Critica Sociale - Anno I - n. 2 - 31 gennaio 1891

CRITICA SOCIALE carico,come conseguenza della. sua aziono od omis– sione.• Quo.loprorondità di pensiero ftlosoftco o giuridico in• sicmo! L'uomo è punibile solo so ha ,·oluto Il ratto .... ma è punibile ancho so non I' ha ,•oluto.... purchè 13, leggo lo punisca! t una magniftca. trovata, por o,•itaro noi codice,ma. non nella pratica, ogni difficoltà.sul libero arbitrio, ossia sulla libc,·a volontà. o quindi sulla punizione doi e reati ù1rolo,uai·i >. Ed è, i\ parto la comicità cli quell'ccccziono elio si rimangio. la regola, b il sistemo. comodo dol nuovo co– dice, che erodo di risolvoro lo questioni.. .. sopprimen– dolo. Cosi ha ratto della forza in-osistibilo, della promo– dilaziono o via via.: che ruron ea.ceia.to dal codice, ma rientrano ogni giorno nello a ujo elci t ribunali o dello assiso. Ma por la « volonlnriotà.., malamente copiata dai te· deschi, sarebbe slo.to almeno pili machiavellico so M'OS• sero dotto add irittura. coll'articolo 4j: • L'uomo ò pu– nibile quando la leggo lo punisco ....., o bott Il! come dito a Milano. E questi sono I monumenti di sapienza giuridica. K F. La violenzl\ morale nello clopero A conrortaro di qualcho postilla ciò elio scrisse il nostro amico avv. llissolati noi primo numero della O,-( lica Sociale ed ò qui sopra rammentato dal !-'erri,tra.scri– ,·iamo dal penultimo fascicolo dol ,l/o,iito,-e (lei 1'i·ibunali questo brano di una. sentenza. roconto della Corto suprema.: e Sul secondo mezzo, con cui si dice, che nel ratto e ritenuto non si abbiano i caratteri e gli estremi del e roato di cui all'art. 151codice ponalo (ciOOviolenza e o minaccia per costringere alcuno a raro, tollera.re od e omettere qualche cosa - punibile con u n 1umo di re– e elusione e milio lire di multa) a rar chiaro l'errore « dei ricon-enti, occorro rammentare ch·ossi, riuniti atl e auri facinoro,i o pregiudicati non dediti al larnro, e non esclusi alc uni con dannati cd ammoniti per reati « contro la. pro1 >rietà.ed anche por difTamtuiono (?!) o ca· « lunnl&.,net gion ,i p1-ccc dc,iti at r maggio 1890, quando « wiirersa/me,ite i dema(JO(Jhidc1ideravano cot tcn"Ore, « colle inlimidtuioni, coUe minacce fa,-e 1111 >1-ommeia– • numto ,onunouioo (1ic) ùmdc11lealla rioolu.:ionc ,o– c ciale ed au·a,ia,-chia - corno si rileva da un mani– e resto esistente negli alti - ma por attuaro il loro « disegno con ,•iolenzo o minacce d1 gmn danno nella « città: di T1-apani,costrinsero i franquilli cd onojfi no– e gozianli, capi d'arte, industriali od opemi a tener e chiuso lo loro botteghe o non la,·oraro. Or tutto ciò e costituisce il reato pro,•cduto o represso dall'art. 151 "eodico penalo; polchò con rusaro violenza, 1ia {ilica, e 1ia mo1·ale, attentavano alla libertà. prh'atn. Essi co– e stringendo illegittimamente la gran massa dogli Mesti : ril~jO~::n:tto~i~vS~ll~ l~tia w~~iO~l'f\,:~ (~}~jl~OI~~ e rendevano responsabili del reato di cui rurono rito– e nutl colpol'Oli». Noi non abbiamo il vezzo di discorrere di coso dello quali non abbiamo sufficiente conoscenza.: o dichiariamo di prorcssaro un ossoquio allrotfanto cieco quanto in– condizionato per tutti i giudicati dei magistrati Italiani, spocialmento dopo che alcune savìissimo sentenze ri– tennero che il r1l1' la critica di un giudicato penalo si risol\'esse noll'occitnmonto o nell'apologia del reato su cui versò il giudizio, o ca.desso quindi sotto lo sanzioni degli art. 246, 2-17del codice J>Onalo.13 e 2-, del regio Editto che disciplina, come dicono, la libertà. della stam1la nel bel paese. Ma, a parto i ratti di Trapani, che non possiamo ap– prozzaro, noi ricordiamo, o Milano o gli scalini del nostro Duomo lo ricordano con noi, che le dimostra– zioni del t· maggio decorso in Italia, in quei luoghi dO\'Oassoluta.mento non ,·olc,•ano n:lSCcrc,ponsa\'a ad organizzarlo la polizia. r.: llOrquel 1>0'dì pratica che ci tocca di !