Critica Sociale - Anno II - n. 14 - 16 luglio 1892

220 CRITICA SOCIALE l..'cconomiadominnnte. tutta inlcs.1ad arricchire una p.1rto col danno dcll"nlt m. 11011 po tcm inven– tare nulln di 1>ii1 arlaUo allo scopo.ma anche nulla di J)h°I pericoloso. Ess.1ha creato un debito pubblicoenorme, addos-– saudono gl"intc~òli al proletnri.,to sotto torma di tasse sui consumi.Oucs1e tasso hanno ratto aumcn- ::~: !1~ 1 ,~;t la 6 :1~N~~~,"!tc~ t~ ~i, i ! 1 ~?~~d~:! nuta nolln concor1-enza mondiale inutile se non da!rnOS.'l, si è inalbcra!a qu~lla. del protezionismo, ali ombni. della <1urilo 11 cap1t.1ll.sta può continuare i suoi esperimenti chimici, srrutta.ntlo a un tempo consumatori od operai. Il J;l:l'OCCSSO nello suo linco gcnemli è questo: ma è tacilo provodcro d0\'Oo come si and~.\a cascare. Quando <tt!Cst'al~m fu .so ~ell'eco!1omia borghese si sarà compiuta, 11 1>.1u po1•1smo s, sa,-;_\esteso o il capitalo si srm\ fatto piit prepotente cd accentra– tore, n qual nlh'o mezzo \'i U))piglioretopor snziare lo l'OSll'O bmmo? Su quali nitro miserie e:sorciterete il donto vornco? lo nou faccio elio J)Ol'l'O delle do– mando: rispondoto. 9rbo!1c, im!n11ginn~~ cho nella baracca scoppii prunn 1\ rulmmo doll 1m1>0stasulla rendita. Senza ~~~~:o n~1;;i!;''dig 1 ~:i•e1~ 1 1 ~\gl~bb~g;i:lf~,~~,~ ;;: a.s.sisteronl destarmi del !Onno quinquennale. Poi a poco a J?OCO ritornerà la calma. Il capitale., che è molto plu a,•a,-o del colosso di cui canta Virgilio e non può ,·h'Cl'O scn1 .. 1 f:,r dello ,·ittimc. uscirà dalla. tonda sotto cui si è ritiralo o comincer'3.a sc.1ndaglia1'0 su qual terreno gli com·enga abbarbi– carsi,. o. come..si dice nel dolce slfl t1uoço, span– dere. 1 benefica della.sua coopernzione.Colla rendi1a colpita d11 interdetto, C!!O non può !eegliere che tra l'in.dustrla, il commercio o l'agricoltura, cd è f.~,~~ ~;~~)t~~:l O s.;w:it~ 610 I ;~~~ t~~r:r:::: in un sol colpo. A qu~to punto do,•1-e_i la.sciai-ela_ p..1rola que11i del mcshcre. ma duo ciarlo per d11'0quali sarelr bcro senza rallo loconseguonzodi tale avvenimento amo di rarlo anch'io. ..s~ non _sb.1~lir,.mi p~ro eh~ lo tre deità, onde s 1nt1toln 1I M1111storo pnì curioso cho abbiamo in Italia. alimentalo da un tor'l'ento cli sangue novo, d?v1-ebbcro 1·hncttoro n1O1ta di <1ucllapolpa che \'Oi Jl!nngot.o po1-duta.Con tanti~ materi/\ prima che ab• bulino III cns:-i,molto enorg1Oche ora sono latenti od aStSOpito si l'is,·eglioranno. La richiesta della merce tavo1'0 don:\ aumout:,re. o so il capitale do,•r/\ 1Je1· O(Jnl OJJcn,;fonc contentarsi di un pro– fitto mrnorc. a 11110 d'1111no. quando r..,,.\ i suoi conti. troverà di n,•01• guadag11:1to pilt che non sperasse, pct• csso1· di\•ouufo phì ,•eloc1o quindi J>h'1 nume– i'OSO lo operazioni medesime. E mi (ermo qui. CerL'lmentonon s..·u-annono. i ~ni di S.1turno, ma s.,ra somp,-equalcosa ~eglio d1 a'1es...;;;o. o coloro cho nella b..1ttagliatwmnno ri• porL·.Ho lo membra rotto a,·r-:urnotempo cd agio di f!lod'?" lo ferito o ~uarirne. Non sa1'l.\ nè pure 1 an:iarnento nd una soluzio.nequn_l<-iru;i, ma si potrà resp1r:wo, almeno fino al giorno rn cui la concor– renzn.non avrà sOSJJinto un"altra \'Olta il capitale nel f1\talogirone del p,-otezioni.smo e<l affrettata la. ca.tast,-orc. ch!