Critica Sociale - Anno III - n. 8 - 16 aprile 1893

126 CRITICA SOCIALE torte acquista un'importanz& maggiore e un significato non ,·lsto. Questo pensatore O Vincenzo Russo. Per ,·aiutare la mente di Russo l'esame deve essere tatto rela11vamento agrindirlui Intellettuali del tempo suo o al slgniftcato e agli effetti della rivoluzione fran– cese. On. che Il suo meritot Partecipò & quella sistema– zione filosofica I cui prineipil rurono lo spirito di quella. rh·olm:lone 1 t~tworl egli In Itali& quel moto sociale che della rivoluzione rrancese era un& continuazionel Ov– vero egli andò oltre, superando anche quell"indirizzo e quel programma., e da. ciò il suo merito superiore? La rivoluzione francese Innanzi tutto ebbe il carat– tero intellettuale dei suoi dottrinarii. Nei moti, negli uomini, netto affermazioni della rivoluzione f'rancese rurono dominanti queirastrazione e quel dualismo tra. la mente e la vita, che furono peccali Insuperati e in– superabili delle doltrìne propugnato dal pensatori della rivoluzione rrancoso, cioè della motaftslcn, come già della teologia, o dol mn.terlalismo anche, porchè questo non aveva piglialo quella consistenza. scientifica che solo nl tempi nostri va acqulstnndo. I principii della rivoluzione f'rancese, anche i più umani, avevano gene– ralmente il valore di dogmatiche astrazioni. Quella ri– voluzione Infatti, che proclamava I diritti deU-uomo, storicamente non vi adempi\•a., anzi dan. nuovi ordi– namentlche di quei diritti continuavano la conculcazione. Nè libertà, nè uguaglianza. nè t'ratellanu. apparvero con quella grande pagina storica, sicchè, dopo, la cri– tica soclalo ba. visto innanzi a sè u uovi orizzonti e la possibilità. di nuove attuazioni dove scompaia il dua– lismo tra la mente che alTerma e la società che attua. E In quanto al puro valore sociale, quella rivoluzione, che ripetutamente fu detta umana e tale è proclamata anche oggi dai retorici della libertà, ora Invece l'aff'er– mazione politica di una classe già economicamente forte. Il capitale e la borghesia non si originarono con la ri– \'Oluzione n-ancese, ma., già. potenti, &equistarono inte– ramente con quella rivoluzione Il potere nel mondo. L'indh•lduallsmo su cui era fondato l"organismo legi– slativo romano, immanente nello legislazioni succedu– tosi, usci trionfante ancora o più dalla rivoluziono francese. QuosU duo orrori, l'uno lntollottu11lo o l'nltro storico, della rivoluziono francese, e cho M'evano nllora il ca– rattere di nocossità. sociali, non furono della mente di Vincenzo Russo. Egli li superò, o da ciò il valor suo elio rimane ricordevole. Il t.rucendentalismo dogmatico non domin& nelle p&· gine lasciateci da Vincenzo Russo. Egli ebbe un con• cotto positivo della società o delle varie direzioni di questa. Nella critica della società. e della dottrina dei varll lsiltutl socia.li, egli tu talvolta pll'lobbiettivo dello stesso Augusto Comte, che posteriormente presentò il nuo,·o concetto della. scienza sociale, in nome dell"indi· rizzo sperimentale, di fronte alle viete sistemazioni che avev11no fatto grandemente sentire la loro influenza sulla rivoluziono francese. t,~inoa qual punto abbia il Ru.s,o adempito quella esigenza e quali siano stai.i i suol errori non dovo io qui dire. non essendo questa una critica analitica su I suol J>en,ieri p<Jlilici; basta avere accennato, perehè si ·conosca quanto questo in– telletto seppe vedere a fondo nella soluzione dei pro– blemi del sapere e delle questioni sociali, do,•e &dem• plendo e dove Intuendo quol rinnovamento