Critica Sociale - Anno I - n. 15 - 20 ottobre 1891

CRITICA SOCIALE 235 sembra, d'interesse, mentre anche nella nostra cilU\ « cuoce nel forno> l'idea di una panetteria coope– rativa foggiata sul modello di quello cli Bruxelles, di Gand, di Ve1·\•ic1·s, di Jolimont, di Liègc o d'An– Ycrsa: L"osscrvatoro più comune è difficilenon abbia.notato corno fra tanto o meraviglioso progresso tecni co dello industrio, una sola, la fabbricazione del ila.no da. ma.n– gi:irc, la più importante od uni\•crsalc, sia.rimasta J>l'CS· sochò allo stadio primitivo. Egli pa.sscrcbbo di mcra– \'iglia in meraviglia so si fermasse a. considerare un po' da vicino lo stranezze pieno di terribili rh•elazioni elio caratterizzano 11\ storia. del pano. Allora ,,cdrcbbo cadere la camicia alla menzogna economica che la con• corronza risulti nccossariamcnlo al buon mercato, do,·o essa ò piuttosto un gran canale conducente al m ar ne ro del mono1>olio o per di là. ad uno stagno dal qua .lo sporgono lo. tosta lo inutili ninfeo del lavoro impro– duttivo. Pcrchò so la. moltiplicazione dei 1>ani è fa.volaantica, lo. moltiplicaziono dei forni è un fonomono tutto recente, che prodottosi corno effetto doll'aboliziono dello leggi restrittivo dell'industria della. macinazione o della fab– bricazione, assumo oggi caratteri di vera o propria 1>a.– tologia.. La. tondonzo. allo sviluppo di congegni, che si fra1>pongonofra produttori o consumatori, ò generalo: essa è intima.monto connessa. ad una economia. in cui il prodotto del lavoro o la. fo,~ta di la,•oro stessa ap• J>aiono solo como mercanzie. Questa economia, toccato il culmine della parabola, si trovi~ aver prodotto un osorcito permanente di bottegai, i quali - tramontalo da. troppo lungo tempo l'idillio del lavoratore colla terra - nessuna. Yia. hanno trovata por sfuggire alle tirannie del salario, fuor di buttarsi alla. libcm allcraziono dello coso posto in commercio. Cosi il Gido polè calcolare, non ò mollo, per la sola Francia, ad un miliardo e mozzo il t 1•ibutoche ogni anno gli intermediari 9relovano sulla ricchezza. nazionale 11. compenso dei servigi loro. Ebbene, la più gran parto di questo tributo ò IO\'alo dagli industriali ccl intermediari doll'nlimontaziono pub– blica, in quella. rispettabile impresa nella. quale lo Chc– vallior, un chimico illustro che lasciò incompleta la su.'L opera, riscontrò seicento maniero di sofisticazioni no– civo alla saluto. I fornai vi sono com1n·esi per venti o por ventiquattro nHutiero s,•ariatissimo i mugnai; solo i manipolatori di \'ino li superano, avendone tl'ovato all'incirca trenta. li buon fornaio, cui la Cassazione francese negava ancora nel 1811 la qualità. di commerciante, ora un:\ specie di funzionario governativo: presso l'amministra· ziono di ogni comune esisteva una cassa di compensa• ziono allo scopo di 1>rovvcdero- scopo che non rag– giunsero lo )oggi che vennero di poi in quasi tutti i paesi - che il pano conservasse un prezzo uniformo resistente allo ondulazioni del prezzo dello farine. L'o• scrcizio dcli:\ 1>rofessioneera proporzionato ai bisogni locali e nessuno era obbligato a trovare noll"intossica– mento del prossimo l'unico mozzo possibile di una ono– rato. esistenza. Venne il trionfo completo della libertà.: il capitalo, che aveva fatto dei J>iccolie più uo voleva faro, re– clamò cd ottenne l'abolizione di tutti i legami, di tutto lo restrizioni così a questa forma.del suo impiego come a tutte lo altro. Potò liberamente installarsi noi forni o gli fu liboramonto affidala dall'onesto colono la.trns- formazione