Critica Sociale - Anno II - n. 4 - 16 febbraio 1892
52 CRITICA SOCIALE violento la,·01·0,non pm• del parassita, ma de' suoi sgherri e faccendieri e delle stesse sue Yitlimc; ma ò « lavoro » cotesto, a cui il linguaggio degli onesti suol dare altro nome. E dove poi, commentando il quadro, Ella 110 1·i– manc ammimto; e pur consentendo che « nessuna ·veduta si J)ttò SJ)ieoareall'occhio w;uow più bella di questa», tuttavia solleva dei dubb'ì, se essa non sia « troppo bella » e se il passaggio, <!all'oggi al• l'allora, non debba essere troppo doloroso, e 1-eci– samente mi chiede se mi sembri che « si possa 1>0rco1·1-erlo alh·imenti che attraverso una 1•ivolu– zione sanguinosa, quella l'lvoluzione - ò sempr-e Lei che scrivo - ch'Ella non ,,uolc e che il pro– cu1·ato1·0del 1'0 non ha :wvcrtito. ch'Ella non ~ 0 !~~~0 di p~,-t~:.~i ~~~-~~~~~m:~r:~i1 1 •i11i~ner~:~ agli occhi ciel p1-ocurato1-cdel 1-e,ch'io non mi sento avere, noi subbiotto tema, alcun determinato volere. Io non mi son Serse che percuote l'Oceano, o 1rn fuegiano che supplichi o che imprechi al fe– ticcio; e stimo altrettanto stolto, quanto costoro, chi dica di « ,·olcre » una ri"oluzione sanguinosa e chi p1·ctendacli« non vole1•la. :t. Tuttalpiù, a tempo molto 1>0rso,guardandomi bono addietro e poi d'attorno e davanti, potrò formulai-e taluna molto vaga ]>l''(Wi• sione in p1-oposito; ma Ella e la prudenza m'inse– gmrno che, su quc5;to tcrr-cnodelle lontane profezie cli dettaglio, non si va mai cauti e peri_!osi abba• stanza. . .. 01· se, duuquo, da cotesto e da alh'O,scerncsi nel <111ad1'0 verista un po' di « m,rniera » e di platonico t~~!?ff~~1 1 ; 1 iJ ~~~ i~•~~~!i21~ 1 :c~·ocl~e t~: 16 no~h~lo~~f,.~ pa1-ercalunnioso. ~fa ecco ch'Ella lo rovescia d'un colpo; e, addi– tandoci il t·u,·ido tmliccio che 5:;fa dietro alla tela o la so1·1·eg~e, ci dichiara che« il pii1 bello dei quadl'i » nou e piu un quadro bello: e che wlo poh-ebbc ,·ivcrd e alita1·vi l'uomo che fosse « :,enza gelosia, senza invidia, senza egoismo». « E l'uomo - 1>rosoguo- cosi spogliato di tuilì gli istinli cho dico\'O dianzi o cho lo portano in giii, è spo– gliato insieme di tutti gli istinti, che vi si contrappon– gono, o per niltura o per abitudine, o cho lo pol'tano ~/:s~\'·:-.~!~~~\r 1 b~f1fòr~~b~:'\it~l\t~a~~éi~~tii 1 :r o~:!::: 1·cbbc.Nessuno stimolo di gloria, nessun incenth•o di utilifa all'ingegno L'arto si S))ognercbbc, Crodo, ,·i !-i itn))cdirebbc alltl donim di amaro piil l'uno che l'allro. Persino la bellezza non .i.it1'1uTcbboJ>iì1uno sguardo che l'altro. Meglio l'ansia lici contrasti presenti, che hl sieul'ezza SUJJJ>os1a di cotesta quietudine avvenire. Mc• glio, questa terra cosi com'ò futta, a colli, a monti, ,~ valli, a bm·roni, clic la pianura immensa, indistinta, ~~:1~ c:1 1 ~t~1il'ri·~~~: 0 in~~~f~t1u:::~.efi~l~!l~: 1 z~n~~-ò J~i7:t bene, e si \'UOle,altrcsi d'ogni male; che non tm'cgu"· ;.;-lianzaalla c1ualonon ar1·h•eremmo,se non discendendo tutti e agguagliandoci al suolo. » i~ ben questo - p1·ecisamenle questo - che Ella ha scritto, Sìgno1•0?Non ho io mutato o 11-alasciato alcunchò? - Perocchò 11011 sa!'.\ facile ai lettod c1·cderc. senza ciò, ch'Ella abbia sc1·ittoe lo une coso o le :liti-e, ww conletctu~ quasi iu una pagina stessa. 1-io,so 11011 fosse <p1ellafo1·zacc1·e1>ralo d'ine1·zia che la mocle1·napsicologia fisiologica ha cosi bone illustmta e che consente a tutto un mondo fossile di J>0rmaner-oin uno stesso cervello, negli strati profondi, insieme alle vegetazioni più recenti e più tresche; se non IOsse quell'inllus8o. s,,iscerato da B blioteca G no Bianco Spencer, dell'abitudine mentale e del p1·cgiudizio di classe; se insomma non dicesse Ella stessa, con· fessiono non chiesta, che « la logica, tutti sanno, non è d'obbligo 1>er gli scrittori:.; in\'ano si tonto- 1·cbbc di J>enetra.recome riesca fattibile, ad un colto e veggente scrittore, argomentare così: che le pro– porzionate retribuzioni torrobbero ogni stimolo al– l'opcr·are; che la gelosia, l'invidia o l'egoismo, doti r.:r~1~n~eri1,\~Sl~l:~~lie,J)n! 11 ~ie 0 :t SOtg.:~i':~b!