonale che lo guida nelle sue azioni. L'uomo e non può cambiare la propria natura e le condizioni della sua esistenza sulla terra • ( 1 ). Per ciò le I°'"" dell"economia sono natto·alt ed 1mmuiabtu. lìioltre. perché la mi- ~1::' uffi~c1~g:l~~:t1f ~i:r: ;:~~ ~~ 1 r= ò l'interMSo personale. nes!uno può desiderare ra– gionevolmente di modiflca1-e leleggi naturali, che sono appunto il prodotto spontaneo, fatale dell'inte– l'OSSO personale. Importa rilevare subito, a scanso di equh•oci, che il concetto della scuola liberista, che lo leggi natu– mli !ol iano soltmtte all'nrbifrio dell'uomo, sposso non è ben compro.so dn coloro stossi cho pure la criti– cano acorb..imonto. In una recentissima 1n-oluS1one univorsitarin, nel esempio, ,•odiamo rifel'ite ai corifei di quolln dottrina questo espressioni: • I teorici più prorondamonto contaminati dnll'amore impotente di a,·tt/lciosc costruzioni sillogistiche, hanno elucu– bmto e scritto, cho tutto ciò cho s'nccoglie,•a nella vita economica doll'nggrcgato umano era frutto di una elal.>Ora;tone oolonta,•fa, profonda nelle sue cause, sicum o precisa noi !òuoieffetti, d'una ela– bo1•a.:font fnlellcUuale dell'UOHW >. ( 1 ) ~fa noi ci f~!~:;:i:~e\7an~~~-d!~~=~!I !"!n fl:r! n• Se, dunque, la miglior guida dell'uomo è l'int&– resse personale, è ben logico che esso debba essere lasciato assolutamente libero nella sua pratica espli– cazione. Lo Stato non de,·e mai sostituirsi all'indi· viduo, ma goltanto tòrro gli ostacoli che possono presentarsi allo svolgimento dell"iniziath·a indivi– duale. Dal conflitto degli interessi particolari, anta• gonici soltanto in apparenza, emergerà spontanea– mento l'ordino di cose, noi quale ciascuno conseguirà il massimo benessere particolare. e la società tutta B insieme diverrà « la pli1conformo al bonossero ~- ~e;~:, d:~~ sr,:::~~~nad:i <Jo,~e~~~n:, !o~~ quando esso allarga lo suo funzioni oltre la p1-ot~ zione e la dirosa della società e contro le aggressioni di cui può essere oggetto nel suo insieme e nelle sue parti •· (') crf :oco~~r~r~cf!~~;~:~~~l~~:: t~!tr~n:; l'umaniL\ é stata sempre afflitta. per colpa dell'as• sorbente ingerenza dei Governi. Oitni giorno noi l~iamo cho le crisi, i disastri e gTi scandali ban- f:rfl~c!;1;)::~1!1!8d:i~di~Ì:~. ~,~ ~~li dalla politica doganale.. dalla bancaria, dalf.accen– lramento, dall'aumentarsi dolln burocrazia, in una F,l'Ola dnll'inge1-en1.a del Governo in fenomeni, in istituzioni, no-I quali soltnnto il gioco delle leggi naturali donebbo ngiro libe1'0, infronato. Ora, noi non possinmo dilungn1'Ci a confutare, parte por parto, o minutamente, codesta dottrina. che riteniamo o,-tgtnalmcnte viziata noi se~uenti ~~ir~~tf P~~~\~:t~~:.\I ~I riw~~1~\t:!~~~: \ ~~ strare J'osattez1.a: 1• che l'egoismo è il centro e la causa dello leggi naturali; ~ cho gli interessi delle clas.,i sociali non siano fra loro 1n an~nismo; a-1che ciascuno conosca dA. sé. noi miglior modo possibile. il p1-oprio intet'OSSO. Nel 001'80 di questo studio, do,•remo richiamare alla mento l'una o l'altra delle tre proposi1.ioni. (') Ora ci dobbiamo fermare alquanto su IBquestione che é capitale per il punto d! Dista dal quale os.,er,·iamo I argomento; tanto più, che non la troviamo espressamente rilevata ~~it!i. e che non di rado è stata sorgente di C.ome mai si spiega, noi domandiamo, che tutto il corso della storia economica e J>C?litica dei popoli sia in di1-etta e diametrale op~1zione alle leggi ~~!u~lt:!:~\ :~w!~d~~~:s::,~~ j~ sfl~ concorren1.a siano piuttosto l'occoziono che la regola della politica oconomica « in tutti i tempi e in tutti i paesi • (Pareto), e cho puro lo Stato moderno, se per una parte si va spogliando di alcune funzioni, dall'altra parto no va assumendo di nuo\'e o sempre g!i~f~ 11 ~o~!~r~ ~)jl~O~~ ~~~ ~~l~~~:'O J'i~(t~~::01: 1 ! dello Slnto di f1-ontoai monopol'ì ed nllo coalizioni cho si formano in sono olla sooiot:\, mentre il COm• pito naturale del governo, chiarito a tutti dagli apostoli del liberismo, sarobbo quello di 1-ompere ~i:~~~tii c~~i~v1~ 1 t~1~i°'~:c1!°'if~'.~ fi~~!\einè comJ)OSto?l)n cho dcri"ll, infine, cito gli uomini, i migfiori $iudici dei 1,>ropri nteressi, gli spontanei ::;~a::ti~:~~ l~.'01~~t;;.1~ll, q:°~l:~t i':i~~~i :~~!-=icn~~~i•t!~:O~-~;"!::r:11~i, ed in- Semplice, come tutta la loro tooria, é la risposta dei liberisti: tutto ciò p1-oviene « dall"illusione e dal– l'erro1-e >, e dall'ignoran,.a di coloro che allo Stato pron·edono i mezzi per vh·ere e per operare •· Cosi rispondo il Oc :Holinari ('), somma autorità della scuola. che., cosi, ci dispensa di ricor1-ere agli ~~~a~ 0 \-:i:r~ ~:.~~taC:hoe J:~ 1 -sr'!:~~!t~
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