La Critica politica - anno VI - n. 10 - ottobre 1926

f! Il traghetto di San Francesco I. - « Direte :- barca ; vi sarà domandato per chi ; rispondete : San Fran,. cesco. L-a barca vi riceverà, vi trasporterà ali' altra riva ». Così diceva padre Cristoforo, nella chiesa del convento di Pescarenico, a Renzo, Lucia ed Agnese fuggenti la lussuria e l'ira di Don Rodrigo. San Francesco è oggi più che mai la parola d'ordine. Rileggiamo anche noi il canto undecimo del Paradiso; apprezziamo tutta la poesia che Dante sa fare uscire dalla figura del poverello di Assisi. Anche noi proviamo la dolcezza infinita dei versi del Pascoli in cui si rappresenta in modo stupendo san Francesco che, a rimbrottare Paulo Ucello, discende per la bella prospettiva che questi aveva dipinto. Discese « bel bello sull'erba senza ripiegar gli st-eli », proprio cpme la Venere di Lucrezio od altra divinità pagana. Le terzine maravigliose dell'Alighieri e del Pascoli riflettono qualche cosa che va oltre il saio del frate e il suo secolo, recano impresso il sigillo d'alcunchè d'assoluto e di eterno e insieme di profondamente umano. È specialmente per questo che ci commoviamo e ammiriamo leggendole. È merito di una critica superiore e veramente illuminata, farci comprendere gustare e sentire i capolavori di tutti i tempi: Valmichi e Omero, Shakspeare e Manzoni. Humani nihil a. me alienum puto. Ma riferiamo anche san Francesco e Dante nell'età loro. Ma ci ribelliamo quando si vuole trasportare nel nostro secolo lo spirito del dugento, il che vuoi dire annullare rinascimento e riforma, r-· rivoluzione francese e rivoluzione italiana, quella nostra rivoluzione nazionale ed umana che non è fallita se ha liberato Roma e il mondo dalla teocrazia: San Francesco o lo santo Francesco, come lo chiamano, sta bene nel suo tempo e nella sua leggenda. Possiamo affacciarci a lui come ad altre ~gure del la storia e della leggenda, e sentirci trasportati in un'atmosfera fresca e sincera, dinanzi ali' uomo singolare che, sposato un ideale, predicò con l'esempio. « Tutti i fratelli predichino con le opere » , inculca nella prima regola (capo 17). Ma il movimento a cui Francesco diede il nome rimane una formazione storica, un fenomeno che non si può trapiantare in altra stagione del tempo. Lo spirito monastico ha il suo clima storico, dal quale non può essere sradicato; e lo spirito monastico vuol dire il culto della povertà e della verginità, che distacca il credente dalla vita e dai suoi doveri, dalla famiglia e dalla patria ; che è la più falsa maniera di concepire l'uomo e la natura; che se da pratica di pochi viene Biblioteca Gino Bianco

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