Critica Sociale - Anno II - n. 20 - 16 ottobre 1892

CRITICA SOCIALE 309 denza morale, se non è opera di opportunismo inte- 1·essato. Dai fondamenti cho Giuseppe Mazzini ha assegnato alla sua teoria voi non potete trarre, col suo nome, alt.re e troppo diverse illazioni da quelle che egli stesso no ha tratte o non potete, se non ingannando, avvan– taggiarvi in maniera diretta di ciò che è ormai fuori, contro di voi. E noi, per conto nostro, vogliamo ser– bare intatta, fiti che soddisfi ai tempi, la dottrina scien– tifica che il genio di Marx ha. formulata, e che teniamo a noi affidata per l'avvenire; o curiamo che di essa non succeda come della gloriosa no.ve, la quale dopo tanti rappezzamenti non aveva più dell'antico che il nome di Argo. Alla filosofia poi, alla storia spetterà. lo stabi– lire quanta. sia stata. la reciproca influenza o quale sia l'intima affinità lra runa e l'altra dottrina; chò natu– ralmente, attraverso i tempi, vi ha.nel pensiero umano, nelle idee una lunga. ed ininterrotta catena. di trasrot'– mazioni successive, di stratificazioni sovrapponentisi. Ma se alcuni mazziniani possono passare di per sè al socialismo pur sorbando noi cuore una non mutata venerazione por la più bella, la più santa. figura. della nostra riYoluzione politica - nelle masse invece, come mi sono sforzato di dimostrare, una simile trasrorma– ziono accado più lentamente e J>iù laboriosa; o per ca– gioni estrinseche, materiali, che bisogna loro a. lungo illustrare. Questo divisioni, questo divergenze sono cosi vivo e sentite nella nostra vita pubblica., J>er poco che la si consideri, che s'ha nella pratica. la più eloquente con– ferma dolio induzioni teoretiche. I repubblicani mazzi• nia.ni rifiutano ad alta voce cd in ogni occasione la. lotta di classe, la proprietà collettiva e chiamano tran– sfughi i repubblicani-collettivisti; questi, nei loro sterili sforzi di armonizzazione, non tro, ·a.no corrispondenza. e ragion d'essere nel consentimento delle masse, le quali cosi in politica. corno in economia non apprezzano e non capiscono i partiti modi, le mezze formulo. E i socialisti - dacchò s'insisto tanto sul risultato immediatamente utilitario - da.Ile alleanze coi partiti alflni - mantenuto pur troppo quasi dappertutto sino ad ora - hanno visto il proprio programma. sciupato, neutralizzato: ò successo un <assorbimento• in senso inverso: il che era da prevedersi e con pericolo tanto maggiore, quanto appunto più forte di numero o di tradizioni era. il partito mazziniano. A torto a.dunque ci si accusa di provocare una.sepa– razione che è nella 11atu1·a e ,1eUanece11ità dtllle cwe - separazione che i socialisti di Russi invocano - e, mi pare, contro il parere del dottor Dal Prato, logica– mento - dovo per l'ostacolo più forte, più aspra. e decisa dev'essere la lotta. A torto ci accusa. ancora. il Dal Prato di impacciare e ritardare il cammino ai sopravvenienti: mentre con una propa~ra.nda. intellettuale e pratica, quale non ho. nel nostro paese riscontro, il partito socialista s'a.ffa.tica. a. proclamare, a spiegare, per ogni parto, le sue dot– trine. Non ò questa la più bella arto perr.hò :ciascuno, che prenda posto tra le nostre ftla, dietro la bandiera sventolata in alto, sia.- non parrà al dottor Dal Prato pretesa. soverchia - socialista e eoseionto per quanto è possibile - e perehò intorno a questa ba.ndiera av– venga la lotta, od essa., ossa sola triontl'J Anche il giornale n Radicale di Ravenna., occupan– dosi del mio articolo, oltre ad accenna.re ad alcune delle B bhotf>ca G no Bianco esigenze locali che do"rebbero essere, secondo lui, mo. difieatrici do! programma e della tattica del partito socialista, rivendica a. sò l'onore di a,,or iniziato. e sostenuta la vera lotta di classe,« la lotta tra spoglia· tori ospoglia.ti, senza equivoci•· Io avevo creduta questa incompatibile con quell'accordo - che Il Radicale ha con lealtà sempre dichiarato di volere o con opera assidua ha procacciato - tra i vari elementi della cosi detta democrazia. sociale, molti dei quali non possono a.cccl• tarla cosl esplicita od esclusiva. come noi la voglia.mo , se ~1011 lasciando il nome e il partilo che ora. portano e difendono. lo non ho poi mai detto quello, che lo stesso giornale m'attribuisee - che eioò « la lotta di classe in Romagna non può aver ora carattere prettamente e precisamente economico•• quasi che la lotta di classe potesse essere altro che economica; nè erodo di meritare l'accusa. che mi fa di aver considornto in Romagna il fenomeno solo politicamente, mentre mi par appunto d'aver fatto tutto l"opposto, rintracciando nello condizioni economiche o psieliiehe della popolazione romagnola le ragioni del suo speciale atteggiamento nello lotte politiche e so– ciali odierno. MARIO CARRARA, L'IMPOSTA PROGRESSIVA I OCIALISTI L'amico nostro dotl. Emilio Gallavresi ci iK:rive ~~ 1 f :o~~fo l~te1 1 ~mc~;,}L:~::i 1 :~i~~~fa :Cn 8 e1~~: dei programmi socialisti di tutto il mondo: socia– lizzazione della proprietà; rappresentanza degli in– teressi non dei soli salariati ma <li tuttt insieme gli s(1-uUati. e gli 0111n-esst, ccc.,o ,·ichiamandoci il fatto cho l'impostapt·ou,·esstva, insieme ad altre riforme di camthn-e democratico-politico, sono pure in quei programmi rit.hiesto - c1chiede: - in che cosa dunque mi sono io scostato da cotesto pro– gramma perché voi possiate scrivere, corno scri– veste, che « io mi getto a traverso di quella che sembra essere la tenden1.a generale della propa– ganda socialista moderna 1 » Noi scrivemmo infatti al suo indirizzo queste g:~r~ 8 n~~a~:l~n~~rf°:1 1 i 1 ~~~°a~ri~1~•°ad1~:o~~-t~~f.~ piccola possidenza agricola, erodemmo dovere nostl'O di coerenza fare alcune riservo di massima sullo idoe da lui sostenute. Abbiamo allora anche citato le suo polemiche a favore del dazio sui cer-eali e contro l'imposta sulla rendita. JI dott-. Gallavresi vuol persuaderci che per essere buoni socialisli - oggi, nello attuali condizioni dell'industria o della agricoltura in Italia - non è affatto di rigore pro– fessarsi del nostro parere su coteste determinate ~~:t 0 d!tmmt. ~ 0 h:i~;~a~~n:~~~I ii:~c~èa ~: vie del socialismo, non sapremmo essere assoluta– mente dogmatici. E$li d'altronde ci ripete supergiù le ragioni che ha già esposte, noi non potremmo a nostra volta che ripeterci noi pure. Non inten- ~f;!~~d!r.re1~~~ ~:~~~i~l;~J~ ~~ar~:~er~~~i occasiono. Piuttosto, per attenerci al più vivo, sorpassando f~~::°l1i 0 1x~\?t~ 11 ~i~~~~~t 0 ~~1~~ ;:;t)~~o .~W! quale faremo seguire brevi osservazioni . . . . . Voi, caro diroltore, avete senza dubbio una. scienza profonda della vita. Nel tenore della vostra.

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