Critica Sociale - Anno II - n. 14 - 16 luglio 1892

CRITICA SOCIAJ,E 219 dei nostri b._'\nchicri. Perciò ,·cngo al sodo, aner .. tc11docho lo suppongo, elio l'imposta sulla rendita sia deliberata o mcss.'\ dn un governo cs.sonzial– mcntc borghese, e che il metterla sia parso inevi– tabile. Ora. quando si dico che la rcndit.1.andrebbe ;ili fc,:~i ,,e:~:~ t1~ 11 W 1 l~'\MJl~~.~at~ ~ r fufeci~~ di giuoc..11-0 o rubaro imJ>uncmente alla borsa, ma a quelli che la,·011.rnodavnH'O non imricwta nè punto nè poco. E quando si ~iunge cho lo Stato non h-o,·c– l'Obbo {liii un ccn1CSimoa prestito, la minaccia è per 1101 un augurio o ,·orrcmmo che l"augurio non ~ 0 ~ ,~;i~~ :e~n~•~f~~);~~~s.~~i!~:~~~~~~l! tutti gli ust11'fli dol mondo gli abbiamo trovati scm- C::t:1111~~1~<:n~!~~·!:-orn~!1~~~;1~b1i~ii ~i b.~i~~n~:~~ fi:1i:11:, 1 1!"~:~ni 11I~~' : isc~f~i <r ll~Ìtl~~f~i~1~1~fu~~~ o dell'ines1>01·io111.n giovanile, o cinquanta mite su conto nou fanno che mangiare t>rima quello che nv1'0bboro mnnginto dor.o. E cosi è suooo.w>che noi abbiamo un debito con• solidnto di 10 milinl'di o 11011 conto il debito gal– leggiante. i buoni sottonnnli, gli espedienti di te– soreria cho sono in sostanza altrettanti chiodi J)i:tn· fati <1uao là, il debito rorro,•iario, quelli dei comuni o dello JU'O,·incio. o chi pii1 no ha J?ii1 ne metta. Non solo: mn. il peggio è che 1101, non che tor- :::m\~~~i~~i-ig~i~&~J)tn::,t:1~~;:3i!~'::~~r:nc~ per le nostro rorze. cresco sempre, e minaccia di :~:tf~ 1 :o:~a~ra 11 :~,~ia~i':e;! :i::•~h~!o:° 1 i ~ ciall!IU,ma tutto lo J)Orsoneoneste e n~ggenti do- ;J!b~~~~1~i":hi~rn. in'd~~i~on;li i·:;:~t~~fi\it~ pili presto saran chiusi o pili rorte. e s.1rà meglio })Cl' lutti. :\la il nosl1'0 auutotatore non si arrende. Egli dico: con questo po' po" d'imposta sulla rendita una gran parto cl olla 1·1cche1.1..a Jlubblica sa1-ebbo distrutta. L'obbim:iouo paro gravo o non ò. Perchò, ra~ dnmo n intoJHlorci, io uon ho potuto mai capire corno o per qunl mlr~1colo singol:u'O un debito, o por giuntn colossale, si abbin n chinmnro ricchezza. Ogni giorno si sento a tlh'O, che non so no può più o cho sarebbe gran ,•cntm·a so potessimo allcggc– riro il J>C.~1nto fardello; o iutnnto, so accenniamo a farlo dunoro. ecco elio si gi-ida subito alla rovina. Che rnol dir ciò! o porchè questa contraddizione? Il renomcno è curioso o merita di esscl'O studiato. Facciamo un esempio. la ~f!~ ~~i':~f~1~i.cop,:_~ i 1~~ 1 :~u~ 1 ~1l!u~~iJ ~~ ,n-euto interessi distinti od o~posti a quelli del pro• ~~1~!at:~~f.~ ddinail~~ :ic~1 l~l~h:ft~n~on\~ !':litro. Questo milioncino potreste impiegarlo in mille modi od nncho 1m111gmn·eno un pc7.1.etto al ~iorno. hn•oco ,·oi 1>rc(o1ite di prestarlo allo Stato, il quale so no ser,·e, o por allungare una rcrro,·ia clet101-alc, o 1>0rcoslrutro nuo,·i rucili di calibro sempre pii1 impicciolito, il che rncc,•a dire a un capitano di moltospiritocho l"ide.1l0 del rucile.negli CS(H'Cifiodierni, ò ullt\ c.111na sonz., pertugio. Mn poniamo puro cho ,,uesto coso sieno utili. giacchò l'utilit..'\ è sompro rolatirn; il ratto econo– mico in ogni cnso s.,1-;\ quosto: unn ricchezza si è trasformo.tain un'nlh-a, il milione in due chilometri di strada rerratn o in 20 mila nrmi dn ruoco. E tutto do,,robbo finir qui. Invece che cos.1. succedo? Succedo che acc:rnto n questa ricchcu.a nuo,•n, in cui la ,•occhin si è tras• ronnatn. nd c,clunoo r:antauvto delle claut ab– bienti, la ricc.hcun ,,occhia sus.,iste sempre, ma si f:n=~s!T:sà~~~~~:~:~:• :!!