La Critica politica - anno VI - n. 10 - ottobre 1926

340 LA CRITICA POLITICA partito è quello di essere divenuto un partito troppo numeroso. Gli inser- ' zionisti vi sono innumerevoli. E l'ondata dei profittatori che ha provocato le crisi di questi ultimi tempi. I fascisti (quelli della vigilia) si troverebbero ora ridotti ad essere una minoranza in casa loro. Le nomine di tutte le cariche dall'alto· si sarebbe imposta così come una necessità per assicurare il fascismo ai fascisti, per impedire che le posizioni si rovesciassero e che gli sconfitti restassero i beneficati. I vecchi fascisti (alcuni dei quali sono altresì giovanissimi) hanno avvertito la gravità di simile situazione e hanno plaudito al nuovo Statuto, che fa dipendere da Mussolini la investitura di tutte le cariche direttive e abolisce ogni potere deliberativo delle assemblee, appunto perchè sperano che debba servire per potere procedere in. ogni fascio ad una opera energica di epurazione. Snellire il partito, riportarlo alle proporzio1.1iantiche, eliminare tutti gli ultimi arrivati, gli inserzionisti, i profittatori: è quanto da una parte si chiede e si attende. L'altra parte non può essere, come è naturale, dello stesso parere. Se di un contrasto può parlarsi esso è tra lo spirito del fascismo, necessariamente particolarista e cioè di partito, e la sua natura, necessariamente totalitaria. V'è chi ha visto nel nuovo Statuto del partito una sistemazione definitiva conforme allo spirito ed alla natura del fascismo. In tal senso lo· hanno prospettato e giustificato, ad esempio, il Lumbroso e il De Marsa-- nich ( 1 ). I precedenti, le tappe che hanno segnato le successive realizzazioni politiche del fascismo, la intima logica del sistema che si è venuto formando negli ultimi quattro anni, lasciano ritenere che i due scrittori siano nel vero. L'elemento volitivo e pensante del fascismo non può tuttavia sentirsi appagato ne' suoi dubbi, nelle sue preoccupazioni, nelle sue aspirazioni : sopratutto nelle sue aspirazioni. Il fascismo è per essi un ~ontinuo divenire, un susseguirsi di esperienze e di soluzioni. La riforma dello• (1) GIACOMO LUMBROSO: Le nuove funzioni e il nuovo aspetto del Partito 3'{.azionale Fascista in e Critica Fascista», 15 ottobre. A. DE MARSANICH : Governo e Partito in « Popolo d'Italia », 15 · ottobre. Il Lumbroso ritiene che fosse il solo modo per. evitare e le dannose interferenze e sovrapposizioni che hanno ridotto certe provincie italiane ad una specie di Babele ove tutti vogliono comandare e non si capisce più chi sia il legittimo rappresentante del potere centrale > e vi vede, intanto, un modo per rafforzare l'autorità dello Stato, la quale, secondo lui, verrebbe ad accrescersi maggiormente se all'organizzazione politica fascista « si toglierà il nome di partito > e cioè e ogni etichetta di faziosità ». Il De Marsanich vede nell'autonomia interna del partito un vero e proprio pericolo per il regime, sopratutto ·per le· infiltrazioni nemiche nelle linee che esso non ha potuto evitare e non potrà evitare nemmeno nell'avvenire: il partito secondo la dottrina fasèista, non può volere esso determinare e guidare la politica del governo (in tal caso si ripeterebbe il vecchio sistema) ma deve essctre « un organo, il massimo organo politico del governo•. Biblioteca Gino Bianco

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