Critica Sociale - Anno II - n. 17 - 1 settembre 1892

208 CRITICA SOCIALE ---------------.-------------- sentita. anoora !"opportunità di a.Jloggiarmia sue spese, nè 1cnlo alcuna premura di sollecitare questo m&rtirio a buon mercato; ma lo, al pari di tauti altri, ho avuto agio lo stesso di ossernre, sia pure nell'impressione ru gge,·oledi un momento,quantoriesca demoraliz.zanto eJ e11lzla.le l' ozio dei detenuti. Senonchè questa felice Ora borghese, In cui ò tutto un solo ed uni versalo concento di spontanoo armonie eco– nomiche, fil sl che debba poterci sembrare utile o ne– cessario, con gra,•e discapito economico e morale., tenere In ozio molte diecino di migliaia di uomini, e non di quelli che Atene avrebbe alimentati noi Pritaneo a pub– bliche speso, perelu\ a causa del nostro perftlto ordi– na.mento sociale, da un fatto di cosl incontestata. utilità. qu11te sarebbe il dar loro 11. luorare, potrebbero deri– vare od anzi deri\•erebbero altri mali ad una classe di persone, che già soffro tanto. Una 1>0sliionedi cose cos\ assurda. ha dato origine naturalmente ad una linea di condotta incerta, vacil– lanto. capo.ce, come ho dotto, dl tut1I gl'lnconvenienti o dl nessun reale vantaggio. Abblo.mo un lavoro di dete– nuti, ma tale che non si sn so debba ratrormarsi o cor– reggersi, o non piuttosto eliminarsi domani; ed in tale condiziono precaria niente di degno e di ,·eramente proftcuo si modita o si compio, o tutto procede disor– dinato, senta. coerente disegno e senta vero uUle eff'etto. Su cento giornale di presenta in alcuni ca.si le gior– nate di la,·oro non raggiungono che il ◄5iG2; i giudi– cabili, I quali pure ranno alcune volte lunga dimora nelle carceri, ordina.riamonle non cooperano punto al lavoro; l'utile medio del hworo scendo tah·olta ftno a 0,0'~,67J}(lrgiorno e si con,·erte pernno in perdita in quello dei minorenni; piccola o nullt. è spesso l'azione che Il 11.voro,considerato ne· suol ,•ari effetti, esercita sulla condizione presente e sull'aV\'enire do' detenuti, e, mentre il costo netto di questi, dedotto rutile del prodotto, ascende a 13.084.313,l'utile del la,·oro si ri• duce a soli 2.318.383. E mentre cosl scarsi risultali non riescono ad alcun nntagglo ,·eramente note,·ole, mi sembra innegabile che, qui o 1&,zone limitate o determinate categorie di lavort.torl sentono a volta a volta. il disagio della eon– concomnzo. e ne muovon o lame nto. Nè può essere possibile do.re un maggiore sviluppo al IM•orodo' detenuti o rargll rendere tutto Hfrutto di cui è capace, quando tutto questo devo o.vero, secondo paro od ò. come conseguenza un mo.gglorodisagio nella classe de· lavoratori, cui più particolarmente farebbero concorrenia.. Altro rimedio non vi è quindi a questo ineomporta– blle stato di cose, che un'organizzazione tale del la– •oro carcerario, che dia per una via &' lavoratori liberi quello che per t.ltra via può togliere loro con la concor– ronzL Eliminato questo dissidio, tutto un complesso di rone, ora per noncuranza o studiatamente inoperose, potranno essere mosso In moto por produrre tutto il lavoro utile di cui sono capaci, o lo dlmcoltà. potranno esser vinto e gli osiacoll spt.zzatl via, o tutti gli errori, che l'Inceppano, corretti! Ma por raggiungere questo punto ho detto già che il mezzo suggerito dal Onocchl•Vlanl, per quanto io ho potuto Intendere, ml pare Insufficiente. Ho già accen– nato ad alcune obbiezioni, e non aono quelle le sole. Dando un'occhiata allo notizie dell'attuale lavoro