~:!°:J~J1~ Jr7e\fe di rendita. Quasi tutto l'edificio del credito odierno è co– struito su quo.sta OOSO ra1sa. che n molti economisti ingenui è 1>ars.1 quasi miracolosa cd hn ratto cre– dere ad una croaziono della ricche1.1..1 cx ntM«>, come nel 1':lcconlo biblico si dico cho il Signore lddio abbia ratto del mondo. La ,•e1ità è che non aumenta la ricchou.a, ma numonL,no i succintoi a favore dei pochi e I\ dnnno dei rimanenti. e ~ 1 ~~!:~\~b~-\~oc~. 1 ~!: 1 1\io•~•~g \~Ol~ ~~'O ~~tbn~!: l'csc1'Cilo,Il\ polizia, In t111 "0Cl':t1 .in, cio ò i mezzi per arricchirsi scmJU'O pii1 e i mo1.zl por difendersi, e non li \'Ogliou pngnro. Che ci vem to dunque n con– tai-e di distru;:ionodelln ricche1.1.a pubblicn.,quando, o por nocossit.-\ di cose, o 1>01' J)l'Oposito deliberato, rovina un po1.zodi questo castello di e.irta? Cosi non si attenta né nl capitale Industriale né a quello agrario, commorcinle o (cl'T'O\'Ìnrio. Noi non ra~ ciamo so non quello che :wete ratto ,•oi, quando :~-~~ ;u~i11~ 0 1~~:a~~~~-i~0 dr'~t~ 1 rou':.~1i,n~;i1i signore imponovn ai vas.s.-.111, 'luando non prereriva di tnglicggiarli corno nomic1, spiotntamcnte. i-: chiaro? _ lo_ cap~ cho . ,·oi.. car:i frat_i ~udenti. ,•odondo dunmull"O 1 ,·ostri ngt o 111arichrs1 In (onte diloltosa dei piaoo1i, gridinto come aquile :i cui nbbian ra• pilo i Ogli. :\la stato bonl o r:'lgioniamo. Lo Stato, ho supposto, hn bisogno di un centinaio di milioni e pii1. So 11011 li J)l'Cndo di\ ,•ol, Il dc,•o prendere da altri. Nell'un caso o noll'nltro si hn dunquo un 1>relovamonto dnlln riccheua nru:ionale, come con discuUbilu ouromlsmo ruron chiamato le tasso in un discorso delln Corona. Bono: immaginiamo elio li J)l'Onda ,1n nltri. cioè dai più Po\'Ori,con una tassa 1\ larga baso, <1uclla del mnc111nto. Qunlo ne sm•i\ la consoguonza f Quo- ~~z:o s~:~on l~~~~~'O ni1\~~~1 :~~'.i'. 0 :o 11 ~ui~;nei~~ :~~ mento nella misura doi snlnrì, unn dimin111.ione noi profitH•o in molto ))."\l'tl la crisi addirittura. li bel guadagno cho si (al'Obbo! Ma ""ha di pii1. Voi tutli i s:mti giorni ,•i la– gnate che J"indush'ia è dcpl'oss.1, il commel'cio sta– gnante o l'a gricol tura non 1imunerath•n. Ebbe.ne, a\"ele mni J) C.ns. ,to dn quali cause potO\·a tra1·ro ~l'~~n 1 ~~ \'t? n~!f 1 1~ 1 ~\/'t1iT La causa è una, In lt.1lin il d enaro costa caro, o costa caro per la concorrc.nz. , rormidnbilo che ,·i ra lo SL,to. Colla re ndi t.1 n.l 4.3 1 por ogni 100 liro nominali, come polcte i;porat'C d, troor ft:Jalhini nl 2 o al 3 •, chè non maggi01'0 donobbe essere il s.1si,io dei'. l'interesse.. pe1•chò l'industria potesso fiorire 1 JI capilale inn~~o la sruggc. qua.udo non la disprezza. e quel poco cho ,•i ~111 ,·olgo vi arri\·a p1onodi dubbi. nnnato di mille proteso. Di qui quel sistema d1 p1'0lc1.ione che, sorto col– rcstcndersi dell'industrin, si ò venuto mnn mano aumentando od acuendo dal contagio degli nitri st.,ti. o tien su ~r (01·1 .. '\ di puntelli la ramosa baracc.1, cnh'O cm il capitalo distilla i suoi preJ>n· rati sollo rormo. d'iutorosst, di dil'idondi, di usure e ,•ia dicendo.

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