~r i:a:~ dei meno. e non ralleg,·ercbbersi nell'animo dei pili di andare escnli ,lal sopruso altrui; che, scornando il vizio, scema, 110ngià si afforza, la ,·i1·ti1 ; che, dove ò speZ7..ata l'oppressione, o dh·elto il p1m:lssi– tismo, e dato llanc a tutti gli stomaci, esercizio adeguato a tuth gli ingegni, f'iposo e gioia a tutti i cuoi>i,o l'umanità non ò più servwn vecus ma cons <w1.io di liberi, indi fug1;tela glo1·ia, h·i inari– disce rin~cgno e spegnesi Iarte; cho, ove la donna non e piu prostituta o scr,,ente, gingillo o carne da macchina, venduta sempre, ivi cessano la bel– lezza e l'amore. E che, infine, tutto questo paradiso ter,-osh-e del lavo1-oonesto che regna, della vio– lenza che cede, della viltà che tmmont..1,del libe1'0 conflitto di tutte lo energie della vita nella loro immensa e non pili conculcata variot.\ - tutto ciò non ò altro che l'eguaglianza piatt.1, il vuoto, il deserto! Ma beato il socialismo, quando i suoi più accot·ti avversarì son 1·idoitia trincerarsi in questa - cosi bisantina.di fronteall'incalzaredei fati; cosìa1·bitraria di fronte alla virtll di impensati adattamenti ondo è 1·icco il plasma sociale - questione del mef1lto o del peggio dello stato t1Henil'C; o onoro a Lei che, 1n11· fa11tasia11do su cotesto a,•venirc col triste scct• ticismo di chi molto ha vissuto, J>m·e11011 si ristà. dal proclamaro: « legittimo tentare colla pc1-sm\- 1i~~1:a{lt,1\:1~1~ti,!;;1l1:~,i~~i:t\~!e~i~eLad1~1•(.~:~1~;;~ il modo cli pervenirvi; e - come il G1·af }>et' un "erro, cosi Lei pe1· un alh'O - vorrebbe che il parto si facesse senza stl'illi o senza dolore. Or è questo, }Xli'l'appunto, che mi sugge1·iva il titolo. forse troppo largo, che ho imposto a questa mia ropli~1; pcrchè uu cosi gentile e pio clcsulorio discouosco i cai·attel'i vel'i o il non volontat-io, ma fatalo, andamento della lotta di classe, dominatl'ice antica della storia; e JXl1'Ò mi pa1·fuori alllltto della storia o della 1-ealt:1, Ma, a costo di 1>.iss.u• pet· 1>0daute,cite1·ò ancor;\ lo squarcio che segue all'ultimo trascritto pili sop,~1: « Pure, Ellil qui ha l'agionc. So il contrasto de,·e du• raro - e durcra, poichò gli interessi di clii possiede, e dà. lavoro possono dilllcilmenie o semJH'O essere identici con <1uellidi chi non possiede e chiedo Ja,·01'0- se. dico, de,•e durare, dc,,ono i primi e i secondi tu·marsi a difesa. La. Ioga.di l'OSistcnza, ch'Ella consiglia agli 01>eraimeta.llurgici di Milano, non ò illegittima. Il pro– fitto dei J>adl'onio il salario dell'operaio non hanno una mism'a certa. e coshinte: de,,ono cercarla sem))ro e in confronto l'uno dell'altro. So gli operai non hanno modo di elevare il loro salario più alto che ponno, è nella natura. dolio cose umane che i padrom ))l'OCUl'ino di abbassarlo più che possouo. Adunque, si confederino gli uni come si confederano gli altri. Molti fenomeni indusfria\i ed economici lmnno creato questa clO))))ia necessità trisic. Ma, so legho avverso si dol'ono li.\rc, non manchi nò all'una nè all'altra. il sentimento della ine,,itahilità. continua dell'accordo. Si ordinino le une e lo altro a difesa, non ad offesa; o colla persuasione, che pur troppo non 1>arcla sua, che nò di padroni nè di O))erai può fare a meno il mondo, nò la felicità si proporziona al denaro, nò quelli soli son prh•i di soprac• capi e questi soli ne 1lbbondano,e la ,·ita, o in su o in
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