Critica Sociale - Anno II - n. 18 - 16 settembre 1892

CRITICA SOCIALE 283 Ma o allora cho 008.'\ rostn di tutto le sue glorio? Una gloria aola, che basterà a immortalarlo: la gloria di aver s..1putoo di t\\'er p1'1>Clamato, primo rra gli uomini di Stato europei, chiaramente, chç esisteva la quo.slionosociale. ~: (orso dinlcilo slimaro giu,tamento la grandezza di un simile servigio. Noi siamo oggi troppo av– ve1.1.i n veder tut1i i conser,•alo1i. dal giornalista al ministro, tagliare con gran rorbici nel panno della <1ueslionosociale. sentirli nmmetlerc che esiste, che bi.sognastuditwla o J)l'Ondero agli a\'ve1-sarl lo idee ragionevoli; sicchò la cos.1. ci p:wo oggi divenuta 1· egoln.re, corno unn scnrica ,li pioggia ogni L1nto. Ma In.cosa invoco ò stranissima. SO c'ò una lmJU'CS.'\ difflcilo l>OI' la monte umana ò di cnpiro in tutto ciò cho la circonda ciò che osislo di ano1·malo,di COl'1'0ggibilo. Poi· una illusione na– turale, l'uomo erodo elio il mondo sia sempre stato o cho sarà sompr'O come O prosontcmente; am;i ta– lora, S))OCfahnouto noi 1>0riodi di transizione, non si accorgo nemmeno cho ò mufato, e credo di Yi– vero io quello slosso condi1.ioni, che sono 01,nai trap..'\Ss.1to. Non vediamo noi che anche coloro,che sentono il danno di una dal.a istitulione, finiscono in bre,•o lempo per non imaginat'O nemmeno più una vita libera dalle nbiluali di.sgrazie,come certo il ca,•allo non à capace di rappresent..1.1'$.i la ,ita sen1.a il mo1"SO o In b1iglin t E ci meraviglieremo, se coloro che godono hn•ece, ph'.1o meno larga– mente, siano dh,posU,nel loro naturale ottimismo, a credere che tutto ,•a ottimamente 1 .\ Torino. quando si rnce,•ano lo sotlosc1izioni per gli operai disoccupati, molto persone 1iccho e. senza odorare di santità, non cntth•e, dichiara\'ano che avrebbero data qunlunquo sommn por ope1'0di carit.:.\,ma non un soldo por gli opo1't'li. « sono tutte storie! adesso 11 <lisoccupato dloenta un mesllei·e, come un al– tro.» Snt'Obbo ingiusto laccial'lidi durezza di cuore. t cosi diOlcilo fal'si una idea esatta, Jll'CCisa dello condizioni roall di un fenomeno, specialmente so molt.ocomplosso,cho ciascuno ~ono fo,·ma una idea a1Jbo1.1 .1L1, in isco1'Cio, suporOciale,da quel poco che ha sotto gli occhi; come un contadino che vh•a in pian.ur- anon imagiucrobbo mai che la terra sia to nda. QuestoSJ>iega la indifforon1.adi tutto le classi, minacciate da una l'h•oluz.iono, alla sua ,,igilia; e per questo. la presento sollecitudine, sia pm-e sol– tanto ,•erbaio, dei go,•crni per lo classi operaie, sembra sfrnno.. Certo, se non fosse stato Bismark il eenh-o della suggestiono, i nost1i uomini di Stato so1•ride1-ebbero quando si andasse a dir loro che esiste una que– stione 80Ciale o 1i1>0torebber-o por lutt..1.risposta qualche rrnse di llMth\t rimnsta tra i ricordi di scuola. N6 i ,•oluml nà lo dimostrazioni dei socia– listi li a\'1'0b001-o pel'suasi. e nem meno gli studi di quegli scienziati cho, se.01.amiliL.1.re iu un p..1.rtito, por vil'ti1 doll'ingogno che ,·odo 1>iùlontano e più chiaro che il \'Olgo,hanno mosso a nudo ora runa 01-a l'nllm pingn di questa povera umanit.