car– rerarlo, si ,·edrà subito che esso non è davvero assai B1bllote a Gino B n o vario, e si limlla alle industrie, dirò così, rudimentali; nè rono da questo laio sarebbe 1uscottlbile di illimi• tate tra.srormuionl. Per la stessa natura del lavoro, che ora si compie, le macchino, gli attrezzi adoperati non debbono essere di molta Importanza e sopratutto debbono essere cor– rispondenti al numero limitato del luoratori ora im– piegati; e da qualunque punto si guardi la. cosa, dalle cooperative misto I la,·oratori avrebbero spesso più im• pacci che vantaggi e questi in ogni modo non In mi– sura tale quali sarebbero deside.rablll. Altra dunque è I& ,·1a che bisognerebbe prescegliere. \'ì ò un terreno, su cui molti, socialisti e non socia– listi, cl troviamo In certo modo d'accordo: quello della cooperazione; l non socialisti per ,·edervi lt. panacea di tutti I m11lannldell'imperante economia capitalista: noi in,•oce por veder,•!, Insieme, un mono di migliora• monlo dello condizioni do' ltwora.tori od un ponte ,·orso il collottlvlsmo. Senonchò li gl'o.voscoglio, contro cui Ul'tano special– mente lo Cooperativo di produzione, à quello della man• canu di capitali. Molti del nnt.aggl apparentemente concessi allo società cooperativo, specialmente neJl·as– suntlone degli appalti, o sono rimasti lettera morta, od l1an110dato, come spesso è accaduto, modo a capitalisti non lt.,·oratori di procurarsi, mereè abili frodi alla legge, Indebiti lucri. In pochi casi, per la natura sem– plice dell'Impresa, le Società del bnceiantl hanno anche potuto 1rt.rne profitto; ma questi esempi restano neees• sariamento limitati • pochi ca.si od a proporzioni mo– deste. J..o Cooperative misto,cul accenna liOnocchl-Vlani, non sarebbero esenti da questi ostt.eoll stessi. Perchè lo Cooperative di produzione compiano la run• zlone, che no! loro assegnl&mo, occorre che sieno e&· pacl del più Illimitato sviluppo. Per noi le Cooperath•e di produzione hanno il ,·an– taggio di riunire nella stesu persona Il proprietario ed Il lavoratore, di darei l'esempio di organi collettivi di produzione o rendere sempre praticamente più assurda la ngurn di un proprietario, come Il semplice azionista, che non compie alcuna (Unzione utile nella produzione: ma non è qui che si aJTOsta per noi Il c6mplto della Cooperativa dl produzione. Per noi quoll'nssorblmento della piccola Industria o della piccolo. proprietà, che, date le condizioni attuali della. produzione, fatalmente anione, ma, sotto Il si– stema dell'economia borghese, av,·lone a vantaggio esclu– sivo di un numero ristretto d'individui; morcè le Società cooperative di produzione dovrebbe compiersi a ,·an– taggio di una cerchia sempre plà larga di penone, pill larga al punto che don-ebbe allt. ftno fondersi ed lden– tlftcarsl colla società. stessa, ordinata secondo li sistema dell'economia socialista. Per noi Insomma le Cooperativo di produzione non debbono servire a creare un maggior numero di IOddlsrattl, che renda più lontana od irrag• giungibilo l'emancipazione di un altra classe di soggetti; ma concorrere a realizzare Invece tutto uno stato di giustizia soclalo. Como possono ora le Cooperativo di produzione tro– vare I capitali necessari alla loro esistenza, Quando 11di.scosse In Parlamento la proroga del pri– vilegi concessi alle Banche di omissione, I deputati di parte 1oclali1ta proposero un emendamento, pel quale le Banche di emissione avrebbero avuto l'obbligo di

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