Critica Sociale - Anno I - n. 2 - 31 gennaio 1891
CRITICA SOCIALE 21 Questo fenomeno, elio il libro di un borghese p,-o– gru,ida venga assunto dai partiti capitalisti o rea.zio– nari riuniti como il CatccM,moclclla 1-ca:io11e, caratte– rita sempre JJ!ù luminos..,mento la mass.i. reazionaria. Da una parto timi gli altri pnrtitl, che rnppresentano la reazione sociale - dall'altra noi, la IOla n-,·a demo– c,•a:,u, la democ,•a.:ia,ociati,ta. E noi 11i aumenfn. ogni giorno; l'an·cnir o O nostro. Ma noi non 11iamo i.oltanto un partilo llc.ll' avvenirc. slamo anche \ID Jmrtito del presente. GiM. noi domi..'. niamo la ,•ita politica, ne siamo il perno; tutto si gira attorno alla democrazia socialisla. (l"ice appro1:a.:io11i.) DI che empirobbcro lo loro colonne i giornali borghesi so noi non fossimo 1 Non vl\·0110essi di noi t « Quando I ro fabbricano, I caTTCtticrl Ja,·orano. • E vi e una sola discussione al Parlamento do,·o non entri il so– cialismo l Mn. torniamo nito « armi intollottuali •· SI ò tontato mal di oonfulnro li, nostro. critica. dol– l'ordino socia.lo odicrnot SI confutò mai che- il mono– pollo del mez.zldi la,·oro sia Il monopolio dello sfrutta– mento e dell'opprossione, Si confutò che il ta,·01'0 produco lutti I ,·,dori ooonomici, che il salario non rimunera cho una parto del hworo, o cho d alla. pario di la,·oro 11ot1pofltlla, il cui frutto è 1-uba.to al lnora– torc, sorgono Il 1>l1t-1 calore ed Il capitale I Si ronrutò mal ch1:tl"odierno individualismo anarchico della. 11roduzionoa.ccumula la riccl1i'.:.:a ,ia:i<male nello tasche di pochi o condanna. lo maggioranze, le cla.s~i ta,·oralrici, alla disperala condizione di prole1ari, senza dire dello crisi industriali o oommerci.\li, dello ciui'– morlo di borsa o altrcltali ,·clcnosi prodotti dell'albero capitalista t Ci si confutò mal o almeno si tentò mai confutarci 1 Scambio di difendere la lOl'O fracida società, credono i noctrl impotenti ancrsarl di confondere la democrazia socia.lista con domando puerili sull'assetto futuro della società. Con questo domando stimano ossi di &\'Orci atter– rati; ma non dimostrano che la pochezza del loro spi– rito. Non è possibile pro,·edero il corso della scienza, le scoperto, lo sviluppo della tecnica industri11lo che ci riserba anche Il più prossimo 1wvoniro. Ln obiezione, colla quale ogni giorno lo gnzzotto lw,·orsario s'illudono di a,·ercl dato il m11I occhio, ò subito ritorta ool doman– daro loro che cosa anerrù. nella nostra sociolò.soltanto rm otto giorni. Noppuro lo questioni pi\1 somplici o pit'a urgenti, re– lath·o all'aliment.axlone, al riscaldamento, occ., hanno trovato oggi una soluziono. Su lnftniti campi la scicni.,., senia prooccupar,I punto del socialismo, 1a,·ora assi– duamente. Pensalo soltanto allo ri,·oluzioni cho miglio– rarono I mezzi di rlschi11romonto, dalla. l11mpada ntl olio, al gas, al potrolio, alla. luce eleltric&. Che c·enlra in tutto ciò il socialismol Soltanto, esso vuole che questo conquisto dell& scienza diventino In uguale misura ac– ceaibili a tutti. Ciò che oggi è oscuro a cotesti inquieti dell'anoniro, può cuor loro chiaro domani. Ncssunll linea precisa separa lo stato av,·enlro dallo stato presente - appunto come l'anoniro dal presento. Questo dh·cnta quello, senza. miracoli soclallstlci, In guisa afl'atlo naturale. E passato il tempo In cui cl si perdeva in cotesto minuzie dello stato anenire: la più parto di cotest o questioni lo 1vlluppo della. scienza lo ha. già. risolto o sorpassa.lo. Invano 1penno ormai i partiti dominanti di escludere i