ì. .Bi.so- Bibh te a G1 o B o goa\'a che cominciasse un uomo di Stato, porchè è una leggo della suggcst{onoche. 1>erchè es...~1. agisca. sia nooes.sariafalora l"afflnil:ìdel suggestionante e del suggestionato. Cosi per far vedere agli uomini di Stato la questiono sociale. era necessario che il Donato fosso uno dei loro; come. in un altro campo, la convendone del Do Amicis:wrà una potente ro17,a suggestirn nello classi borghesi, e una ror7 ... 1.molto minore nello tla.ssi opornie. Chi non 1icol'da il ra– l'o(;'ÌllO di l.af: welle. ,ti \lirabe.1u. di Filippo Egalf/J sulla nristoc1':lzian':ln<'es<' ni Jwimordì della rh·o– luziono francoso? Così si spiega f1ucl fnho ('OSl fre<1uente nella stol'ia dello spirito umano, quando una iilea nuo\'a si pro.senta: .si \'edc nllora unn clnsso rimanere chiusa da tutti i lati all'i11fluon1.arivolu1.ionaria del nuovo ponsio,·o, come In cinta ciclopica di una fortezza; la gr:in flliicn ò smuovo1'0 il pl'imo sasso dalla co1"Qpaginc; !lOi un largo tratto della mumglin l"O\'ina. Unn prima convorsiono si molli· plica in un numero scmpt'Omaggio1'0di apostasie: e i dulJbi~i sono L'lnlo pili inciL-.ti. JlC1'Chè nella nuo,·a ,,fa si lr'O\'Crannonc·cornpngnati da altri si– mili a lol'O.'1'1'0\':u-si solo. è la m:-wima Jl. 1.ur- a ))er un uomo che 11011 sia e•'OOimn por trornrsi bene e intimnmenlo coi comJ).'lJlllÌ, bi.sognacho egli sia con gli uomini della ua dn-;..,c. ilei suo celo, della sua p1-oressione, J>Cl' C.hè f1uesti90JL1.nto egli sente che sono uomini rnramente e intemmente. come lui. Si capisce quindi rinfluei11.a su~tirn del Cancel– liere tcrle.sco;centuplicata dalla gloria miliL'll'C, dal– l'autoril.\ con cui ~,·1':\Slan1, come un "colossotra un popolo di nani. in rneu.o nl ,•olgo cl~li uomini politici di 1-:ul'opa. Si dirl\: o cho imp4>1'ta so Bismnl'k ha capito n metil la quc.iliono o hn 1suggoslionntogli altri 1 Ciò non conchiuso ad nltl'o in Eul'op .. ,, cho ad una. serie di promo&'!O non mantenuto odi 1wogettis1>esso 1>000 so1·i,abOOrmccinli dlli minisfri noi momenti d'ozio. Questo è \'ero. ma ò nncho ,•ero che una gran parto della J)()l)()lnrifa acquistata dalla que– stiono !M>Cialo è dO\'ula ai toutnth·i di legislazione sociale del cnnccllioro 1edc.sco.So nelle caltcdrc. nei giornali, nei discorsi reali o ministeriali. nelle encicliche. dnppcwlulto si l":Lgiona o sragiona di p1~ lefariato, di clt\SS.i meno fortunnto. occ., ccc.; non è perché tutti costo,-o abbiano meditato il ~fan: e il Oeorgo; ma perchè rimasoro stmnamonte .stu– pefatti il giorno in cui lessc1- o che l'uomo pili po– tente di 1':urop..1. ,·olo,•a pe.n.s.. 1.re alla ,·occhiaiadegli operai tedeschi e dis.1.11na1-o il s ocfalismo, 1ico110- scendono la p..1.rlegiusta. ~In dunque quel semidio crede\'a che si do,·esse1-ocomb.1.ttcrcl1uci nemici. ma che le 101-0ideo non rosso,-o da disprcr.z.1rsi tuttoT i,: allora fm-ono tutti d'accordo con lui, che non bisogna\'a tutto disprc1.1.arc. r.·uomo pur troppo è cosi fatto, anche !"uomodell"accademia e la me– diocrità della scicn1.a, che credo piuttosto a una frase di un potente, cho ai rngionamouli o allo di· mostrazioni di un pensatore di gonio.

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