dei cercali in poh•o1•0. Allom. incomincia quella curiosa deviazione fra il 1>rozzodelle farine cd il prezzo del pan\, che va sempre facendosi maggioro. Quando i prezzi del grano aumentano, i fornai li se– guono ed aumentano pure il prezzo del 1mnoi quando all'incontro i prezzi del pano diminuiscono, allora i fornai non li seguono più, s·accontonlano di e marcaro il J>asso>. Il De Fovillc, un buon amico dol Lo-Play del l'osto, assomiglia cotesto giuoco a quello che i l'agazzi so– gliono faro con quell"avena vulgaris che, introdotta nella manica dalla 1mrto del gambo, per quanti cd op- 1>oslimo,•imcnli lo si diano, finisco col salire alla.spalla. I ragazzi Jlossono chiamare quel giuoco, soggiunge, il giuoco del fol'llaio od anche del ladro. Il che non im· podisco di concludere che senza <11101 giuoco la fun– ziono dell'alimontaziono nella società., cosi come è or• dina.la oggi, YOrrobboa mancare. Poichà !"elevamento c ostante o rolati,•o del prezzo del )lane è il naturale risultato di una industria nella quale J>ossonoanar– chica.mento aumentarsi ali' inOnito lo spese di pro• <luzione. Uno.panetteria, J>rimadel 1863,epoca <loll'abolizione in Francia. della tassa ufficiale, calcol,L il Leroy-Beau– licu che dosso - 130 chili di 1>anoogni 100 di fari1la a 0,30 al chilogrammo, 600 chili di f'arina al gior110 a 4:; lire al quintale - lire ,ii di ricavo. Oggi qucll:L stcss.-i 1mnclteria, l'intasto costante il ))rezzo del g1-ano, ,·endo a 0,.15 il chilo, onde su iSO chilogrammi rica\':\ quasi il doppio di prima, lire 81. Una famiglia. <li operai che consumi 1lll'anno da 250 a 500 chili di JHtno,paga al benemerito fornaio, da qua1·ant:anni a questa pal'tc, eia trenta a sessanta franchi di più ogni anno. Pensato cho a Parigi nel 1851 lo pancttcrio furono fissale a GOi,cioè una. su li52 abitanlii nel 1880 or-ano l:;$0, una ogni 1300i che noi 185-t ciascuna di esso f,lbbri– cava con r,oo chili di farina al giorno, noi ISSOcon una media. di 430 a •150.E ne lla. no stra città. un 1n·cstinaio in media. non fabbric:~J>ili.di due <1uintali al giorno di J>ano,valo a. dire con un quintale o mezzo di farina.; d:lp· 1>oichèossi ascendono a ci1·cacinquecento. Quando noi 1885,a Lione, in seguilo ad una illlJ)O– nonto agitazione, il sindaco fu obbligato a. fissare per decreto il J>rozzo del J>anc, accadde che ognuno dei seicento fornai attribuiva a grandi gl'idc\ al Yicino il rincaro dello speso di J>roduzione,do11dc il 1>rogrossi,'o t·incaro dol p1•ozzodel J)anc. La. loro lega non fu allora por questo mono salda o non lo ò mono oggi a. l.iono come dovunque. A Milano furono JH'OJWio i 1n-01u•iota1·i di forni a scoprire fra i primi il terribile segreto 1·:vo– luzionario della e sana cooperazione> o ne hanno fon– data una in via Vnlpetrosa, cho ò già. riuscìta a man• dare in Comuno i suoi duo presidenti i in quel Comune, dal quale, in lompi oscuri cd incivili, h\ temuta tuito– rifa avoa impedito lo slancio dcllt\ libera iniziativa, verso il libero avvelenamento dei concittadini. Sento dire: voi socialisti siete illogici, combattete gli intermediari, ultimo anello della grande catena; siete inoltre ingiusti contro dogli umili; siete infine inabili allontanandoli dt\ voi. Senza curarci di non essere tutto questo, a noi basta <li poterci ri tenero bcnomeriti doi buoni costumi. Ma. come i li lavoro, disintegrazione cli muscoli, di cor,·ello, di ner\'i, ò stato sinora di duo forme: intollottualo e manuale. Recentissimamente, in una J)ostcrioro spcci•

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