lavoratori dal t'rutto dolio scoperto sciontlftcho. Qui l'or..1toroc..1nzona l'altro tentatiYO di loU..1 con e :i.rmi intellcttunli • per cui gli an·er-Mri su– dano ad ingig..1ntiro certi l)iccoli di~idf, rr..1 i e gio,·:ini • o j e ,·ecchi • soci..1listi, n:1ti dopo ra– boliziono dello leggi cccczionnli, o tosto !fumati. Indi proseguo: Eli,le infatli una <liei1io11e 11tlle claui laro1V1lri<'i. ma è cU l«ll'all,·a ,iafura. La classo operaia. si dh ido In duo parti: la parto ;uuminata, eho hl\ la coscienza di classe; o quella che ,•ivo ancora nel buio. Ascrivo alla prima il milione o mozzo doi nostri votanti, o, Inclu– dendovi quelli che non hanno il diritto del ,·oto, dh·cn– tano tro milioni. No,·o decimi della popolazione ,·ot:, ancore. conh'O di noi, sebbene nella grande maggioranza sia di nostri n•atelli, cho per coeilit rh•olgono lo nnni conh'O di 1101 o contro sò medesimi (OJ>Jll'Orn;io11i). Or questi dobbiamo noi conquistare. I nostri aVl'Crsari ,·onero perder la tClita sentendo la nostra intenzlono di Iniziare anche unn. energica agita– zione nello campagne. Un dottor Sntllcr, liberalo-nazio– nale, ml ha ratto dire ad llnllo che noi vogliamo /l'a~ pala,-e il contadino. Quosla. non ò che una bugia « ten– denziosa.•· Non noi traJ)J>Oliamo;piuttosto, ap,-tmlo gli occhi al J>1'0lcta,·iato ag,·iOOlo, IJN!.::trt!mo la l,wppola i11 puu110 ai HOltri actt1·1a1·i. f~.:i, col loro stupore, so– migliano a quel por:son11ggio elio a,ou dormito ))er quindici l\nnl ftlati. 1-:dal 1800 che noi ci curiamo della campagna. I noshi anersari ranno la. politica dellu struuo; credono di sn!nlaro un 1>erkolo col chiudere gli ocelli. Mn lo loro strida di stina o di paura ci 1iro– vnno che miriamo giusto. Se, scambio di schernirci o di sonnocchi&N!, el an!s.sero un po' meglio studiati, non si sorprenderebbero ora di ogni ratto nostro o potrebbero dM'\'ero comb."tterci con armi intellettuali in,·cco di farsi rlclcroappresso. f: rnro che in dennitirn li M·rcmmo vinti lo stesso. Dunque, non ò propaganda nuo,•n: solo, disponendo oggi di maggiori l'orzo numeriche, la l'Ogliamo rendere più inten'-la. Schermegglnndo ad occhi chiusi, I no 5 tri avversari fondono l'aria.; noi, cogli occhi bene nperli su cli ossi, no corchinmo o no sa))pinruo eol))il'O i punti ,·ulnernbill. Non tornerò sulla ra,·olcttn. del nostro ,·oler e spartire• - che fu 1111ch'ossa una dc.Ilo ramoso carmi lntellottu111i•. Mn ora cl si im1mta cho U -10Cialiw10 10J1JJ1·i111c la li• be1·1à deU'imlivicluo. Or Il ,•c1'0 ò r in,·crso. Anelloqui ac– collano a noi lo loro proprio magagne. Il capitali~mo conduce Alla. scrvitt'l economica e politica, o spoglia tutti della libertà, eccetto • i diecimila privilegiati•· Nella &euola,per la scelta dello prores~ioni, si rispet– tano oggi lo ,·ocnzioni l1Hlh·idualil Si chiede al cittadino so l'UOlo o no raro li soldato) O non è J)iuttoslo questa dell'oggi la. precisa. liberià del e carttro > o della e ca• scnna.l > Altro elio accusar noi di ,·oler distrugger-o la libertà! - Stessa. accusa., stesso nonscn.:o, quanto alla distruzione della proprietà. E qu:, o lò.,non troviamo J)ÌÙ nulla da distruggero. l...a società borghese lo ha, di• strutto entrambe, libcrt& o proprietà, per la immensa. maggiornnza del ))01)010;o noi ,·ogJituno A))punto ,·eatau– ml'le, o meglio 1·iixmlicai·lc. Sopprimendo la. sehiavitù del salario, organizwnt.lo soeialisticamento il Invero, noi eliminiamo lo causo dcli" scr,·itù o poniamo lo fondamenta ciel libero s,·Huppo dcll'indi,•lduo.
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