Critica Sociale - Anno I - n. 14 - 30 settembre 1891

210 CRITICA SOCIALE "NOI,, Abbiamo scmJ>l'Otwuto un sacro o dignitoso 011-01·0 del cosidetto « ratto personale>. li 1>rcoccuparsi molto di ciò che altri dico o scrirn dei ratti nostri - salvo <1ucicasi eccezionali che ciascuno intendo - il tempe– stare i giornali di roUitlcho o di polemiche a proposito del nostro io, il faro, magari modostosu.mentc, la. ruota. sotto l'ampolloso pretesto di tutelare il proprio onoro minacciato, J>o1·chò un Tizio lm stam1>ato una buaggine o una malignifa. sul nostro conto, ciò sempre parso un segno o una fonte di debolezza, non solo dal Jrnnto di Yista personale, ma o pili per riguardo al partilo nel c1ualo si milita. o nll'idcale poi c1ualo si combatto. In 1•caltù, si fa. un l'lworo ngli avversari, rnccogliondo lo immondizie clLo essi si divertono a gettarci, e novanta. volto su cento non si J>otrebbo inclul'ro in loro mag– gioro stizza - il che è pur ~cmpre un piacere llelicalo por la nostra. intima ca.ttiver ·ia.pc ,~onalo - che col non incaricarsene affatto. E il miglior modo di non incnricarscno è appunto il tacere. Certi disdegni, che hanno bisogno cli 1mrolo 1>or nu\nifestarsi, sono mollo sospetti o l'it•onia la. più di– silwolta mal dissimula., d'ordim1rio, una piaga che san– guina.. Tanto, lo persone contano poco nella lotta delle ideo o degli interessi colletth•i, massimo ai giomi che cor– rono; se un"idea è rorlo o ben pinnla1a, lo male,·olonzo personali nnn la scalfiscono, o un uomo - se ha del valore reale - non è demolito da pettegolezzi pubblici o prh 1 ati. Faccia. egli la sua stracltL o lasci abbaiare alla lunt\ lo vezzoso Cuccio o gracidare i saltellanti ranocchi. J..a \'ila à troppo breve, troppo ,,icina la sera e troppo allo il cOmpito d'un galantuomo pcrch"oi si abbia a. confondere con cotes1o 1u1ssoggoro quisquilie. Nella vita. moderna, febbl'ilo o distratta, men1ro tanto si sc1•ivo,si leggo, si farnetica nello direzioni più opposto, o tanto si climon1ica o t,,11to, sopl'a.lutto. si miserelle, mlo più un 1msso fa.ilo avanii :L sè, sulla via salda. o non sopra. la. rena, cho cinquanta. eleganti schot·meggii, morcò i quali si rimano ad un posto. O'allrondo lo auio-difese, elio son sempro per fa.talifa psicologica - o 1anto pili quanto meno intendono a parerlo - auto-apologie, non hanno miglior fortmHL da.vanti ropiniono pubblica che chwanli i tribunali or• dina1•t. Ti difcndi1 dunque ti senti rorilo - e so poi, difendendoli, trasmodi (o quando si tratta della. tua persona, o non l'hai educata. alla disciplina del non risentirsi, il trasmodare è in natura) metti subito il pubblico, più o mono, dalla. parte del tuo nemico. A quei certami, come tLquelli del Circo, gli spettatori sovente si divertono, fischiano od applaudono, ma non acqui– stano stima poi gladiatori. E il peggio, o il pill risibile, è questo, che Lu ottieni quello scopo mentre li 1>ro1>0- nevi il contra.rio. Hai civettalo colla vanità o la vanità ti 1nmiscc. So questo è vero nel più dei casi, lo è maggiormente nella palestra. 