Critica Sociale - Anno I - n. 15 - 20 ottobre 1891
230 CRlTICA SOCIALK tellotto. la coscienza del proletariato, ne s, 1 òlgc lo capacit..\ :muninistrativo, ne 1-ondclo organizzazioni scmpl'C più numc1'0s0 o compatte e p1·cpa1·a cosi l'ino,•ilabilo trionfo proletario nello Stato e nella Socicta. Non v'ò lolla di classe che non sia al tempo stc ·o una lotta politica. Pinchè è privo di diritti politici il prolclal'iato ò impotente del pari nella lotta economica, poiché, ad ogni sua mossa contro il capitale sfl"ultatorc, esso incappa nello St..1.to, il quale gli attravc1·sa la via. Perciò è necessità. im– prescindibile della sua battaglia proseguire la con– quista e l'esercizio dei diritti t>Olitici, mettere lo Stato al servizio dei suoi propri intcl'essi; o a tal uopo devo 0l'ganizza1-si in partito politico indipen– dente pc1· la p1·op1·iadifesa e per In. conquista del poter-e; ossia per la conquista di quella leva podo- 1'0sa che sola può aiutarlo a socializzare i mozzi di lavoro. Muta poi• conseguenza anche il concotlo di Stato. Questo non ò pii1 una specie cli l>0tere sormontante, superiore agli inle1·cssi dello cassi; non è pili lo Stato come lo intcnclono i IJ01·g1test, o lo Stato fi– lanh·o11ico o quel famoso e vero Stato» cui fu at• t1·ibuito il còmpito di realizzare il socialismo. Poi socialismo scientifico lo Stato non è altra cosa. che ,1'01•gunodella dominazione di classe. « Il potel'C ))olitlco, nella sua YCI'.lcsp1'CSSione - si legge nel Mant(esto dei Comunisti - non è che la orga– nizzazione del potQro di una classe per 1'oppres· siono di un'altra.» E perciò che anche l'c.spressione « Stato di classe» 1>01· indicare quel che è lo Sta.to in reali..\. 11011 ci sembra ben scelta. Essa suppone concepibile u110Stato d'una specie cli,·01·sa. i alludo for~o allo« tato popolare>, allo Stato ve– nuto nelle mani del p1·olotal'iato? Eppu1-c anche colo– sto non può che osso1·0uno« Stato clieia~ o», lo Stato cioè che incar11cr,\ la dominazione p1·oleta1fa. Con questa peculiat·o difforenza, 1>01· altl'o, che lo stesso interesse 1n·oleta,J'io esige la, sopp1·esstone delle atstin;ioni dt ctasse. Del suo pote,·c il p,·olctal"iato non può sc1·virsi che pe1· abolil'C, tosto che sia possibile, ogni divisione di classe; in altri termini esso non conquistoril lo Stato pe1· farne un « vero Stato », ma poi· sopprimerlo; non perchè c.sso rag– giunga il suo·« ve1·0, scopo, ma perché manchi al~ fatto cli scopo. (') li Umore che provano - od affettano - molti nostri ;wversa,·i, che il dominio politico nelle mani del p1-olclariato conduca ad una nuoYa divisione di classi, ò semplicemente 1·idicolo.PaYentano costoro che gli operai si valgano del 1>0to1·0 per di,·cntarc, essi, i capital~li, e fai• di questi altl'cttanti prolo– tari. 'l'alo paura sarebbe ragionevole se si traltasse cli dare in mano lo Stato ad alcuni operai, non già alla classe lavorat,~fce. Imaginare che q_uesta si muti in classe C..'\I)italista,invertendo a cosi dire le parti, ò altrettanto scrio c1uanto imaginare che gli ol>erai del signo,· Kl'llpp possano mettersi a vivere a lo spallo del costui hwo1·0. Al pari di cotcs~, fmsoologia dello « Stato socia– lista», il socialismo scientifico confinò nel passato (') Discutere se Il consorzio socl:tllsta :111sumertt,oprur no, forma di 81nto, fu della vnna q11lstlone di J)arole. Tale s:i.rel>be, allora, ogni tfor:r:odi sostituire la preclelono all'lndetermlnatez:r:a del concetti, Cosi pote\·a pnrero vana e disputa di parole• per le 1clen:r:enaturali Il discutere se la b:i.lena foue o non fosse un pesce. Quel cho è certo si è cho lo Stato socialista .avvenire sarà tanto dlstlmllo dallo Stato attuale, quanto la primitiva e gens • lo è dnlln « marca • 1 dalla moderna «famiglia• o dallo Stato