Critica Sociale - Anno II - n. 7 - 1 aprile 1892
I()() CRITICA SOCIALE dall'c1>0ea pl'Olo.:oica all'a11tropo..:oica; l'albero genea– logico dell'organizzazione animale, in cima al quale s1a ruomo; l'ontogenesi umana dalla cellula ovo alla forma com1>lota; l'esperienza fisiologicaflnalmcntc, che richiami nella ccrehia dei fatti naturali lo funzioni organiche, C0llll)r0S0 lo pili c!C\'ato della J)Sicl10. Con questo indirizzo soltanto lo scicmrn naturali pos– sono insegnare quale rcalmonto sia il posto dell'uomo nella natura, quale la suo.origino, quali i suoi diritti; (1m,lola via da seguirsi per prescn 1 aro Ja specie dalla decadenza o dalla distruzione nello lotte futuro ed as– segnarlo im·oee un a,•veniro di grandezza o di prospo– ritù. Con questo indirizzo soltanto la scienza insegna anche ai gìo,·ani ad amaro la vir1ll, una l'lrtù che non nbbia per incitamento .o per iscopo il retido egoismo in questa cd in un'altra ipotetica vita, ma cho consista. nel conoscero e nel possodoro quella somma di carat– teri alti o buoni, di caralteri utili noi senso scientiftco, coi quali si combatto o si ,•inco noll'interesse della SJ)ecie. Ma una sociefa cho ha por baso la ,•iolenza ed il pri– vilegio non può elio impo.uri~i alla. luce benefica dì r1ucs1inuovi orizzonti, non può non comprendere che, eliminata dal mondo la runcsta larva. di Dio - questa integrazione delle delusioni, dello ignoranze o dello in– giusli1.io umano - smetterà ruomo di guardare il ciclo dimenticando la terra, e quaggiù sulla terra rec.ltLmerà. con serena rermezza il proprio l>OSto, In propria parte, il rrutto del proprio lavoro. Bi flui la mal celo.ta difildcnza che destano in chi sta in 'lttrllcho modo in alto lo scicnzo naturali, di qui lo mcschluo ed immorali misuro con cui, mancando il co– raggio per scomunicarlo alla manicrn dei proti, si tenia di scoma1'1IC o di distruggerne gli effetti nella viiil pri. ,,ata o specialmente nella ,•ita socinle. J.: l'ra lo meschine ed immorali misuro vogliono cssero ricordnto le lanate pcrsecm.ionl dello autorità ,·e~o f1uei 11roressoriche nella scuola insegnano la ,·erità o non il gesuitismo, che ho.nno In lealfa o il coraggio di comunicare, sia puro in rorma olomonlnre, ai loro sco– lari tutto il pensiero scicntiOco moderno, senza vili preoccupazioni intorno al\' influenza cho lo dottrine s<'fcntillcho possono csercila1•0 nello s,•iluppo della mento doi giovani. · lo, che ho insegnato per pal'ecchi nnni lo scienze na– tur'3li nella. scuola normalo remminile o nel liceo di una dello 11H1 libero o collo città d'Italia, posso dire in 11roposito((Ualche cosa. Posso dire che, mentre da una parto mi incoraggia,·a nel difficile compito la simpatia o, diroi ,,uasi, il rcr,·ore con cui, in entrambo lo scuole, si a.scollavnno le mio lezioni, dall'altm mi amnreggia– ,·ano lo continuo insidio con cui si tontavn di impe– dirmi l'ndempimento del mio tlo,·oro. Non parlerò dei rulmini del 11ergamo,non dogli ammonimenti, sempre intlirotti, scendenti dnll'alto, non delle negate p1-omo– zloni, non dei minacciati traslochi, non di tanto altro coso mollo signiOcalivo. Ma ,,ogllo 1>eròdire cho com– mendatori atei mi accusarono in pieno Consiglio pro– ,•incinlo di J>Crvertiro il senso mornlo della gio,·enH1, cho prcretti liberali ordinarono 1,erciò inchieste, che 1>1-0,·veditori onesti reccro sequestro.re i sunti dello mio lezioni e li soltOJ)Oseroad un regolare consiglio di in– quisizione. Poi mi ammonh-ono amorosamente: che io oro