Critica Sociale - Anno I - n. 8 - 31 maggio 1891
CRITICA SOCIALE 125 scinanl ginocchione dietro la borghesia incredula, sce~ tica, gaudente, che a lui e aliti sua Chiesa, nell'intimità, in modo che il volgo non ,·edosso, non diede e non sa– firebbe daro che calci o ceffoni; questo ofTrirle ch'egli ,:c~fa f~lf~ 0n~1t~:i:,:~1~~r;t!~!/>~:io ~:r:~!~~: ~:;:!ftk c~:1ra"~~:~ d:r~ nt,; S°c~~f,;~a~~=i 8 qe~ lunquo innucnu benefica nello cose del mondo, ci sah·a dal disgusto che tale spoUaoolo provocherebbe in un antico o vero cristiano. Anzi da osso traggiamo cagiono di grande compiacenza. Questi amplessi senili fra. una Istituzione In agonia o uni\ cla.sso in decadenza. morale ~~rt:,s!~;l~rr:~:~1 1~1~! , ~~\~~o~iC~~?~}:J:;~;~i cornoad un prezioso sogno del tempi. (f. t.). QUA E LÀ PER LA SCIENZA Il vinoe Il tabacco per LeoneTol1tol- Il dottor Rlchete l'occultismo. Il titolo della. presento rassegna., nella. sua grande comJ)ronsività.,permette di spaziare noi campi più dispa.- rau~ Eadrt?J~a~:op!?c~f~er:;:i~t';~-indi trovarsi vicino ad un libro di scienza 1ene religioni, un libro di antro– pologia. criminale a un articolo di morale molaftsic.L E quando si tratti di questioni nello quali chi scrivo sia meno incompotonto, alla parto rit\Ssuntiva. si accompa• gnorà puro un po'di critica. Spiegato cosi volocomente il carattere di questa nuo,·a rubrica, entriamo in lizza senz'altro. Comincio col simpatico lavoretto di leone Tolstol, in• serito nella Recue 1cic11li/fque del 14 marzo, col titolo: 1, vi110e il tabacco. Loono Tolstoi, colpito dan·uso cd abuso cho l'umanità. contemporanea ,,a facondo del tabacco o del l'ino, volle :~d;::ra~ri~ad~ri~o~~r:·s~l.0~~~10 aln(J~~~tach~a~~~ in media lo conseguenze dei suoi studi e delle sue os– servazioni, un approssimarsi alla "erità. un raggiun– gerla magari, por sorpf\Ssarla poi e perdersi in t\Stra- zi~fita\!1ace:~~;~ji~.'l~o~do~~i l~~?~S:1~·ducono ad un an- nebbiamento della coscienza che, sofToeala,non perturba più l'aziono umana cogli scrupoli suoi o non ra da ini• bitrico al peccato cd n.l dcliUo, cd à perciò che vino e tabacco sono t\\'hlnmonto cercati cd Il loro consumo s·accrcsco ogni giorno di più. Ecco anzi lo suo ))reciso parole: « ..•.• L'uomo, si sa, può in duo modi nascondersi un oggetto che abbia dinanzi: o rimirandone un altro più apparisconto, o mettendo rra quello od il suoiroprio ~f;1~~! 0 d~l 1 ;~·~~. ,:rt~~rf~~1?·Pil\Ò<1~~1l:Z 0 a i:èam! desìmo lo nmnifestaz:ionl della sua coscienza rh•olgondo ogni attenzione su diverso oecu1Jazioni, Ideo o piaceri O\'VOrodistruggendo volontariamente la racolt.-'1. stess~ dell'atten1.iono. e So si tratta di pc.rsono dotalo d"un senso morale grossol&no od olementaro, basteranno semplici distra– zioni esterno porchà non percepiscano più la voce della coscienza sulrirrogolaritl della loro \'ita. )la per gli uomini di una organizzazione mora.lesuperiore, siffatti mezzi meccanici sono Insufficienti e non riescono a. com– porro Il dissidio O-ala ,•Ila o la coscienza. e Cotesta. lotta guasta. l'armonia dell'esistenza.. Per obliarla e contlnuaro nel disordino dello loro azioni ?:rO:tp}i~~i 1 ~~ri~a::i~1~i1d~n~f~~d~r~~~~'ì:: 1! ::~f~nizn~ al cito possono giungere collo avvelenamento del cc,._ vello mediante narcotici. si: ~;p~n~~W~• J,!fa 8 s~~~~~o~i~hn°z!a o"~~od·~;,:n~;~ch~ della YOlontà.nocossaria per restaurarne l'O<Juilibrio. D'altro canto lo distrailon1 capaci di ,•iotaro alla costui attenzione di ftsso.rsi su quella discordia non rispondano alle esigenze della sitMziono per sà stesso o pcl sog– getto In questione. e Il nostro uomo, allora, bramando di mantenersi sulla. B ~ft:~~d;l!d n:~~:::;~f.llaa;:~1i~~-:.!: s:i11~iai;1:npz:r un certo tempo l'organo altra,·erso al quale la coscienza si ra ascollare. « La. spiegazione dell'abitudine, oggidì dilTusaper l'u· niverso mticro, di t\Jmare o di inebbriarsi non ci è fornita nè da una tendenza naturale, nè dalla distra.