1>olitico-socialo o sopratutto nel campo democratico, dovo il prolaf.'Onista è uno solo - il 1>0- 1>olo- dovo la lotta. n1ol essere obiettiva cd impcrso– mllo, sollo 1>e1HL di mnncaro di logica o di dignità.. Qui i lolla.lori, qua.lo cho sia il loro 1>orsonalo va.loro, non sono che manda tari di una causa e di un cliente im– mensamente più grande di loro i e non hanno d.fritio di perorare in nomo proJlrio o di sbizza1•rirsi a replica.1·0 a bott.o che non sono e di bnona scuola» o che, in ogni n Ba caso, non attingono il mandante. Quel riserbo cho in altri campi ò soltanto conveniente, qui diventa altresl doveroso. Anzi, noi pensiamo cho una dolio ragioni che concorsero a indebolir•o o screditare il partito dei dc• mocratici politici, in Italia o fuori, ru appunto cotesto atteggiamento litighino, cotesta tattica. f,tlsa.. di 1110110 dello loro personalitil. più spiccalo, cotesto personalismo ocecssivo, J>er cui sì SJ>csso l'tttlenziol)o ciel partito ,cnno aHm.tta o dispersa. in fatuo hmzoni singolari, o il campo di battaglia ru trasforma.lo in arena. Un socialista, un democratico ò attaccalo da ingiusto accuse, da. insinuazioni bugiarde? PenscriL il popolo ad assolverlo so egli no ò degno o so osso è degno cli lui. Per gli amici, por chi lo conosco o lo intende, lt\ sua. dil'csa è supc1•flua; 1>oinemici rimarrebbe inefficace. F. al poslutto - non ci ù discn.1•0 1•ipetorlo,così lo sentiamo profondamente - gli attacchi degli avversari sono il ballcsimo suo di soldato della bandiera ch"cgli ama; quanto più accaniti, stupidi o mal,•agi, tanto J>iù lo do,•1-ebbero rincorare; sono il ~intomo dolio sgomento che quella bandiera gii'1. ispira. Essi gli conforma.no che I!~ via ch'egli ballo ò la buona o lo animano a percor– rerla. tutta. sonz·u11ri indugi. Chi ricevo, poggio, chi gradisce i complimenti degli av\ 'orso.ri , o quelli della folla indifferente, povm-o loHatoro, so mai si sognò cli esser tale! E, sopratutto, povero idealo suo! Per queste ragioni - affatto positivo cd utilitario - anche nell"ullima lotta. sul tm,·eno pratico in occasione dolio sciopero dei meccanici, non cl clonuno la briga di rilevare pal'tita.mento lo calunnio o lo scodo di cui ci regalavano ogni giorno, con astio non mai prima ve– duto, giornali cli sacristia o giornali oternnmento o ,·onduli, o da ,•oncloroal miglior ofTcronto. Quando ad esempio (e fu tutto un coro, )}Cl' l'Italia, di gazzette gongolanti per la spiritosa trovala) ci dipinsero corno Cresi e ci niegarono veste a difendere lo masso operaio perchò non abbiamo ratto gettito ancora della modos1a indipendenza - che ò la. nostra fo1 .. ta miglioro - ri– ducendoci noi J>m·oo.Ilo stato di proletari, di carne da ofllcina. o da carcol'Oi un grande giubilo ci preso al ,·odoro di quali pitocchi argomenti i nostri detrattori rosscro costretti •~servirsi o quale insigne disprezzo mostrassero, cosi, essi stessi del pubblico loro. E quando valorosi compagni - Bissolati, Prampolini, Ca.brini cd altri parecchi - sorsero a smentirli o ad il'ridcrli, ci compiacemmo dell'intonso affetto delle loro li)rti e generoso parole, ma non ci facemmo lecito neppure di qui riprodurlo. lnf,Llli, a che pro! 1-: in sostanza. è dal nostro av,·iso il gagliardo letto– rato o poeta. che, serbandosi nel velo discreto dello pseudonimo, ci manda lo scritto e La Bila11cia » cho inseriamo qui appresso. Anche a.lui paro, benchè per un altro verso, elio certo risposte non metta. conto di farle. L'imagino cui egli l'icorro ò precisa come un sillogismo dei meglio tompmti. So la.bilancia è falsa - egli dico - nothschild che c'entra 1 Il ragionamento ò calzante o obbiettivo. Esso non servo più per noi che por influii i altri casi somiglianti. Ed ò perciò - francamente - cho lo pubblichiamo ,·olonticri. Abbiamo promossa questa cicalata, perchò non pa- 1·csso,anche ai meno attenti lettori, che, stampando un adicolo contro i e falli persona.li », in fondo no faces- simo uno. FILIPPO 'fUIUTI. PUBBLICAZI0:0,1 PERVENUTE IN DONO ai pnusimo mm1e1·0.

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