medesimo. · B bi otE>ca G no B a tutta quanta 1a frasco1ogia democratica volgare. Infatti il e proletariato» 6 un che di ben diverso dal e J>Ot>Olo », questo m.ixl1on co1nposilum di classi le più svariato od opposte. Quello è un con– cetto ben delerminato, il coomcente cioè di una data fo1·ma di produzione. Al contrario il concetto di e popolo-. ò vat'o o }>Or cccellenr... '\ mutabile. Il pt•imo ha caratteri precisi; del « po1>0lo » in genere non si possono dire che IUOfrhi comuni. Perciò, mentre il dominio del prolotartato è una cosa sola col trionfo del socialismo, il dominio del « popolo» può essere tutto quel cho si vuole, magari un potere clericale od antisemitico; può cssct·e reazione o può csse1'0 rivoluzione. Da questi concetti si determina il nostro atteg– giamento di fronte allo formo democratiche. Per misurare qual valore esse abbiano pel movimento socialista, dobbiamo c01·caro quanto se1·vono, non già al popolo, ma al proletariato. Cosi riducesi al suo giuslo valore la feclo gi.\ posta dai socialisti democratici nel suffragio universale, nella 1egisla• ziono di1·0Ua del popolo, ccc. Riforme lutto che sono :u·mi a doppio taglio o non sc1•,·onosolo al prole– tariato ma nncho ai suoi nemici. Ben é vero che gli danno as-io di lottare sovra campi dove prima era tenuto merme in rassegnazione supina; ma non bastano perciò a da1·gli sopraYvento e vittoria. Nonchè essere sinonimo cli « popolo », il prole– tariato non costituisco neppure - eccezione fatta forse por l'fnghilter1-a - la maggioranza delle va1•ie nazioni; 1>0rlo pili non ne è che una mino– mnza as.sai consicle1-ovole. Aumenta bcnsi rapida– mente; non cosi rapidamente però come taluno si figura. Non tutti i contadini e i piccoli borghesi rovinati s'imbmncano nel p1-olelarmto lavoratore: molti precipitano negli sfrati sociali pii\ miseri, ma alh•i s'industriano a s1Jarca.1·e il lunario in qua.lit.Il di rivenduglioli o con altri mestie1•i somiglianti; altri nnco1-..lpenetrano in quegli strati che ancor oigi stanno appiccicati alla bo1·ghesia 1 come gli im– piegati, ccc. Ma la fo1·zadi una cla.sso non ha solo fattore il nunw,·o. Un all1'0 o forse pii1 influente è l'im,J)OJ'· tan;a che essa, assunie nel vroccsso della 111·0- duzione. Sotto questo aspetto il proletariato, in tuUi i paesi civili, sove1·chiagi;\ 01•atutte quante le altre classi assieme. 1.:a/Jnega;tone, la tenacia, l'ene,·uta, la coscienza del fine sono J)u1•efattori, la cui im– J>Ort..'lnza non ò facile nlisurarc, che già hanno preso nel prolotal'iato uno sviluppo assai maggioro che negli alti-i ceti, e che la lotta. di classe va sempre pili fo1·tificando. Altra C..'\gionoche :wva1ora l'influenza proletaria è il suo csorcit..'\1·:;i s1>0cialmentc nelle cttlà, e tanto pii1 intensamente quanto \liù sono ciltà po1>0lose. Le citb\ dominano oggimai la vita politica, ben al– trimenti che lo cam\k'\gne. ton v'è Governo o Par• lamento che 1>0ssapiù sottrarsi all'influenza delle votazioni dello grandi città. Un'altra frase fortunatamente inesatta è l'espres– sione e massa reazionaria» applicat..1..a tutti gli alt1·i ceti. Ben è vct'O che atlualmcnto la sola classe 1·ivoluzional'ia è il prolota1·iato, ma non conseguo eia ciò che tutto lo altro fo1·mino,di fronte ad esso, una massa compatta. Se l'antagonismo fra capitalo e lavo1·0 occupa Ofrgidi il primo posto, non perciò gli altri antagonismi politici e sociali per-dettero ogni valore. Pcrocchè i vari ceti dominanti, diven• lancio sempre meno capaci ad una politica lungo• veggente e a subo1'Clinaro gli interessi fugaci o pe1-sonali a inte1·essi pili durevoli e larghi, si ac– capigliano financo nella lotta contro i socialisti, e ciascuno - come spesso si vide - tende a pc-
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