mal consigliato, che raco,,o il malo dello mie sco– lar-e, le quali, domani, maestro in un comune, sarcbbe1-o Bib 1otecc.1 Giro B1arcc stato licenziate so non a,·cssero adempiuto ai loro ob– blighi religiosi. Proreti invero quei dolcissimi padri, porocctu\ più d'una delle mio disgraziato scolaro m'abbia inrormnto dell'alta portata ci,•ilo o della tolleranza dei Municipi Italiani. S'ò sentito diro quo.lcho mese rt1. in Parlamento, che il miglior mozzo per combattere le monacazioni ò quello tli numcnlaro il bilancio della ))Ubbllca Istruzione. E sta bene, lo dico cho ce n'ò nncho un altro, consegui– bile col bilancio attuale, ed ò quello di ris))oUaro In. scion1.a negli uomini modesti che, muniti di titoli seri, sono chiamali ad insegnarla; di non obbligare i b,alan– tuomini, minacciandoli nel pano, a. dh•ontaro gesuiti; di non col11irlicon mortificazioni morali bon peggiori di quello cbo uno stipendio irrisorio infliggo alla loro vita materiale. Lasciate passare la ,·erilà; a\'Vczzato,•i por tempo alla sua luce, altrimenti, crescendo sempre, vi abbar– baglierà, ,,1 accecherà, ed allora guai ti l'Oi, o vaganti nel buio! 1-: ci san\ nncho un alll'o piccolo vantaggio, quello cioò che in un J>aesoche passa pel J)iù libero del mondo ci sia di folto almeno una. liberfa: la libertà. di volga– rizzare quel vero che la scienza con tanti sacriftci scopre o com1uista. U11fu09ia1co dalla called,-a. IL CODICE DEIDOillINATORI < 1 i I llifolti sociali della nosfra lcgisl:u:ionc, secondo il JJl'Of. Salvioli, hanno la l01-0 1•igino nel principio puramcnto negativo. posto a basodol nostt-odir·itto, di lascfru-c cho gfintc1-c.ssi opposti si incontrino o così i JliÌI fo1•fi Yincano. Questa IU'Otcziono acoo1,lala all'ind1viduo, inclipcndcntcmcnlo dal In socict:\ in cui ,•h•oo dalla <1ualo tutto 1u•crndo sc1m\ darlo alcun compenso, ha proclottouna seg1-cg:udono antisociale, )H'OtCS'b-endouna classe a danno flcll'alti-a. Con.so– gucn1.. '\ del resto logie..'\ clelrapplicaziono lctlcralo del dil'ilto rom:rno - dallo Jhcl'ing definito il si– stema dell'cootsmo dlsctpum,to - che era sorto !~I;:i~-0::ri:~ 0 ~~ud~"~?l~ai::c~·~~ l~~a ~:~.t\ ogoistica o disciplinata, in cui si badava pili all"ap– pfica1.io110 matematica dei principi anz1chò allo l1rnscgucu1.o elio 11oi rappo1•fl sociali no polo,•ano dci·ivaro. I nosfri giut'OCOnsulti - tra.s1)()1•tanclo quel diritto nella nostra legislazione e dimenticando la sua ori– gino - s ono spc.s so "enuli meno ad ogni senti– mento di giusti1.ia: cosi il principio cho tutti sono eguali davanti all a leggo ò la n~L1.io110 di ogni eguaglianza, <1uanclo lo si ap\)lica m modo eguale fra (>Cl'SOno disuguali. Difatti o classi l>0,·c1-o, ignare di <hritto. p1·h•o dei mezzi noooss.,r1 !>Cl' .seguii-o una procedura disJ>endiosa, o sono esposto agli a.s• salii d':wvocati abilissimi elio lrovemnno cavilli 1>er fal'lo cond:urna1-c, o dovonorinunciare allo loro ))l'O· !~:· t~l~~"d\ 1i~~1~,a c!~f,~• ~•g~~t:i ~:.~~~i ~:g,':3~n~ laddove lo piccolo \'i si impigliano. · li dil'ilto nostro, pertanto, so.-to in b.'\Sc alla JH'O· prietA fondia1·ia, anzichò in b.'\SOalla 1>C1-sonalità umana. non tenne alcun conto del lavoro, vc,·a sor- ~~1~u~i~•i•;:t:13t::v:,!i d~i:\\~•~1a 1 ~~~.d1i3~ì~io'ii :!:o;~i1~ 1 ~~~~i~~ 1 ~~/1~!!:,~~~~1! 1 ~ l r~;it!f1~<'lc:~ (1) S.u.,·rou: I dl/tttl dd Codlu clrUe In rd,ulone alle cla11t 11011 t1til,lt11tl e oPtrak - Palermo, tip. Statulo, 1891.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy