Critica Sociale - Anno II - n. 22 - 16 novembre 1892
350 CRITICA SOCIALE taggio in un Pattolo, che incedo trionfalmente e srac– cia.tamente tra sponde di cadaveri, non vi sia differenza. E gli uni e gli altri, in quanto dispongono del lavoro altrui non pagato, mi rappresentano il capitale in tutta la sua odiosità. e contro gli uni e contro gli altri, senza distinzioni ingiusto o pericoloso, dobbiamo combattere. Parmi del resto che cosi a Lucio, come a te, o Cri– tica, sia sruggita una delle prime per non dir l'unica conseguenza, che donebbe necessnriamente derh•are dalla spoliazione totale o parziale dei detentori di titoli dello Stato, vigente l'ordinamento attuale borghese. Primi e soli a ca,·arne nntaggio non sarebbero già le classi diseredate, ml\ i grassi borghesi industriali e terrieri, i quali ril•olgerebbero a profitto proprio lo sgravio cho dll unll tale spoliazione verrebbe al bilancio dello Stato. Soolfottivamento nella borghesia rossoreale quella cosi netta distinzione, che Lucio ha posto di gente atth·a e lavoratrice (colle braccia d'altri, .il'in• tondo)e di re11ticr1 scannapane, la cosanonsarebbe cosi dinlcile, come a prima vista apparo; potrebbe manife– starsi in questo campo una lotta analoga a quella su– scitata la prima volta l'ra industriali o la11dlo1'll1 a tempo di Cobden per le leggi sui cereali e che al dl d'oggi più o mono ,•iva si dibatto ancora in tutto le borghesie d'Europtl. Ma. con quale utile elci proletariato? In questi conflitti di interessi borghesi chi potrebbe scorgere nem– meno per ombra. il principio nostro della redentrice « lotta di classe :, 1 Con questo ho finito; ffi(I. prim(I. di chiudere dovocon– fessare a te o ai lettori, che la specie di (t\ltO da cui sono partilo non ò altro che una parabola, perchò mio padre, grazio al cielo, ò vivo, non ho fratelli, non fui, non sono o ahimò (permettetemi un innocente sospiro) non sarò mai possessore di rendita. Ragiono por cui senza rancore ti saluto nella cortezza, citola campagna di Lucio per l'abolizione del debito pubblico non vorrà. a farmi del malo. A\'V. t·EDEIUCO MAlllONI. La chiusa della lettera ci inco1"aggia ad apporvi alcune ossor\'azioni con fiducia di benevolo accogli– mento anche presso il nostl'o e~l'Cgiocorrispondente. E le più urg-enti osscrvaziom ci sembrano queste. Anzitutto quando Luc1o parlò di e gittare un ponto che dal ,·occhio regime ci conduca al nuovo senza scosse troppo brusche o troppo violenti » (N. 15, pag. 233) egli allude\'a alla sua proposta di un agg1·(tvamento della tassa sulla rendita e cioè ad uua llim.inu:.fone e non gi:l all'abol1:.ione elci debilo pubblico. Di abolizione non s'è parlalo nella Critica né da noi né da Lucio, so non come di prO\'\'cdimcnto da prendersi quando il partito so– cialista a\'rà mggiunto il potere o modificher-.\ in- ~1~~i~f!~~o~."p~upar~!~à ~~~\~-~~.~\~=- t1}~~gf~~~~ d~e 1 1~tC~~~ 1 ~o~~~.~b~ :;:;ri~1;~ 1 ~v!,\~~~,.rarobcl1~ propor-.doni a quel confine che hanno gfa raggiunto lo tasso sui terreni e sui fabb1·icati; ed è quindi artificioso l'arç-omento che l' a.vv. Maironi trae da una pretesa disparità di trattamento, quasi che si volesse ad un tratto abolire del tutto una sola specie di prop1·ictà rispettando intioramente le altre. Ogni ~\~!e~~~\~;1~mg;~~!!