Critica sociale - Anno II - n. 3 - 1 febbraio 1892
B 40 CRITICA SOCIALE )la la musica della storia non è nrle e, !Ul te..i.tro della ,•ita 1 '0.1le.la plat.o.1, l'11trio, il lubbione stesso invru:lonoc:unerinoe palcoscenico.Non potete appar– tAr,•i nel diSCl'Cto prosce.nio dei e desideri pietosi>. O dovete l'iJludin.ro lo spettacolo, o lo spettacolo e quello; o, insieme cr:>lloorocchie e cogli occhi. ,,i bisogntmo o In voce cd i gomili. tntendinmoci bene. 1>rorcssore. Non i> che noi si rnccin l'apologia del ,•itupcrio come lìne a sè stes.50. J-:ccita1-c. arti!lciahnento o di proposito, uno sledlo odio, \'uoto di volont.ì o di pensiero, fra classe e classe, fra uomo o uomo; porre a repentaglio, prima dei tragici momenti che la storia designa. quella per c1uantoipocrita lar,•ndi pubblicap.'lCO che con– sento ai conculcati di affmtcllar:-1i o di armarsi a prcparn1.iono dello vero battaglio; disviare, a rnno slOgo di puerili impulsivitf1. in gimndolo o 1·az1.i di contmnolic, il fuoco o lo fo1·zoelio dovon essei-e alimentato o scl'l.).'\to J)CI' la lotla sevom; tutto ciò (vi ha egli bisogno di dil•lo?) part'Cbbo a noi,come a \'oi. 11011 di1'Cmo ini<1uità. ma iltolte1.1,.'\, 'rutto quello cho è inutile, occessh·o, ,•illnno o sguaiato ci h'C>,·cr:\a cleplor:wlo con \'oi. Soltanto, tutt'al 1>iù in nome di <1uellae<1uanimil:\a cui Yoi f:ttc appello. S.'\remo meno fìe1•inel oontfann:u·lo. Percl1è il ,·oslt'C> prineipalo argomento, quello che voi avolo dislinto col nume!'() p1·imo, ma che si in– sinua in 1'Caltà,come ordito, sotto tutti i paragrafi della lettera vostra, non è cho un circolo ,·izioso; è un'1u-mo a dOJ)J>io Liglio cho ferisco il pugno che la prende. La massima celebro: e tout com,p,·cndre c'est tout pantonner • o giustifica, comprendendola, nuche la riottosit..\ dol ribelle chC' non vuole e non può pcrdon:u"O; o si risoh•o In una forma di logica che rinnega e distruggo In ,•ita. L .. '\ l'ila è intessuta di azioni cdi reazioni: <1uindi di :unot'O o di odio. e VolOl'Cscn1.nodiare•; rnlcre, sc111 .. . odio, sopprimere la 1>1'Cpotcn1,.'\, 1·tmooere (è la Jh'\l'C>la vostra o l'avolo sottolineala Voi) una ch,s.,;oeho, per cioco istinto di consorvnzionc e 1>01· la ratnlo sonnolon1.a momlo ondo la dito inferma, pur atrroHnndo InJU'C>pria c.'UluU\, intendo n toglic1-c il 1-cs1>iro ad ogni nuorn o gcnc1'C>S.'\ 01101-gia - ,·tr le1'0 insom1na 11ccidc1'0 alh-ui w.n1 .. 1.condannarlo - condannarlo senza binsimo - binsimarlo SCnL'\irn - è un IH'C>()OSito che polt~, rol'sO formarsi, acca• demicnmentc, fra l'una o l'nltm w,.n di cen·ogia, nell'idillio rumoso d'unn birmrin di i'\orimberga., la città dei soldatini di stagno i mn non può c.sscro sentito in Germania, do,•o lo leggi occc1.ionali contro il llOpolo :-cocinlislahnnno suscitnt.1. per dieci anni hl più accanita dello guerl'O o delle dircso; non può OSSCl'O scnlita dalla 1>ugnnooumanih\ progressiva.. Volete Voi dunque. col pt'Otcsto del galateo, mu– taro i combattenti in C.'