– :r.ionoo dal piacero che da un simile uso dcril'ino, ma. dal bisogno di dissimulare a sè stessi lomanirestazioni della coscienza.... « lo rammento d'essere stato sorpreso dalla deposi- ~:f.~~~~~t~u;~s~~,1~c~tiaf:rs~~~~W/i111;~~! J!fc~~: racconto come, allorchò ogli aveva impugnato il collollo cd era entrato nella camera della su a ,•ittima, si era. tromio tulio ad un tratio lncapa.ce di perpetrare il dolit1o. e L'uomo sobrio ha do! rimorsi, diceva egli. e llilornò quindi nella SAia da pranzo bevendo di fila. duo bicchieri t1·acqmwi1Ogià. J>l'Oll<lrati, e fu solo dopo ciò che si trovò in grado di uccidere o ucciso. « I novo decimi dei doliUi si fanno procisamento in ::gi~:ng;z1i~~(o \!l ~l~~~10 1 > ::~\Ji: 1 f'~~~~g;t è : 1 doif~ sotto l'influenza dol\"alcool. (!) Quasi tutti i giovani che frequentano caso di J>iacoresono stimolati dall"alcool. (!) Gli uomini conoscono assai bono la fi1collà dell"alcool di strozzare la ,·oce della. coscienza o lo adibiscono a questo tino. « E non ò tutto. Non solo gli uomini abbujano la propria intelligenza per far lacere la loro coscienza, ma ! 11 ~~llil:~:~·{~3oòl"~!~iu~,?ou:: 1 ~~ ~~g~~: :r:o~~~li p~~~~~ di inYia.rlisul campo di battaglia. Prima dcll"assafto di Sebastopoli tutH i soltlali francesi erano ebbri. Kon è ~~ 0 :f~~ fiq~~1t{cg~~: 0 p=r~}~~ 0 8!1~enf~=~ ~~ ~~~•o 8f~fio 8Fo~~~~~lti:~:m, alj~.r;io a~~:t~~:f~ic~i~ sanno staro senza alcoolici.... » Cosl scri\"o brilhmlemonlo, ma non si può dire del pas~ \i~!~!W~Cl~~~ò t:1;~::i~:;e caso l'ebbrezza Ò procu- rata per uccidere il r1111O1'l)O che ))recedo o seguo una cattiva aziono, il pil\ dello \'Olto, questo molirn non ì'~l:; l:1J~\\ful1~i~tug;~as~ei ~~~l~~~~~~i~~~~i, l~i!~~ abusano grandomenfo degli alcoolici, basterebbe a pro• '"aro cho ropiniono del rorto pensa.toro russo ò più in- fi~lX.~i~n~1tt 1!\ts~l~~, 1 i~ 1 ~~ ;1~ 1 1\~~~jci ~ ~~~'. 1 ~0N~:r~~ M•,·ieno di tutti i fenomeni sociali od umani, o volerla ridurre ad una sola. à voler ca.doro co11amento nel– rerroro. Secondo il mio modesto a\'viso, studiane.lol'alcoolismo, !uf 0 .~ 0 si·~ 0 f.~b~i:~id~ft~;nwo~ 0 :~~tiia1)~~~ 0 i:ii:, i~ quello in cui, non sono piu che un'abitudine. pi:~nf!: 0 a1l:c~~~,~~i~ui!1i~i•~if;f:~1 ;ecdc·,fn'1~~n~~:~i cho cotesto abbiano a riscontrurs1 in un pa11icolaros1ato llsiologico, che ,•iCO\'Cl'sa. 1>01 è patologico, por cui ror• ganismo, a,·,·ozzo ad un determinato eccitamento, 0.\'- ;:~1:nijob~l~g:i~~~o1~r~:~3of~~df~(~j~~e agfi:,-O~!r~~ vietata. lin articolo l'orso pili curiòso, non foss"allro por la materia che s,·olgo, ò la lettera al dottor l)ar1ox di Carlo Rlchet, intorno ai Fenomc11i 7>1icltici, nel 1·numero dei neonati Am1alc1 dei 1citmcc1 1>1ychiquc1. li dottor Dariex, in quosti Am1al1, intende OSJ>OITO e trattare di quei fenomeni psichici di lucidità, di pro– sonlimcnto, di tolo_patia, ecc.ccc .• cho,por il loro gi-ande :ro 0 i!~io~~ :,;r:v!g~!f3is°ra~:.~1t!e~i~/i1~°t!~ ~~l~~: o possibilil.t\, incontrano numerosa rolla di scettici o di oppositori. li l'i\lto che Carlo Riehot scriva al signor Dariox una. lettera su tale materia, appoggiando cosl On dal prin– cipio gli Amiali coll·autoritÀ del suo nomo, ò cosa. di r:;e~~r~t~~:~1c~~:~c::?,1?ij~t~ll!s1:~ d~t 1 ::ar.,':t~~lj~~i n~~ sacro recinto della scienza.
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