Critica Sociale - Anno II - n. 22 - 16 novembre 1892

CRITICA SOCIALE 347 vogliono I soldati e cho I soldati riel ,ociali.smo, come quelli di qualunque altra specie, non possono reclutarsi che nel popolo; e che Il popolo Ignorante è llmlle al pauo rbe col pu,:no uccide Chi lo aoccorre dJ pleel commouo. E della 1'ette, eh, 111 hruda addouo. Yolleir"la • ride, Sanno, o no, che se Il socialismo è più forte, più esteso e più disciplinato In Germania., 11I è perchè là è tale anche l'istruzione f Hanno mal pensato che, se la Chiosa b cosi forte e potente, al è perchè Il suo ministro, I suoi principi, la sua. inRuenia li suo catechismo entrano in tulle lo scuole, In tutte le famiglie, in tutti I cuoril Nelle camp:Lgno è sopralntcndonto il sacerdote, il ma.estro b dirclto o sor\·ogllato dal curato. In questo egli 1>uò 1wero Il miglioro nppogglo o il 1>1t'.1 terribile nemico. I..& Chiosa. si nttaccn alln. giovontò; perchò dico cho A1lole,u,i1 J1u:ta dam 1110m; Htla,,. e,on 1nrnerl1 ,ion ~dd ab ea. La. Chiesa bandisce I suol principi dal pulpito, li r&-– conda col catechismo, li ribadisce col conressionale, ra la piccola scuola colla dolt.rinelta., pa.!ee i sensi collo cerimonie e cosi si captiva gli animi con una. continua Istruzione. Ecco Il vero modello d'un socialismo avveduto. La. Chiesa riceve nel suo grembo Il neonato colla solenne cerimonia del battesimo o richiedo la garanzia (padrino) che le sue promosse vengano mantonute, lo sorreggo e veriftc& lo stato del suo animo colla cresima, lo rortiflca colla comunione, ed interviene col sacramenti negli atti ph) solenni della 11uavita; ma sempre a base d'istru– zione. E che metodi! Che tolleranza! Che pazienia! Sanno poi I IIOCialisliche I metodi, usali ancor oggi nello scuole popolari, sono ancora. quelli di Aristotile e del 11uolegittimo successore san Tommaso d'Aquino prescritti da sua santità Leone Xllll Sanno che questo cose llCC&dono in tutta Europa sotto qualunque regimo, dalla pili liberale repubblica alla più assoluta monarchia 1 Hanno mai pensato come ciò possa 11uccodoroTE se vi hanno pensato p orchè non comin– ciano nd Impadronirsi doll'lslru:t.lono1 Sanno I 11oclalisllche i maestri sono nppona tollerati, quando lo sono, ma non amati o non considerati dalla classe borghose1 Che buterobbo qualche carezza e qualche promossa. per amlearsoll, Sanno o non sanno che cosa nrebbe il partito socia, lista di qui a venti anni, quando si captinsse i maestri! Gl'!RUNDIO. Eh ! si, caro Gerundio! I socialisti tutto questo CO'fO le sanno. E, non lo snpcssc1'0, riescirebbe loro assai racile rimaginarlo. Dato 10·causo, conosciuti gli ell'olti. Borghesia al potere o popolo analrabota sono termini stretta– mente connessi. Piglia In parola an.alfabeta in so.n.soun po' largo; mettici puro l'istruzione che ra il e buon operaio » (dei conL'\dini non parliamo neppure); ma escludine, por carità, tutta quella cho ra l'uomo, il cittadino, che di,itrugge il sud. dito, lo strumento passivo. Questa istruzione non è comp.'llibilo col dominio borghese. Un candidato dei moderati di Milano, l'aJtro giorno l'ha dello: meglio l'fg1uwan;a assoluta della mena tslru:.lo1ie! Sarobbo il ca.so di rimbeccare: oh I so la mez,m istruzione O dannosa, datola in- B1bllc te G1 B tera; dato n ciascuno i mezzi di istruirsi sul scrio; è questo un debito sociale, J>Oichò ist1'U1.iono è libertà, e ,·oi vi p1'0(0&,.'\to liberati. - Mada questo orecchio S.'\i bono cho ossi non ci sentono. C.Otosto stupido sofisma dei pericoli della mez1.a istru:r.iono r a aggio, del rosto, anche ruori del p.'\r· tito m oderato. Non tutti hanno il coraggio e la con– r;enlen;a di dit·lo apertamente. Ma O il fondo - il basso rondo - dollncoscienza borghese. L·intercsse ra l'opinione. Vuoi sapero cho ne pe.n&me il mistico o gau– dente nènan, questo geniale demolitore dogli Dei T e L'umanità ha bisogno di prali ,·erdi por ri– posarsi gli occhi dallo spettacolo doll'inch•ilimcnto o dolln citth; l'ignol'anza O il prato vordo clell'u– manit.\. Guardiamoci bono dal fhlcial'lopor somp,-o! » L'umanttd, poi nonan corno pe1· gli alti•i, ò il regimo lxwghoso. li v1·ato t·c1·de ò la marcita della borghesia. Di cho ci rimpro,·eri dunque, o Oct-ututlo, Di non nt"Ol'O ancora snebbialo lutto lo coscienzoT Di non esserci ancora insediati nello Stato e nei ).fu• nicipi1 Di non aver ,•iulo, in.somma? Oppure ci rimJn'O,•eri di non p1YJpagandare i mao.,tri, Noi li domanderemo, o Gc,·undlo, pere.ho piut– tosto i maestri non 711-opagmutano il po polo. Essi sono dei J)l·lvtleglaU. Non li impennare, o Gcnmdfo. 1'::SSi godono il doppio privilegio di cs– SOl'O fsh·ttlll quanto b..uta per tsh·ult·sl da sè o di non essere, oh! no certo, corrotti dagli agi della ,•ita. Col piedi, collo gambo, col torso stanno nel p1'0leta1iato; ma lo sorpassa.no di tuttn la testa e possono spingere lo sguardo assai pili lont.'\no. Eppure, so ne logli l'agit.11.iono per lo stipendio, tu non vedi - saho forso occczioni - cho os.,i si muovano nè cho muovano altrui. t'.: pnum, dirai. - E sia; non a tutti, nOa molti ò dato di ossei-o oroi. L'alfabeto o il scr\•ilismo ponno a meraviglia allearsi. Ma non to la pr<!.ndcre, o Gcn.mdlo, coi socia– listi. Es.si lottano a s.1nguo contro il sor, 1 ilismo e contro chi lo mantiene. Tz'Oppo di melo in qucst.'\ lotta tronnsi di fianco i mao.ilri. Non citarci ad esempio la Chios.1. 1':ss.'\ è la mcz~ zana o la mnntc.nuta del potere. l-.:SS.'\ ha libertà di rar tutto - qunlcho ,•olfa anche il bc.ne. Il p.1ra– gonc, tu lo vedi, non corre. E lascia stnro quei Jx>vori untorelli di socialisti cho ricscirono, qua o 111., ad innttrars.i in quello o in quei ~lunicipi italiani - uno o duo - ai quali tu alludi. Nuovi, mal so1·1-otti, por lo 1>il1 mczzo– sociali•ti (o perciò obbcro il passaporto) obbligali a guaroa1'Si lo sp.1ll0 dallo insidio nemiche ..... tu chiami questo un ospo1imcnto. Eh! via! (')

RkJQdWJsaXNoZXIy