Critica Sociale - Anno I - n. 16 - 10 novembre 1891
CRITICA SOCIALE luoghi e di corti tempi, e anche alle idee scienti– fiche appreso nella scuola, dai lib1·i, dalle convo1·– sazioni coi dotti: non cosi rolatirn.mcntc alle stesso concezioni fondamentali del pensiero nostro attuale, espresse noi linguaggio comune, come ò verame11te. Per non pa1fare della destl'czza del maneggio dello mentalità, che pul'e è essenzialissima nel costituire la speciali!..\della psiche colla, o si acquista preci– samente coll'cse,·cizio, determinato anch'esso per suggestione, dalla convivenza coi coevi. Le conco– ;doni fondamentali predette, ognuno le trova già in sò all'eUi. della l'iflcssione, pronto, spontanee, fami– gliari, consentaneo fra loro e nello applicazioni ai casi particol:wi di ogni momcnto 1 e come so sor– gessero dalla vi,·tù proclutfricc dolio stesso sforzo della altivit.il indi,·idua1e; por cui si ritengono una vera creazione dal nu11a di essa 'attidtà, ov,·e1-odi ciò che si usa chiama,-c il senso com.une. Univer– sale, si può dire, ò ·_1acredenza, cho ogni uomo, solo pel fatto di essere nato tale, sia fornito di questo senso comune, al quale debba attribuirsi la genesi delle concezioni fondamentali in discorso, sicch0 ognuno, pc,· le proprie, ne sia autore unico e diretto E tuUaYia ò indubitabile, che tali concezioni di pendano, nou da questo supposto senso comune, ma dalla suggestiono altrui. Lo dimostrano sopl'atutto, scn1.apossibilità di contestazione, 1a stol'ia e la scienza comparata del linguaggio, la storia e la scienza comparata. della culh11•a. I linguaggi primitl\·i, corno apparisce pure da quelli, che anche ora non oltrepassano nello svol– gimento 101·0ancor troppo impe1•fctto i gradi i11fc- 1·ioridella umana loquela, non solo uon contene,·ano quegli astralti multiformi o frequentissimi, cho fanno testimonianza nelle popolazioni civili dello 101·0idee più clabomte, ma non esprimevano nem– meno quelle formo e quei rapporti logici più co– muni del pensiero, che sono mppresentati dalla distinzione dolle~parole in quelle, che si chiamano lo parti grammaticali del discorso·. 1:: notorio i1 lamento comune elci missionari 1>01·l'ostacolo su– premo da loro incontrato per insegnare gli cle– menti pili semplici del catechismo allo genti selYaggo ne11amancanza assoluta dei termini, che li indichino in qualche modo, o che dimostra l'assenza pur nel pensiero dello idee corrispondenti. Certe idee ora comunissime, e che si ritengono un prodotto spontaneo immediato della riflessione i,ndividualo di ogni pensante, come, ad esempio, quelle della materia e dell'anima, la storia· della scienza ci sa dil'o quando e corno originarono, e da quali fol'mo pl'eccdenti ,·cnnero a poco a poco e per modific.'lZioni successivo fol'mandosi: e si che i pensanti abbiano dovuto concepirle diversamente nelle varie epoche della e,·oluziono suddetta, se– condo che vi venivano dirfe1·ontemente suggestio– nate. E come poi le stesso idee nella civiltà occi– dentale non riuscirono identiche a quello analoghe delle civilfa orientali, f.>01·chò qui non ne fu identica la evoluzione. Ho detto, certo idee; ma veramente doVC\TO dire tutti gli astratti più 018vati, noi quali si in•qùadra il pensiero di oggi, come quelli di tempo, clispazio, di forma, di causa, e via discorrendo, che si matu– mt-0110nella l01·0forma attualo per una lentissima o lunghissima scrio di mutazioni da una fo1•ma prima,~dirò cosi, embrionale: pc1· una serie at.to – sta.ta ancor oggi da quello formo pili arroti-ate o rozze, che resta110 tuttavia, in mezzo agli stessi popoli civili, nel pensiero dello classi mono istruite. 6. Non c'ò dubbio. Le ideo sullo ftuali, senza nessun sospetto di dubbio, con piena ingcnuit:\ cli fede, lavorano il matematico, il fisico, il naturalista, il sociologo, il moralista, il letterato, o insomma ogni pensante, e dello quali si c1·odo, che ognuno sia autol'o a sò st-ossoper la vfrtù del p1·oprio senso comune, sono invece suggostiramonte indotte nella mente dalla societ.\, in cui o pe1· cui si svolge la at.tivit,'.lcogitativa. E come dicemmo al principio, delle stesse ideo alcune sono vere e verificabili sempre da chi lo ha dagli altri acquistate; alcuno non sono che pregiu– dizi, la falsità dei quali può cssc1•0quando che sia dimostrata; alcuno infine sono ancora concepimenti vaghi, impc1-fcUi o non in tutto vc1·i, e destinati a 1>1·ccisarsio a renrlersi pii, positivi solo in seguito a poco a poco. Ed ò questo terzo il caso più fre– quento e più generale, poichè è <1110110 p1·ccisa– mente dello mcnlalit.\ pili asti-atto, cho sfanno a fondamento di tutti i nostri pensamenti e dei con– cetti organici delle scienze tutte <1uante,anche dello pili positive. Di queste ment.\lilà e di questi con– cclt.i, nei quali ò curioso il fatto inav, 1 e1·lito uni– versalmente, o scoperto solo dalla storia loro, che, mentre appariscono di una scmplicit.\ limpidissima cd assoluta, 1·isultano invoco dalla sovrapposizione operata dai secoli precorsi di elementi diversi, ag– giunti successivamente gli uni agli altri, dei <1uali non tutti consuonano insieme, o pa1·ccchi vi riman– gono come residui non ancora al tutto eliminat.i dei pregiudiz'ì precedenti, a quel modo che nelle for– mazioni materiali delle specie supe1·iori gli organi atrofizzati di <111ellc, dallo quali dcl'ivano. Di ciò non si avvedono quelli, che ritengono ,·enir fl101•i lo idee, di1·cttamento, dal senso comune di ciascheduno: al modo che ruomo del volgo 1•i– liene, ad esempio, una montagna essere stata fatta addirittul'a come si rode ora, poi· un (ta,l creath·o, . o non por la fo1·mazione successiva delle rpccio, cho la costituiscono, o pei sollovumenli o acca.lasta– menti loro ad epoche diverse, come insegna la geologia essere 1•calmcnt.c avvenuto. E l'errore ò pr-cgiudizie, 1 olissimo, perchè ha per conseguenza, che sia ritenuto ,·01'0 incondizionatamontociò che non ò tale. Che se quindi a quelruomo, che giudica malo della origino delle montagne, dov1·emmo consigliare por disilludersi lo studio della storia della ter1·a, a quello, che c1·odoalla produzione individualo dolio idee, dobbiamo consigliare lo studio della storia del pensiero umano, o quindi di quella della filosofia. Questa storia gli far..\ conoscere, cho l'ignorarla rende uno lo schiavo inconscio della filosofia dei
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