scien1iftco e filosofico determinatosi noi sooolo nostro o che ha mosso Il ponsloro sulla via dol vero por la conoscenza di ogni obbietto della roaltit-. B b 1ote Gro Similmente el superò le contraddizioni sociali attua– tesi con quella rivoluzione. El senth·a. che quegli ordi– namen1i non erano la logica rattul storiL Le disugua• glianzo sociali restarono, pur non estendo quelle dei ,·ecchi ordini feudali e medioevali. Chi bene sa scor– gere nello poche pagine del Russo vi intravede giil la critica al capitale ed an·economl& politica liberista. Anche in Fra.noia.durante la rivoluziono si intravide che quella non er.l la razionale dichiarazione dei di· ritti dell"uomo, per la quale si sarebbe conseguita la civiltà. umana di alta moralità e di comune benessere. Basta. ricordare Robespierre, che alla plebe ribelle e reclamante, licorda,•a che sarebbe ,·enuta un·attra ri– ,·oluzlone, I& quale avrebbe n.dompilo ai bisogni dei mi– serabili diseredati. Cosl pure il grido di Uabeuf. represso nella strozza dal Direttorio, era un·aspirazlone mona– stica f1\tlasl oggi voco di popoli o ,•orbo di redenzione llegli oppressi o di emancipazione del la.voro. La voce ftitldlca. di Robosplerro, la ribellione di Babeuf trovarono roco nelle pagine di Vincenzo Russo, lo qua.li non furono una critica domolltrlce o di disprezzo della rivoluzione n-ancese, ma rindicazlono dei nuo,·i bisogni e degli adempimenti che do. quel moto storico sorge– nno e che in quel moto trovavano le premesse e le condizioni Nelle attuazioni concrete da. lui propugnate vi ba ri– forme vere che ancora aspettano il momento loro; ma il merito di quella monte sta nelle larghe lineo: egli resta in ogni modo un precursore. Vincenzo Russo vide le tendenze del tempo in cui visse, camminò con quel moto, e cooperò perchè per– venisse là. dove tendeva; ma, elevandosi anche a più lontana visione, previde i nuovi adempimenti della mente e della vita. Le po<:hepagine, cui affidò il suo nome. sono una lrattazione secondo quei criterii posi– tivi succeduti alle teologie e alle metaftsiche, i quali so– lamente nel nostro secolo incominciano a sistemarsi in un& fllosoft&che ha per base l"esperienza. e per conte– nuto il naturalismo; epperò i diritti deffuomo e le idealità di libertà., di uguaglianza e di fraternità, nel cui nome la rivoluzione francese tu iniziata, ei vide solamonto possibili con radicali trasformazioni anche dello esteriori condizioni dell'oslstonza, cioè con altre e più largho riformo sociali che non furono quello della rivoluzione francese. La doltrina sociale positiva e li socialismo segnino tra I , 1 eggenU Vincenzo Russo. ERRICO Dlt MARINl8.• Il. Federigo F111pp1. Sulla cima. di una graziosa collina presso Carrù, nelle valli dell'Alto Tanaro, in una bella e comoda casa vive quasi dimenticato da tutti un vecchio socialista, uno dei primi socialisti italiani, che lanciavano In pubblico e sostenevano lo ragioni scientiftche dell'emancipazione del proletariato, quando tutto il nostro movimento in– tellettuale e politico era trascinato noi ,·ortice del na– zionalismo. L'avv. Foderlgo f,'ilippi, militando nello ftle del par– tito nazionale, pensava che il movimento patriottico non sarebbe stato utile nè completo, so ad esso oon si le– gava IK.rivendicazione dei diritti sociali dei lavoratori, e fin dal 1850 nel giornale la Fratellau:a di Cuneo, e più tardi nella Ragione di Torino (1855-1850) ,pubblica.va . fiero polemiche contto i grandi uomini ciel Piemonte

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