Critica Sociale - Anno II - n. 17 - 1 settembre 1892
CRITICA SOCIALE 267 O toccava al mo11.1itu1·Alpl,011,e della libertà, all'ono– revole Oiul!lliniano Zanardelli, Imbandire qualche altro monumento di sapienzalegislativa,ove rossecompressa anche la libertà di pensare, dopo soppressa quella di parlare t O non piuttosto, ftnalmente, dovu incombere al grande uomo di Cuneo la suprema cura di rimedi– lare ranluo 1iroblema del mercenarios,·1ucro, il quale, :wcndo dicia.sselto soldi poi suo asciolvere, non sapeva rinunziare alla necessità. di spenderne diciotto di vino! E che lungo l'remito di ammirazione satin intanto dagli organi ed organetll de.Iquarto J)()tere allo spel– tACOlo impo,te11te d alle s0<lule memorabili di questa Camera, in cui settantadue onortwoll, coraggiosamente 11r•()fttlantlodel segreto dbll"uma, chi sa per quali arcane ragioni mutavano parere dal mattino alla sera, e qualche de1>ulato sveni\•a, come una qualunque clorotica ran– ciullti., ed altri erano ad un polo dal rin110,•1u-c il nobile pugilato dell'anno innanzi! Allo monti cos\ prcoccu pn.to di Sllporo so l'uomo, de– stinato n condurre '}uosto allegro J)OJ>Olo d'ltali(L noi ros110,dovesse rl.\'oro il biblico nomo di Giuseppe, o 11uolloo,·nngelico di Oiovannl, o quello democratico di 1-'rancesco, il pcnsaro un po· 11erlamonte a ciò che deb– bono rare, o non rare, settantamila tletenuli circa (quanti ue abbiamo nel nostro bt.llQ ilalo rt"gno) od al vantaggio od 11Idanno che può ,·enime a milioni di Ja,·oratori, dovea 1ombrare un rompicapo d11. perditempo. Nondimeno vi è cui giova e.ssero di questi penlitempo, ed lo ebbi sin d'allora il pensiero di gettare cosi alla buona o sen1.a a,·or l'aria tli scoprire l'America una mia idea, qnnle cho i;i rosso. sulla dimeno questione; e, non gih. por esaminarlo, come molto ,·olto ò stnto rallo, dal !IUO lato toorloo, ma per ,·edere se rosso possibile adot– hre un 1>ron·edimenlo, che conclllasso tutti quegli opposti timori e que· plt' o mono discordi interessi, cui in gran part.e è do,·uto, se nnora non si è mai osAio \'enire ad una delerminaxiont, netta. Avo,·o in Mimo questo, 41uando ,•idi annunziata dai giorno.li una conreronu doll'amlco Gnocchi-Viani sullo stesso argomento, ed indugiai a Rerh·erne, proponen– domi di trnrre prima da quella tutto il prontto, che a,·1-0\ potuto ricavarne. I.a conrorenza non potette più M'er luogo a.llora, od a1>prosso,con mio rincrescimento, lo non ho pili polut.o udirhi.: tulta,•la sin d'allora l'a• mico (:nocchi mo no comunicò succintamente lo con– clusioni, che ora ho ,•edule anche rirerite da qualche giornale, come una notizia. di c.ronaca, con tutto il la– eoni#mo, che si addice a questi argomenti imdili. In brc,·e il Gnocchi proporr<!bbe di o,·Uaro la con– correnu. del luoro carcerario al lavoro libero, met- 1ondo alla dipendenza delle Socioli. cooperati\•e di pro– duzione i delonuti e Nmdendo anche ad esso più racile il conseguimento dc' loro scopi, col rornirlc di macchine, attrezzi e di tutti gli strumenti di pro<luziono già esi– stenti, che, pur rimanendo sempre propriet:\ dello Stato, sarebbero cosi adoperati dai Ja,·oratorl associali. lo ml nuguro che Il Gnocchi non ,•oglia tardare a mellero In Iscritto questi suol propositi per renderli in rorm11. anche più concrela e ramo oggetto di discus• sl?ne. Godo Intanto, e molto, della sua proposta. La parto socialisla lt&liana od i lavoratori in generale debbono molta gratitudine al Onocehl-\'lani. Alla sua operosità calma, disintereSflata, persistente è dol'uta in massima part.e l'istituzione