(l(:~~f~ d~~::~:· ~~~~H~'O~~:·t~a 1 t~~ ~d;;·i:~'. ~o c_ho sia tale. avr~b~ 1~m'O gio~·atoa. 9nalch~ cos.1. J'liò ò ,·er"O che d11111nu11-:\ la 1msum dei salai'!. Una portm·b..11.iouo ,·i s.11~ì. 1>0rchò tutti i fatii eco– nomici. nnchc I pii, do.sidombili,come una pioggia. Bibltote a G1 B o cli JJ:CU.i d~ nuU li~-c. sogliono l:ucia1-e degli scon- 1(!ntle dei malco11c1. ~fas.11*1>0rlurb..1Ziono passeg– g1era, o il capitnlo stosso !l'inc.,richerà, come ho detto, di l'istnbilh'Ol"equilibrio. i !o:i i~f'f~~~iron usci!sef se inrnce valicasse Ecco: qunnto al non uscire, io non ci credo ar– ft\tio. Il capitnle f1tràtutte lo pili grandi corbellerie e alla fino r,u-:\ quella di fa1'!i nmm/\1'.z.11-e p r le suo 1n-etcse o prct)Otenzolnsopporlnbili, ma non si lasoorà mai morir d'inedia corno un Pomponio Aitico qualunque. Ln ,•tn dell'cster-o potrebbe pren- ~c~t:a11:,~0t ~rr;;'.~~ ~l'~~::~~~t:·a~~: 1 =~· :rndato a pcns:u·o 1f Oo,•erno. Colla minaccia dei due decimi ha c:wnto nl cnpitnlo ogni "ogliadi farodei dispetti e gli ha dotto: « o to stai trnn<p1illo io ho tempo o modo cli ri<lurli nll'obbed1enza. » Il mezzo ò cfOcnce o non ò Il i:iolo, porchè gli ha sog– giunto senza rat'(,tli prcn,IOI' !lato: « per toglìerli poi In tent.1ziono ili contiuuaro c1uclla spoculazione rndcconto o poco 1>:1.lriottica di maudnro a riscuo– tere all"cstc1-o locodolo dei titoli esistenti in Italia, ti av ,·ort o che d'ora innnn1.itutto le cedole saranno p.1g: i.lc q ui in ca'Ja nostm o con moneta 1>..1us.1na. » Ben pen :i.1to. 1>0r gli dei, o meglio ratto! Si direbbe col JH"Oret.1 che il grido della mercede defraudata degli-~pc1-ai ha ferito gli orecchi del Signore degli e-Sel'Clll. e E reste1'0t " arrischia ancom il nostro epu• Ione. - Oh! qu:rnlo all'estero s'accomodi un po·da sò e faccia altrettan to. Del resto la rendita, che è fuori d'JL1lia, nou sorp.us. .1 i settanta milioni, a giudicarne- almeno dalla < 1unntit.~presentata pel cambio deccunalo delle cartelle. 1-; so uon ama di h.morl3pii1. co la mandi pm-e. chè qualcheduno ci s..1ràper comprarla. ln ogul caso l'estero ha fatto sempre buoni 1tffuricon noi o no ha fatti tanti cbe non ci rimcUercbOOmni del suo. Ecco, caro Turati, ciò cito io pcn.so del ramoso ~~~'C:S~/! ~ll~~~r:~' 1 f.1 J)~~ 8 0 l 1~· ~~10,r~,i~1! e::: osato faro il Oo,•erno !J:U':.\ df~atto dai rappresen– tanti della 11a1.lo110, come dicouo ossi; dai manda– tari dolio classi abbienti, come si direbbe meglio e pii1 giustamc1110. La 1·iluttn11za dei ricchi a ontraro noi regno dei cicli e1-:1 1ot..1 molto tempo prima che Oosù la pro– clama..~so ad un \>01>010 oppresso dnlla th-annia dei rarisci o da quel a peggiore dei pubblicani. Ai so– cialisti non r11nn11O so non nttondcro che. dopo la di.struzionodello piaslro bot·bouicho, sia. di\·orato quel poco nltt'Oche ci pog.1 a,•nnz.11'0 di buono. Pili. snpieutomcnteo ch·ilmento essi agirebbero, so si org-.t.nb.zassoro bono o rorto por conquistare J)il1 presto il potere J>Olitico.Pel"Chòallora fareb• be1'0qurilcosa di meglio: condauncrcbboro al rogo a~:~ ;:~:i~o 11 !!~~10~: 1 si d:b,~~ufo 11 ~!\~i~~.f: che il pontonco. so ,·olcsse tener redo ni principi enunciati nell'enciclica Dc quae,uo,&e opt/fcum. do,·robbe nlmeno condannare nll'iodico. LUCIO. Dobbiamo rim:io,·t>o 1m llllro mtmtl'O u,w 1/udio dell'aoc. C. Trtctl 1ull'Alcooll11mo e ca,·i alll·i articoli e ri~po1le da ltm}'JO1womt.1,1e. C, pcnlo11i,io collatio,·atori e ltllori. 1\"011 è i,i ,io,11-0 potere all1mgare il (Q{Jlio. 11~la gion1ata.

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