PROBLEMI INTERNI DEL FASCISMO 341 Statuto deve avere quindi un carattere contingente, provvisorio, non può essere una soluzione, tanto meno una soluzione definitiva. Ed è in tal ·senso che l'accetta I' on. Bottai : venendo a cessare « le necessità di ca - rattere pratico e contingente », egli dice, << nulla potrà impedire che il partito riveda i propri ordinamenti ». Le l)ecessità pratiche a cui la riforma dello Statuto dovrebbe per ora servire sarebbero queste : << via i capi indegni, insufficienti, maneggioni, ipocriti»; dare « un concetto unico di disciplina che agisca come principio unificatore, non disgregatore »; « ricondurre un certo senso di giustizia per i rami dell'organizzazione sottratta all'arbitrio dei capoccia »; « dare un più vivace senso di unità alla azione fascista ». Ma l'essenziale è che tali scopi siano effettivamente perseguiti, che << la scelta dall'alto sia davvero una scelta e non l'accettazione di situazioni personali e di fatto », e che l'apparecchio del partito non si meccanizzi; non si burocratizzi. Qualcuno - aggiunge il Bottai - « potrebbe prospettarsi, dinanzi ai nuovi ordinamenti, i pericoli della burocratizzazione del partito. Un partito inerte, senza iniziativa, senza entusiasmo, senza impulso ali' elevazione è, per certo, uno dei maggiori malanni che possano capitare ad un Paese in pieno sviluppo di rinnovamento come il nostro». Per ciò egli si augura che - passato l'attuale « periodo d'irrigidimento del partito » - « si contraddicano i sistemi di oggi e ci si appigli proprio ai loro contrari >>. Il ritorno ~ alla iniziativa collettiva di azione, al diritto di libera critica, alla facoltà del partito di organizzare se stesso » si renderà, secondo Bottai, necessaria per impedire la « pietrificazione delle gerarchie », perchè si abbia veramente nel partito « una situazione dinamica, creatrice di nuovi valori, di nuovi uomini, di nuovi capi» (1). Un altro scrittore fascista, dal quale per la sua provenienza politica non potrebbero attendersi le conclusioni alle quali arriva il Bottai, non manifesta altrimenti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni. Umberto Guglielmotti - in Roma F ascisla - vede infatti il pericolo di « cristallizzazione di taluni stati di fatto» e vorrebbe, egli pure, che il nuovo Statuto servisse a spezzare quelle che si sono già formate. « Vi sono - osserva - nel fascismo molti gerarchi, diciamo così, per forza di inerzia. E vi sono sopratutto dei cerchi chiusi, delle oligarchie {ci si passi la parola) che rifuggono da immissioni di nuova linfa, e anche delle gelosie le quali provocano l'allontanamento di quanti possono dare ombra per intelligenza, cultura, preparazione ». Quindi - dopo aver detto che ciò va ( 1) G. BOTTAl : La parola al giooani (Considerazioni intorno alla riforma dello Statuto) - in e Crillca Fascista >, 15 ottobre. Biblioteca Gino Bianco
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