Critica Sociale - Anno III - n. 6 - 16 marzo 1893
CRITICA SOCIALE ziono, un finimondo, ci pcnsc1-nnno gli agenti de11a (017.a. La sObllla~ione da p..,rto della Socioh\ operaia, ora <1uestoun punto più diatcilc. Bisognava trovare un appiglio decente. I contadini, com'è noto, o como ò lot'() costume, ora no muniti di pano o di vino pe1· 1'0C31'S.i al la - varo. In diretto di discorsi incendiari o d'altri ele– menti concreti d'accusa, bisogna,•a stabilire che quel 1>.1no quel ,•inoerano sL,ti distribuiti dalla Societ..\ operaia come fomite di rivolta. I contadini rh•en– dicn.nti il IOl''Odiritto non sono piit cho dei sicari comperati da alcuni sacchi di pagnotta o da alcune migliaia di quw·luccl. Si voleva impin1.arli ed ub– bl'incal'li poi· sospingo1•1i al macello dei • padl'oni > o della forza. Ma In Società oporain non obbo nella mischia, non obbo tra i morti od i feriti uno solo (lel suoi. Agh•ano dunquo <t <ifsla11:.a colosti occitatoriT Ma la Sociotà operaia O 1>0vo1·a corno Giobbe; ossa non ha pano, non ha vino, non ha rondi di sort.'l. 1rondo lo ,·cimo <1uesto e oro stra.niero » per alimentm'O o abbo,·e1-a1'0 un inch-ca di 2000 per– sono T 'fullociò non imporL'\ ai manipolatori del processo. Contro ogni incluziono di verosimiglianza preval– gono i fatti accertati: o i fatti si accertano con toslimonianzo. e Voi direte cho In Società operaia ha distribuito il p.100 ed il vino.» Questi discorsi si tonnero fln dal principio a taluni contadini ar– restati. E ru il primo stadio; lo stadio della lusinga. ~fa essi non senth·ano da quell'orecchio; il ratto non era vel'o; era un'invenzione diabolica; essi non ,,olovano ricuperare liberi.\ a prcu.o di un'infame calunnia. E allo st.1dio dolio lusinghe succedette quello dello minaccio; alllne quello dello se,·izie. Furono, si$nor Ministro, scot.ztc tnaurlite. dello quali toniamo i documenti; basti accennarvi che si à n1·1·ivnti nno allo. camtcta dt fo,·:.a. Quale ne sar.\ stato l'otrottoT I verbali d'intor1'0gatorio degli arrestati sono chiusi allo nostro indagini. g intanto Siroci o Moli rimangono in carcere. Oli amici, la famiglia introducono testi a stabilire il loro altl>t,· essi erano lontani dal luogo, non solo dovo avvenne la sll'agc, ma anche da quelli do,•e i contadini adunaroosi i corno consumarono le gior– nate precedenti al ratto, con chi p.,rtarono o di che. lutto questo si può dimostrare. - Dimostrazioni moleste. Como ra1'0 del resto? Il metodo è solllplice: t tesltmoni dcll'<tltht non st sono citali. Rimaneva il ratto dolio guardie: o questo à il più aspro. Qui vi è testimonio moti\ della popolazione. N. .V. di G. dichiar-a avo1·udito lo due guardie municip.11i Pietro o Giusop1>eGia1'(liua, pochi i.stanti prima della•strago, esclama1'0: Sangue di dio, O(Jgi di qucsU olllanl ne amnia;4ct·c11w metà. EgH confidò t.,l discorso a .v. N. tu G. o a N. N. ru M. X. J': ru A. o X. Y. fu P. dichinmno aver visto lo duo guardie sp.1rare contro In rollai un d'essi le vide mirare deto1·minate por'SOnOio il figlio d'una dolio guardie, a nomo Frnnce.,co, uccidere