~~ ~i 1 i~~~ 0 m~~~ ~~~~l~~o 1~ percussione dannosa ed immeritata; ma la società B bliotPca G no Bianco ~i!, h!:nnt.~~a~1~'al~t!!'C:f~;e%W,ic~~ ~~~~~ transitoriamente qualche interesse minore. Questa considerazione ci pare faccia cadere gran parto delle argomentazioni dell'amico contraddittore. Per chi non crede nel m,tracolo1·tvolu:.ionarto, cioè in una rivoluziono cho da un dì all'altro muti di sbalzo e d' impro,•viso la raccia della società e i rap– porti economici in essa esistenti, è e,•idente cho ~:i~~i~g~~i~~~r.: lc~e~a~~;i;'1!feJ 1 ~'~~~;:~z:b~n e ~rruttatrici, le colpirà tutte alla radice, ma non potrà avvenire cho dopo essere st.-tt.'lpreparat.1. da una serio di riforme 1>arziali or in questa or in quella direziono, la cui attuazione o il cui stesso presentimento anan reagito gradualmente e in modo armonico sui ,•alori rispetti,•i delle proprietà. fl~~~~~:~~- ~~~!~ 0 ~o v~o:~~!~~d~1f~' 0 [i~ct.~h~e~ corre, dalla previsione, dal grado di probabilità dei danni o naturali o sociali o legislativi ch'essa può soffrire, e <111est.-t influenza fa _sentirsi nel tempo, mantiene un certo quale equilibrio ancho nel sala-e !d;t~~!e~~ 0 :!;~u~fl, !\~,~ 1 '8/ ,;~~ 01 ieti' J~1~ 0 =: subitanea di totali ed improvvise r-ovinc. Questa gradualità ò, a J>arcr nostro, un effetto necessario, o provvido al tempo stesso, del conflitto dello forze sociali in evoluzione: non è suggerita da sentimont.1lit.\ umanitarie, ma ò imposta dal corso dello cose, e vuol essere tenuta in gran conto perchò scema alla rh•oluzione economica l'urto di molte resistenze, distribuendole nello spazio o nel tempo, o la salva quindi dai pericoli di una rea– zione troppo viva. Cosìsi tluò prevedere, senza taccia di eccessivo ottimismo, che la espropriazione impr(Wvisa, per decreto, non sarà mai la regola, anche nel periodo rivoluzionario più acuto, ma sarà piuttosto l'ecce– zione, o interverrà per uguagliare un ter1'Cno sul quale i vari privilegi sara.n già disseccati a poco a = t 1 ~1~~~l:n:n: ~t~~f:!:at:. ~t;-ogr~~ro~: ~~~'l~~1I'o 1 ~f~~::' 1~~-1~\~1 ~g?:!rd·!~ 10 s~r::::r. dito virtuale, la costruzione municipale di caso di abit.uione poi meno abbienti :\ pigione molto mite, ~1:t.~::t!a~~-i~o1~oc)~~;~~~ss1: ~:in:1i:~,~~ tante, indurranno molti prop1·ietari di terreni e di st.-tbili ad abbandona1'C, a prezzo assai ridotto, lo loro propriet..\ rispctth•e; mentre la c1·escente soli– dat·iet..\ o resistenza degli operai avrt\ ribassato il tasso dei profitti non meno nella produzione ag,·i– cola che nella industriale, o avrà cosh'Ctto a un lavoro produttivo molti parassiti. E lo scema1'6 dei lucri delle varie proprietà, in– dustriale, urbana e terriera, reagirà man mauo pro– porzionalmente sulla proprietà. monetaria, sull'in– tc1-essc ciel dena1-o dato a mutuo, )?01'quella soli– darietà che esisto sempre f,-a. i d1vers1 impieghi di valori, essendo assurdo supporre cho l'impren– ditore e il debitore ipotecario paghino a lungo an– dare un interesso superiore al loro reddito. Ed ecco che se il padre putativo dell'amico Mait-oni ~;:~1ir;~~~1-~~,!~l~'Oa i~n~:,~ir~-i~~~o11~ 0 ~e1~ ~f1~g.~~t ~,1~hb~.i~~1::ff:fa 0 ~n~iit!u~Y~i~:i!: cli rimbalzo lui puro, alla prima rinnovazione del mutuo. . . . Ma l'imposta sulla rendita pubblica può essere presa come tipo delle riforme che ponno formare
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