della Camera ,tei laooro di Milano, cd egli non laseorll nemmeno cadere questo suo B b otc a G ro B1arco nuovo disegno, senza ner,•i 1pcs.a prima tutta la sua. energia: lo porterà anzi,eredo, ftno In Parlamento, spe• cialmente se, come ho ragione di augurarmi, vi sarJ qualche Collegio elettorale d'Italia che ,·orrà mandare a Montecitorio un apostolo di buone opero in me11.o a tanti rigattieri di rrasl non bello. Puro debbo dire che la pro1>0Sla del Onoechi-\'iani mi piace piuttosto co me u n tontati\•o di rimettere sul tappeto la questioue, e.ho come una ,•era maniera di risolverla. Co!l involuta. ancora, corno CS!I\ è, mi lascia molli punii oscuri,& non dir al1ro. I nostri sistemi pe,– nilenziarf, cosi come sono di prcsentc 1 gl'innumeri loro regolamenti incepperebbero mollo lo Coo1>0.rath·ecom– posto di rosi diversi elementi e ne limiterebbero anche d'assai il ,·ario niluppo. Ollre di che rorrotto, che potesse 1>rodurro il la,·oro carcerario, rimnrrebbe in tal modo llmllnto; mentre io erodo cho o.ssnlmaggioro polrobbe rlosciro o di portata più generalo o menare a J>itì lontano conseguen1.o. f: perciò che erodo umo esporre anche In mhi. Idea. lo non ,·ogllo tonuu-e sulla qucsliono tanto volte agitat11.della concorrenza del la,·oro carcerario al la,•oro libero. 1-~o,·mò puro oggollo, non è molto, di ,•Iva pole– mica sul Gior11ale degli «x>nomi11i 1ra il ,.~erri ed il Lori&; e chi 1orn1$!1eora a leggero quello pagine, scritte con tanto brio, con lanla. competenza o tanto o sì cor– tese spirito battagliero, sarebbe probabilmente dell'OJ)i• niono che la ragiono è 1>C.r un pò da unn. parto e per un po· dall'altra. ►: dinlclle acconciarsi a rilcnero rho nel lorreno pra~ tieo, caM) por caso, il 111,·orolibero non risenta in qualche modo della concorrenza del la,·oro carcerario, come, tenendo, J)t!.rquanto 6 ragiono\'Olc, conto di tutte le inevitabili ri1>0reuuioni, non si saprebbe, come molli ranno, esagerarne l'importanza. Credo in ogni modo che noi abbiamo troppo a lungo ratto in questo, come chi, por e,•itare un pensiero m~ lesto, si ,·olla dall'aliro la.loo si motte Il dormire. Troppo a lungo, ora per !spirito di m11.llntos11. popolarità, ora por plgrlzl& lntellottuo. le, siamo stati del parere del m11.rcheseColombi 0 1 s chivando l'osamo scrio o l'o))por– tuna risoluzione del problema, co no stiamo ancora. ridotti in quo' moui termini, con cui, soni:a giovare a Dio, nò nl Dia,•olo, si ru.danno a. tutti. Dalln fino del 1871al giugno 1888,noi abbiamo ,wuto (lo nmo ricorrere, semp1-celio J>OSSO, a. da.ti obbiotth•i) un numero a1111uale di detenuti cito ha varialo dngli 80.i0-2 al 67.7i2, un oser cito addir ittura che, raeendo il paio con quell'altro, cl cost11.un occhio del capo. li costo al 11tllo del mantenimento tli una parte ò sa.lito, nel periodo 1· luglio 1881. ~ giugno 1888,fino a 0,00,68 al giorno cd 11.pcl'!IOna.;e chi no r& In fin dello fini le spese sono Mturalmente quegli i9110bili rampolli del piode di Orahma.,che, digiunando o ston1ando, debbono alimentare quo· che rubano in conrormità dello leggi e quegli nitri che rubano In controsenso di osso, i paras• siti che banno ottenuto in sorto di gavui.aro e gli altri che, per maggioro gloria o vantaggio di questi, sono destinati a guardarli di tra I cancelli. Ora, riesco evidcnto che il lavoro dei detenuti ri ponde non solo ad una nccessi1~ economica, ma cziandio ad un'alta nccessitù. mondo. Debbodichiararo che in quO!ta. liberi,.ima delle rt>pubbliche il patrio Oo,·erno non ha
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