a colpi B di ro,·olvor Pasquale Cit'rito. Questi fatti sono con– fermati da cl,1que altri tosti. X. J': di A.. colono. vide Il\ guardia Pietro Giardina sp.1ra1·e contro la folla o uccidere Mariano non7.i: lo narm a X. J'. di G. o soggiungo: ,um. J}Ossoesserne teste, vcrclaè tl 11adronc mio me lo ha p1'0thtto. Questo fatto è pu1'0 conro,·mnto. Z. JV. di y, ,•ido dallo guardie uoo idoro ~la1inno Renzi o Giuseppe llonanno. - Z. IV.di G. vide una di osso sp..11-ar'O contro l'ucciso ~fcxlaro Giu– seppe. - Z. u: di 1,; obbo dal Modnro, boochcg– ginnlc, la dichin1-aziono: mt ha svaralo Gtuscppe Gta1•dlna. .v. X. ru o. s'accorse cho lo duo gun1'(lio sp.·u,a- 1'0no JH'lm.a <iella. (01·:.a o vide cadoro il Moda1'0 con nltl'i. - N. x. di F. vide i duo rucili dello gua1'(1io !JJ)iannti. udi due llelona:.font <lisl1ntc 1n·e– cedere la, ~carl<'<i lntcn, <iclla (Or;.-a, vide tosto i'OSO cadavo1-o Calogo1'0 Di Stofono. - N. X. di C. o N. X. di Y.. il secondo dei quali aveva regalato dei broccoli alla guardia Pietro Oin1'(lina,sont.irono dir:ii da essa: auonlatultcot prcbto; indi i due sp.11i pil'1L11'(1i In rucilata goueralo. Finalmente, por t.'lQ'liarcorto. Z. X. in Il., qualcho giorno dopo la strage, ebbe (cosi dichiara) dallo stesso guardie Gi!\1-dina la conrossiono aver esse sp.1rato o ucciso dei contadini. Or bono, signor )linistro; questo duo gunrdio non sono st.,te arrest.,to; esse sono noi pacso quasi lo sole po1'80noche mostmno non aver p.,u1-a di os– sel'lo. V'ha di più: moltissimi dei tosti da noi men– zionati ru1'0no indicati invano all"nutorilà giudiziaria od alcuni cho doposo1'0 contro le guardie ci narrano: - 1l giudice tstrutUwe non DOUesenUt·c le ,wst,-e dCJ}OSl:.font ,· non MUe sc,·t11crletnlcre: le ver– hali:::O m.utttatc; et mtnacctd dell'ergastolo se le m<mteucvamo; slamo stati tnttm.tdltt: non sap– piamo quasi JJIÙ, quello che tleJ}oncnimo; quello che <lobhtwno dcJ}on·e pe1· satoe::anostra. Non basta, signor Minish'O, Tro dei testimoni menzionati pili sopra dichiarnno rormnlmonte, ed altri confermano: che lo duo guai-dioornno armnte di due buoni e luce.ntl (uctlt tretterll. 'l'ro giorni dopo l'eccidio (oh! 1-apidit.\ d'iudagino!) si soquo– sltano due ccccltt fucili w·1•1tflointtl. A chi depone contro lo gunrdio si mostrano quei duo c.'\lcnncci e si dice: « vocloto: essi non hanno sp.11-ato; non potevano s1>..11":1.1'0; siete voi cho mentilo.» - E inL'lnto un av-vocato, che ò molto im1>a1'0ntato con chi a Caltnvutu1'0 rappresenta. pili di chiunque. ~lunicipio o e J)a(h'Oni » (duo pa1'0l0 cho son poi una cosa medesima); cotesto a,•vocato, secondo dicono 00101'0cho auda1'0no a 'l'ormini, à lui che fa la pioggia o il bel tempo al Tribunale di ·re1'– mini1 à lui cho guida l'istruttoria, O lui cho la ispira. i•: lui, l'omiss..1rio dei lupi, che i.spii-a il giu· dizio !!lnlario conh'O gli agnelli! ignor Ministro, quosb ~ho uoi vi sottomettiamo non 6 un'istruttoria; essa manca dei timbri ufficiali o delle formulo consac,·ato. Ma ossa non ò cho tma
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