\\'Ore di coso giudiziarie, annusando lo stilo dol periodo che abbiamo riprodotto o leggendo\'i fl•a l'igo o rigo, saremmo pronti n scommettere eho - non corto, lo riJ>etiamo, nel caso di Tra1,ani, ma in qual– siasi altro caso simile eho si verificasse, poniamo, nel– l'impero eineso - quel 1>0riodori\'elcrebbe tante coso istrutth'O ed ameno o, t'ra. lo nllrc, lo seguenti: 1· elio il giudizio non riesci a porre in sodo, a ca– rico degli imputati, nep1rnro un minimo ratto di r:io– lc11.:at11aJc,•ialc. Se cosi non rosse, se una sassata., uno spintone, anche solo il ge8to di 1mo 1pi11to11c rosso ri– sultato, la sonfonza, quando pronunziai:, in Cina, non a\'robbo 1>arlato di \'iOlonza e sia fisica, sia morale ... Il primo e ,ia », in lingua geroglifica, vuol diro e non sia»;anzi «non ò»; 2' che gli imputati erano tutti privi di J>roeedonti J)enali o muniti di buonissimo ìnrorma1.ioni dai rispot– th'i municipi. In caso di\'erso. i mandarini della gran corto di Pochino, che M'OSS-Oro enul!lato quella sentenza, twrcbboro avuto cura di affermarlo o cli insister,•i o non si sarebbero valsi di un mezzo, cho in Oriento potrebbe rc1rntarsi s))regovolo, quale quello di goltnro sugli im– putati un'ombra norasta, derivandola dai ratti o dai pro– cedenti di all1·i innominati, cho nel 1u-occsso non flgu– ranno o quindi non potevano direndersi, o la riunione coi quali poteva, poi giudicabili, ossero stata 1,rftltto accidentale; 3' eho la frase « ammoniti 1>0rreati contro la pro– prietà cd anche per diffamazione, oec. .; in mongolo 11011 sarobbo che In.ellissi di quest'altra: e ammoniti eomo swpetli o diffmuati per dolitti, occ., oec. ., cho ò In ror• mulll colla quillo i ))iù generosi socialisti di quei J)aosi ,·ennoro bollati colla tremenda ignominia doll'ammo– niziono; 4• che il e maniresto esistente negli atti., ed ccci• tante al e pronunciamento sommossh·o., "oluto univor– salmonte dai e demagoghi., non constò in ,·crun motlo rosso pensato, scritto, fatto stam))aro od afflggor'O,od almeno a))pl'O\'ato, od anche semplieomento letto o co– nosciuto dai giudicabili. In questo ca.so i mandarini non tl\'1'0bbero dimenticato dì soggiu ngere, con un bro,·o i11ciso,cho quel manifmJto ora opera doi pro\'Onuli. Il valore giuridico del maniresto 1011mw,1ioo si esauriva col suo e csl<ìtercnegli atti»; ossia. 001t·csser\"isiato in• sinuato dalllLpolizia.. La quale polizilL ò cosa a mala pena imagina.bilo por noi italiani, educati a costumi tanto di,•c1'Si,quanta parto prcndlL,nella vecchia.ci\ 'iltà cinoso, alla istruttoria dei 1>rocessidi c otesta natur a. Pinalmento gli operai che lavorano ai ,·onlagli, allo lacche o allo mille, diremo cosi, ehineserio Jelr imJ)oro sterminato, J}otrobbero chiara.monto closumoroda quella sonlonza - so emanasse dal loro principe per loro tu– tela o bcnencio - quali siano gli operai /acinorwi, cho seguono i dema::,.,oghi, o quali siano por converso i li•a,i– quilli o gli o,iesti opc1·ai. I primi sono quelli che, raccolta la grande 1mrola della solidarietà o della. n·atollanza ft'a gli uomini, ban– dita dai più Insigni s11iritidi ogni o,·o, e \'Olendola ndo– gunl'8 allo condizioni presenti, 1>onsanoche, nel sistema di produzione o di scambi instauratosi in questo secolo, il lavoratore non abbia alt1'3 difoso.di st\ della sua.

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