\t'neflcicho e esegui.scono > il 101'()p1~imo se111.aamo1-e nè odio? No, Voi volete soltanto sopprimor'O l'ingiuria. Essa è un'at·me ·ootgarc e vo11'0SlOquindi lasciarla alla l.lorghosia. Il YOSh'C> si direbbe il punto di vista d'un JU'Otol'Ourbano - e irn•oco è <1uello d'un artista e d'un p1'C>fcsso1'0. Cr'Cdoto faro della mornle so- cinlc - o f,,to in\'Ccc dcll"cstelica sc.n1 ..1. an·ede1•– vene. Pens..1.toforse ai ca,•nlicri del modioe,·o, cor– tesi (nei J)()Cmi)anche sotto l'usbergo nella fiera tenzone. E obliate che mutato è il socolo e i poemi son chiusi. Mn r,oichò in \'oi, nell'artista e nel p1'C>rcssorc, 1>-1lpitnnpur sempre il combaltonto e l'uomo; cc– co,•i, J)1'C>rcssore, alla J>l'()\'a.Yoi dite: sono opp1·es– s01·t o sono spogllato,-t; e p1-creriscono sL'\t'O cogli oppresso,-, e cogli t}J(}(Jliatorl o1'C> compagni. - P•Jr-chè dunquo dito tutto ciò? Vi lusingate che essi non scnlnno in questo il 1>H1crudelo ,•itupe1io? Traducetelo in lingua po,·cra: che alll'C>dice, nelle sue irruenze, In plebe? Ma Voi, lotlerato e mosoro, non ,•i contentate; Voi siete, come tutti i giusti, spietato. R la attenuante cho porgete all'oggetto della ,•ostl'l\ ingiul'ia, ;,, in– giu1·ia IIUO\'no pili sanguinosa. Sono tali. dito, più che altro 1)01· (lftlJlJenaootne: la 101'0 sonnolenza ,u spirito. In 101-0 ollusilà giungo alrnssurdo. Non C('l11ccdoto <tufi.Si 101'() neppure 111. coscie111 .. '\ ,!ella mala p.'\rto cho ranno. Ebbene: CJ'O (lc.te \" oi che essi no sar-anno contenti? Egli (.,, ))l'C>(CSS01'0. cho alll'() è la scrcnit.:\ di un concelfo prcdic-afo dalla cnlfod1~, nitra cos.1. ò J'as1>ra lotta e snnguinosn nella qunlo si ordisco la storia. Tutto ciò che nella vit.1. è lotta, nel conflitto delle coscicn1.o momli direnta :unoro o dh·enta odio. L'amoro son1.a l'odio potrole scrtvc,·lo in un trat– tato di psicologia galluppinna, non lo lr'C>\'01'Cle mni nella vita; non potrete tro,•nrlo. Porchè In ,·itn è realtà, non :1..sh-aziono;o la J>.'USiononnturalmente O bifr'C>ntc. SO sop1wimctc la p.'\SSionc,para.liu .. ,te l'azione e ah'C >fì1.z.1.tc la coscien1 .. 1 morale. Voi dato gambe e lingua e braccia a una mora. e idea. , por voler c.1.,•alc.1rta,e non sentite che, o no rate un mostro, o ric.uc.1.to nell'uomo o uci giudi1.ì e negli sdegni suoi. Voi poncto fra e l'ingiuria• o « il ,,oro» una antinomia cho ò firnlastica. li «\'Oro• è e ingiuria• qunnflo denunzio. coso l'ituporc,•oli cho np1>arlcngono alla sforn del volere morale. Ingiuria rrcddn o ro– vente, i1'0nia o snrcasmo, comp.'\.S.!liono abominio - questioni di misura o di stilo. Il medico s.1picnte non im·ci.sco conii'() il malato o In mnlattfa, perch'ei non sono ,•olontarì o coscienti: cosi i successori di Sci~ hanno smosso. dopo lo tempeste, di rustig:u"O roceano. Ma il modico sapiente im•oi.scc contro chi o produca In. malattia o no indugi e no nttmrnrsi la cura. Pochi uomini t1'0,•nto JJiiJsc,•eri e molesti dei sapienti chirurghi. La logge, la vita, il linguaggio, g1i alti, il pen– sic1'C> stesso dell'oppressore: ceco In ingiurin prima e pili sostanziale. Presumete abolire il vituporio da una 1>-1.rtc soltanto? F'u già dotto (ed ora. fuor di luogo) quando tratta,•asi di togliere Inpenn di morte; ma bene, a miglior JU'C>posito, può ridirlo l'oppresso degli olfraggi o dolio sevizio che lo fan spasimare: « comincino ossi, n smettere! Perchò s'ha da co– mincin,· JU'C>p1io noi? , Amor di sè, dc' suoi, odio della classe soggetta,
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